PNRR, un “buco” di quasi 10 miliardi mette a rischio l’intera attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza

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Buco da quasi 10 miliardi di euro nel Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano. Mancano 9 miliardi e 420 milioni per chiudere il cerchio alle novità introdotte dal governo col recente decreto legge numero 19 del 2024: a fronte di maggiori spese previste pari a 22 miliardi e 740 milioni, necessari per sostenere il programma RepowerEu e per realizzare nuovi progetti, infatti, le somme disponibili, finora espressamente individuate, sono pari a soli 13 miliardi e 320 milioni. Ne consegue un saldo negativo di 9,42 miliardi: risorse che al momento non sono state rintracciate: un vulnus che corre il rischio di pregiudicare la realizzazione dell’intero Pnrr. È quanto emerge da un documento del Centro studi di Unimpresa, secondo il quale il “buco” è di fatto messo nero su bianco dallo stesso governo nella relazione tecnica che accompagna il dl 2 marzo 2024 numero 19 ora all’esame della Camera dei deputati per il prescritto iter di conversione in legge. Dopo le modifiche di dicembre scorso, il Pnrr è salito a 194,4 miliardi e finora l’Italia ha incassato 112,5 miliardi pari al 58% del totale, ma gli obiettivi mancanti e da completare entro il 2026 sono il 63% vale a dire 387 su 617 complessivi. «Il governo deve chiarire con la massima urgenza come intende correre ai ripari per evitare di pregiudicare il complesso percorso del Pnrr e del Next Generation Eu per l’Italia. Si tratta di fatto un grande piano industriale del nostro Paese che, se condotto in porto nei tempi e nei termini previsti, condivisi con l’Europa, dovrebbero consentire alla nostra economia di compiere un salto di qualità sotto molteplici punti di vista: infrastrutture, innovazione, competitività, energia, ambiente» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.

Più nel dettaglio, le novità introdotte poche settimane fa, in linea con le modifiche al Pnrr approvate a dicembre e condivise dall’Unione europea, riguardano il capitolo RepowerEu per un importo di 11 miliardi e 130 milioni e la rimodulazione di alcuni progetti o l’introduzione di nuovi obiettivi, che comportano oneri aggiuntivi per 11 miliardi e 610 milioni: complessivamente, si tratta di maggiori impieghi per 22 miliardi e 740 milioni. La copertura finanziaria, tuttavia, si ferma a 13 miliardi e 320 milioni ed è così individuata: 2 miliardi e 760 milioni rappresentano risorse per il RepowerEu già assegnate all’Italia, 140 milioni arriveranno grazie a una migliore rivalutazione del pil, mentre 10 miliardi e 420 milioni si metteranno insieme grazie a progetti stralciati o cancellati dalla versione originaria del Pnrr. Ne consegue che il deficit di questa operazione ovvero il “buco” finanziario da colmare si attesta a 9 miliardi e 420 milioni.

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Secondo il Centro studi di Unimpresa, che ha elaborato dati del Parlamento e del governo, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) modificato dal governo in carica e definitivamente approvato lo scorso 8 dicembre, a oggi vale 194,4 miliardi di euro, circa 3 miliardi in più rispetto alla versione originaria. Oltre alle nuove misure del RepowerEu, le modifiche hanno riguardato anche la rimodulazione di diversi interventi già finanziati dal Pnrr, sia in termini di revisione di obiettivi quantitativi (target) e delle loro scadenze, sia in termini di modifica (in aumento o diminuzione) delle risorse finanziarie assegnate, nonché il definanziamento integrale – condiviso con la Commissione europea – di taluni interventi precedentemente inseriti nel Piano e che, in sede di attuazione o rendicontazione, hanno manifestato rilevanti criticità ai fini del rispetto delle condizionalità imposte dal Piano. Finora sono stati incassati, considerando il prefinanziamento di agosto 2021 e le prime cinque rate, 112,5 miliardi grazie al completamento 230 obiettivi e traguardi. In termini finanziari, l’Italia ha ricevuto finora il 58% dei fondi previsti dal piano concordato con l’Unione europea: i restanti 81,9 miliardi (pari al 42%) arriveranno con altre cinque rate: due entro l’anno (giugno e dicembre), rispettivamente di 9,2 miliardi e 19,6 miliardi; altre due sono in programma nel 2025 (sempre a giugno e dicembre), di 11,9 miliardi e 12,3 miliardi; la quinta e ultima tranche è invece prevista per giugno 2026 e vale 28,5 miliardi. Quanto invece agli obiettivi e ai traguardi, finora è stato completato il 37% del piano ovvero 230 dossier su 617 (erano 527 nel documento originario): la tabella di marcia definita da Roma e vistata da Bruxelles per il restante 63% del Pnrr è la seguente: 39 progetti vanno completati fino a giugno di quest’anno e altri 74 da luglio a dicembre, per un totale di 113 obiettivi entro il 2024; nel 2025 sono in programma 101 obiettivi, di cui 37 entro giugno e altri 64 entro dicembre; ben 173, infine, sono i traguardi da raggiungere nel primo semestre del 2026.

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