CATANIA – Parlare di “nucleare”, soprattutto nel particolare momento storico che stiamo vivendo, non può lasciare indifferenti e questo lo sa bene il Teatro Stabile Mascalucia Mario Re, diretto da Rita Re, che sabato 16 marzo, ore 17.30 e ore 21.00, e domenica 17, alle ore 17.30, con repliche dal 22 al 24 marzo per il cartellone della 35esima stagione teatrale, debutterà con un vero capolavoro della drammaturgia contemporanea: “Copenaghen” di Michael Frayn.
Una pièce estremamente attuale, con la regia di Nicola Alberto Orofino, che racconta dell’incontro tra i due fisici WernerHeisenberg, interpretato da Andrea Luca, e Niels Bohr, a cui darà vita Andrea Zappalà. Un incontro storico che l’autore prova a ricostruire attraverso la fisica stessa, e dal quale potrebbero essere dipese le sorti dell’intera Europa in quel momento così delicato. Un dialogo che umanizza la fisica quantistica al punto da renderla comprensibile a chiunque, dimostrando come tutto sia relativo al soggetto che osserva – è la grande rivoluzione della fisica del Novecento – e come dello stesso incontro storico possano esservi tante versioni diverse, tutte fondamentali per giungere a una sola, complessa verità.
“L’incontro è sempre un fatto umano potente – spiega Alberto Orofino -, perché generatore di cambiamenti e in particolare tra i due fisici che hanno sovvertito il modo di leggere il mondo, superando una visione dell’universo oggettivo dando valore fondativo ad ogni particolare prospettiva nel tempo e nello spazio determinando l’esistenza stessa del pianeta terra come noi lo conosciamo”.
Un tema non solo di attualità ma capace di incitare passioni ed incoraggiare ideologie e pensieri.
“Tutto lo spettacolo si muove dentro la meccanica quantistica – continua il regista Orofino – ed è plausibile sperimentare infinite possibilità di uno stesso dialogo e di conseguenza scoprire infiniti immaginabili sviluppi drammaturgici”.
Con Andrea Luca e Andrea Zappalà, in scena Rita Re nel ruolo di Magrethe Bohr, anello di congiunzione tra i due fisici in una Copenaghen occupata dai nazisti, e gli attori Alessia Consoli, Anna De Luca, Luisa La Carrubba, Agata Prastani e Christine Righi, volti e voci di uno spettacolo, simbolo del teatro di parola, necessario ed utile, perché racconta ciò che è accaduto, e fa riflettere su quello che potrebbe accadere se non si smette di giocare con il nucleare.