Emigrazione, il racconto del 1° incontro tra l’USEF e i sindaci delle aree di Palermo e Trapani

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Giorno venerdì 5 aprile, presso la sala conferenze di via Generale Magliocco, 46 a Palermo, si è tenuto il primo di una serie di incontri organizzati dall’USEF – Unione Siciliana Emigrati e Famiglie – con i sindaci delle varie provincie siciliane.

Protagonista di questa prima giornata di confronto è stata l’area occidentale della Sicilia, poichè a partecipare all’incontro – organizzato anche con il supporto dell’ANCI – sono stati alcuni sindaci delle provincie di Palermo e Trapani.

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La giornata si è svolta secondo il programma previsto, con un primo intervento introduttivo  ad opera di Salvatore Augello, Segretario generale dell’USEF; il quale ha prima di tutto ringraziato i presenti per il loro supporto ai progetti dedicati all’enorme numero di siciliani all’estero: oltre 800mila, senza considerare gli oriundi! Proprio per far fronte a questa vasta “diaspora”, le recenti iniziative dell’USEF mirano a coinvolgere i sindaci siciliani per affrontare le sfide legate all’emigrazione. Attraverso incontri programmati con istituzioni e comuni si spera di favorire il dialogo e di attrarre investimenti per migliorare le infrastrutture e stimolare l’economia siciliana, in modo tale da creare migliori di vita e permettere a più persone di poter scegliere di rimanere, invece di partire. In conclusione Augello ha sottolineato l’importanza di affrontare davvero questo sforzo per favorire l’intera ripresa economica siciliana.

Successivamente ha preso la parola l’On. Pino Apprendi, responsabile Enti Locali dell’USEF, il quale ha riflettuto sull’effettiva efficacia di alcune politiche portate avanti in questi anni, e ha elogiato il lavoro di chi si è speso e si spende tutt’ora ogni giorno per gli emigrati, pur “senza alcun sostegno da parte delle istituzioni”. L’onorevole ha poi sottolineato la necessità di tornare ad un turismo delle radici, di riflettere sui cambiamenti del fenomeno migratorio – che ora più che in passato riguarda anche professionisti e dirigenti – e di avviare la creazione di alcuni sportelli online per favorire il dialogo tra emigrati e la conoscenza delle origini siciliane.

In seguito l’Assessore con deleghe a Sport e Turismo, Alessandro Anello, presente in rappresentanza della città di Palermo in vece del sindaco Lagalla – impossibilitato a presenziare per urgenze istituzionali -, ha espresso il sostegno dell’amministrazione al turismo delle radici e al progetto di “ri-avvicinamento” degli italiani ormai residenti all’estero, specialmente in occasione del 400º anniversario del festino di Santa Rosalia. Inoltre l’Assessore si è detto favorevole alla promozione e alla divulgazione delle bellezze di Palermo e della Sicilia intera nelle fiere internazionali del turismo; e all’istituzione di una piattaforma online per facilitare la collaborazione tra i comuni siciliani e le comunità italiane all’estero. Infine ha sottolineato l’importanza di affrontare questi passaggi con continuità, offrendo il pieno supporto dell’amministrazione comunale.

A queste parole sono seguite quelle di Giuseppe Cosmo Siviglia, sindaco del Comune di San Giuseppe Jato (PA), il quale ha espresso in primo luogo gratitudine per l’iniziativa sul turismo delle radici, sottolineando l’importanza del legame dei siciliani all’estero con le proprie origini. Il cuore del suo intervento è stato però relativo alle difficoltà economiche affrontate dai comuni più piccoli nel riuscire a sostenere, anche finanziariamente, tali iniziative; e ha sottolineato l’urgente necessità di intervento da parte della Regione per incentivare il ritorno degli emigrati e l’impiego delle migliori professionalità nel territorio siciliano.

Poi a prendere la parola è stato Salvo Licastri, vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia; il quale in primo luogo ha condiviso con i presenti la sua esperienza personale di emigrazione familiare: suo nonno e suo zio erano emigrati rispettivamente in Brasile e in Canada; e adesso sua figlia si trova anch’essa a voler emigrare per poter veder valorizzate le sue competenze. Dopo queste considerazioni di carattere privato – in grado di esemplificare quanto il fenomeno dell’emigrazione possa essere comune ed individuabile in qualsiasi famiglia – il dottor Licastri ha sottolineato l’importanza storica che ha avuto l’Ordine dei giornalisti nell’affrontare tematiche legate all’emigrazione e immigrazione, con particolare attenzione alla stampa estera; e ha rinnovato questo impegno tramite la promozione di eventi formativi per giornalisti su come trattare al meglio questi temi. Infine ha ribadito il suo impegno e quello dell’ordine nei confronti di qualsiasi iniziativa l’USEF voglia portare avanti in favore degli emigrati.

A far da eco a queste dichiarazioni sono le parole di Franco Ribaudo, sindaco di Marineo (PA), il quale ha evidenziato la necessità di ragionare sull’emigrazione con un approccio diverso, considerando tutti i cambiamenti in atto, e come queste nuove dinamiche si vadano a scontrare con quelle più antiche. Inoltre ha proposto che l’USEF non si configuri soltanto come un’associazione in grado di supportare gli emigrati all’estero, ma come al giorno d’oggi debba anche offrire piattaforme online e proposte politiche per gli immigrati, considerando e tenendo sempre a mente le loro esigenze e le opportunità che possono avere nel paese di destinazione.

Successivamente ha preso la parola l’On. Antonello Cracolici, presidente della Commissione regionale antimafia, il quale ha sottolineato la necessità di una visione politica che vada oltre il “sentimentalismo del ritorno” e la nostalgia, proponendo una strategia di attrattività territoriale fondata su reali possibilità lavorative e di realizzazione personale, che sia in grado davvero di spingere ad un ritorno i siciliani all’estero e i loro discendenti. L’On. Cracolici ha poi evidenziato la mancanza di azioni concrete da parte della regione, criticando leggi senza impatto economico e sottolineando l’importanza di un approccio che valorizzi l’identità siciliana. Infine ha proposto un cambio di prospettiva: non bisognerebbe più ragionare in termini di “cosa la Sicilia fa per gli emigrati”, ma di “cosa fanno gli emigrati per la Sicilia”, ovvero di come poter trarre vantaggio dalla loro presenza e di un loro eventuale ritorno per lo sviluppo economico e culturale della regione.

A seguire ha preso la parola la giornalista Valentina Bongiovanni, la quale ha riflettuto su come poter ravvivare il senso di appartenenza all’identità siciliana negli emigrati, e ricordato l’importante e significativa installazione di un monumento a Trappeto in onore degli emigrati. Infine si è dichiarata pronta a contribuire alla causa dell’USEF grazie alla diffusione delle iniziative in essere sull’emittente televisiva dove lavora, e si è dichiarata disponibile a lavorare per informare quanto più possibile su questi temi.

Infine le conclusioni dell’evento sono state affidate a Salvatore Bonura della Segreteria dell’USEF, il quale ha prima di tutto fatto una disamina dei numeri relativi all’emigrazione. I dati sono inequivocabili: gli italiani “disseminati” nel mondo attualmente sono stimati in circa 80-90 milioni, e dal 1876 (ovvero da subito dopo l’unità d’Italia) al 1970 sono emigrate dal bel paese qualcosa come 27 milioni di persone. Di fronte a questi numeri così imponenti il relatore ha denotato la mancanza di politiche per gli emigrati, notando come le leggi regionali in materia si siano imperdonabilmente fermate agli anni ’70. Inoltre ha riflettuto sui cambiamenti nell’emigrazione, che adesso, a differenza del passato, non avviene solo per motivi economici, ma anche per la ricerca di migliori opportunità professionali e di valorizzazione dei propri talenti. Per tali ragioni viene sottolineata la necessità di approntare delle soluzioni che tengano conto di tali cambiamenti, e viene invocata una politica di sostegno adeguata. Infine ha sottolineato gli sforzi dell’USEF nel promuovere gli investimenti dei siciliani all’estero e il loro “rimpatrio”: in questo senso propone un esempio emblematico di successo imprenditoriale di “ritorno” avvenuto nel paese di Ribera (AG), evidenziando l’importanza di sfruttare le capacità imprenditoriali dei figli degli emigrati e di incoraggiare chi è partito ad investire nuovamente nel suo territorio  d’origine.

 

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