Pure le donne emigrano, anche per il basso tasso di occupazione: il quadro in occasione della Festa della Donna – Così è (se vi pare) #5

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Salve a tutti e ben ritrovati nella rubrica di Hashtag Sicilia “Così è (se vi pare)”. Questa sera vi parlerò di una ricerca dello Svimez che riguarda le donne; di cui il giornale “Il Mattino“ ha già anticipato qualcosa.

Da questo focus, che è stato presentato oggi, proprio in occasione della festa della donna, emerge che ad emigrare verso il Nord-Italia o verso l’estero non sono solo giovani ragazzi: infatti almeno il 50 per cento dei laureati che risiedono nelle regioni del Sud e che scelgono di emigrare nel solo Centro-nord è composto da donne.

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E partono proprio dalle Regioni che occupano gli ultimi posti della graduatoria sulla partecipazione delle donne al lavoro, soprattutto dalle Regioni del Sud. Tali percentuali di occupazione non superano il 35 per cento, che è una percentuale più bassa sia della media nazionale – che è del 52 per cento – che della media europea nei 27 Paesi Ue, che nel 2021 era del 67,7 per cento.

Non parte ovviamente nessuno dalle Regioni del Belpaese dove si registrano i tassi di occupazione femminile più alti, come: Valle d’Aosta e Bolzano (73,4 %), Trentino Alto Adige e Emilia Romagna (72,7 %), Lombardia e Veneto (71,1 e 70,9 %).

Partono, invece, da quelle regioni dove si registrano tassi di occupazione femminile inferiori alla media nazionale, che sono: Sardegna (48,5 %), Basilicata (40,8 %), Puglia (39,1 %), Campania (35 %), Calabria (32,6 %), Sicilia (32,2 %).

Quindi partono soprattutto dalla Sicilia, dove il tasso di occupazione femminile è poco più della metà di quello che si registra nell’Africa Sub-sahariana; che ha un tasso di occupazione femminile del 62,8 per cento.

Ma sul versante dell’occupazione femminile situazioni in chiaroscuro si registrano anche in Europa, dove si passa dal 78 % della Svezia, seguita dalla Lituania con il 76,7 della Germania con il 75,9, della Finlandia e della Danimarca che si attestano al 75 e della Francia che supera il 70 per cento, al 52,7 della Grecia.

Da questi dati emerge che sono ancora molto forti i divari tra uomini e donne in ambito lavorativo.

Tornando al Focus emergono anche altre “novità“, innanzitutto il fatto che tra le tre Regioni del Sud che non superano il 35 per cento ci sono realtà come quella campana che ha un dinamismo economico di assoluto rilievo e regioni come la Sicilia e la Calabria dove, invece, si registrano ancora disagi e arretratezze.

Altro dato interessante: tra le donne il tasso di occupazione è più basso se hanno figli.

Ciò è dimostrato dal fatto che nel Sud la differenza nei tassi di occupazione tra donne single e madri è maggiore rispetto al Centro-Nord. Infatti nel Mezzogiorno la donna single ha un tasso di occupazione del 52,3 per cento, che scende al 41,5 per le madri con bambini sotto i 5 anni. Nel Centro-Nord, il tasso di occupazione femminile per le madri con figli sotto i 5 anni, invece, è del 65 per cento.

Tutto ciò, oltre a essere il risultato della mancata crescita economica o di uno sviluppo assolutamente disomogeneo del Mezzogiorno è anche il frutto della mancanza di servizi per l’infanzia, di asili nido, di babysitter, di agevolazioni nel lavoro.

Ecco perché emigrare diventa una delle scelte quasi obbligata anche per le donne.

Intendiamoci, in questi anni non sono mancate le agevolazioni a favore delle imprese che assumono donne, il bonus Sud è stato confermato anche nella Legge di Bilancio 2024, su questo versante è stato anche aggiunto uno stanziamento a favore delle donne prive di lavoro che hanno più di 50 anni.

Sono state anche varate norme importanti per favorire la scelta imprenditoriale delle donne, visto però che i problemi anzidetti permangono vuol dire che queste misure sono ancora insufficienti per colmare il gravissimo deficit che c’è nel Sud nel tasso di occupazione femminile.

Vi chiederete: ma perché permangono ancora queste enormi differenze ? A mio giudizio continuano a persistere anche perché ancora non si è preso atto del fatto che le donne – come ricorda il sociologo Luca Ricolfi – hanno investito sullo studio e il lavoro, piuttosto che sulla ricerca di un marito ricco; e che sono aumentate il numero delle donne che crescono i loro figli da sole, o comunque senza il padre.

Ma che fare se si vuole evitare che anche le donne con una laurea e un diploma in tasca scappino dal Sud e dalla Sicilia, e se si vuole contrastare veramente il declino demografico – il fatto cioè che non si fanno più figli? Lo scopriremo insieme questa sera!

Non ci resta che darvi appuntamento alle ore 20.00 con la nostra prima visione trasmessa sulla nostra pagina Facebook, sul nostro canale Youtube, e sui nostri altri canali social. Non mancate!

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