Istat: flessione occupati trainata dal calo degli indipendenti. Bene inflazione, ma preoccupa rallentamento della discesa dei prezzi energetici

Sul calo di lavoratori autonomi pesano anche le chiusure dei negozi: solo nel 2023 hanno cessato l’attività 58mila imprese del commercio al dettaglio

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Frenata di inizio anno per il lavoro, che a gennaio registra 34mila occupati in meno rispetto a dicembre 2023. Una flessione trainata dal calo dei lavoratori indipendenti, che in un mese perdono 24mila unità. Un crollo sui cui pesano anche le chiusure di attività nel terziario e, in particolare, nel commercio al dettaglio.

Così Confesercenti commenta i dati Istat.

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Il calo degli autonomi di gennaio conferma il trend di riduzione strutturale dell’universo dei lavoratori indipendenti, che non ha ancora recuperato – al contrario del lavoro dipendente – i livelli pre-pandemia. Una tendenza discendente aggravata dalle difficoltà dei negozi, che pagano la frenata delle vendite dovuta all’inflazione. Nel corso del 2023, hanno cessato l’attività oltre 58mila imprese del commercio al dettaglio, di cui 43mila ditte individuali, a fronte di sole 23mila nuove aperture.

Bisogna dunque continuare a monitorare con attenzione cosa accade alle piccole imprese del commercio, sia sul versante della nati-mortalità che dell’occupazione. Anche perché – nonostante il rallentamento dell’inflazione – persistono numerosi fattori di incertezza. A partire dalle tensioni internazionali e dal rallentamento della crescita globale, che coinvolge anche molte economie europee, alcune delle quali entrate già in recessione. Anche il fronte dell’inflazione è ancora aperto: la stabilizzazione segnalata a febbraio è senz’altro positiva, ma preoccupa il rallentamento della discesa dei prezzi degli energetici, che potrebbe preludere ad un rientro dall’inflazione più lungo del previsto.

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