Mancanza di asili nido: tra obiettivi europei e disparità territoriali Nord/Sud – Cosi è (se vi pare) #2

Le famiglie e le coppie del Sud non trovano gli asili nido per i loro figli: il primato negativo è del Mezzogiorno d'Italia, e nello specifico a Catania su 100 bambini al di sotto dei 3 anni vi sono appena 8,4 posti. Approfondiamo insieme la questione

APERTURA-HASHTAG-SICILIA-NEWS-NOTIZIE-GIORNALE-ONLINE-OGGI-NOTIZIA-DEL-GIORNO-REDAZIONE - ASILI NIDO - COSì è SE VI PARE - MANCANZA DI ASILI NIDO - SALVATORE BONURA
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Buona sera e ben ritrovati ad una nuova puntata della rubrica di Hashtag Sicilia “Così è (se vi pare)”.

Poiché noi ci ostiniamo a credere che la realtà esista, ovviamente quando è suffragata da fatti e dati precisi, oggi parleremo della forte carenza di asili nido che sta penalizzando le famiglie e le coppie del Sud.

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Dico subito che nel 2002 l’Unione Europea ha definito un target del 33 per cento di posti disponibili rispetto alla popolazione con meno di 3 anni, da raggiungere entro il 2010.

Questo obiettivo, indicato dall’Europa, nel 2022 è stato alzato al 45 per cento, da raggiungere entro il 2030.

In Italia, come capita spesso per le determinazioni comunitarie, nel 2023 la crescita ha raggiunto appena il 28 per cento; il problema però è anche quello che non sono i posti negli asili nido ad aumentare, ma i bambini a diminuire!

Quindi la disponibilità per questo tipo di servizi è aumentata per il calo della natalità: basti pensare che il 28 per cento di copertura si ridurrebbe al 23 per cento se nascessero mezzo milione di bambini l’anno, anziché 400 mila.

Ma la cosa che mi fa girare i cosiddetti “cabbasisi” non è solo questa, ma anche e soprattutto la ripartizione territoriale, perché restano notevoli le differenze tra Nord e Sud del paese e tra zone interne e città capoluogo. Ne consegue che la media del 28 per cento nasconde terribili disparità in termini di disponibilità di asili nido.

Ciò avviene nonostante il fatto che dal primo gennaio 2022 la percentuale di copertura è stata definita un LEP (livello essenziale di prestazione) da garantire in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale.

Ma aver affermato questo principio non è stato sufficiente (anche se è stato accompagnato dall’aumento dei fondi destinati ai comuni), visto che il 61 per cento dei comuni che ha ricevuto i soldi extra non ha raggiunto l’obiettivo.

Infatti il 45 per cento di copertura (da raggiungere entro il 2030) l’hanno superato brillantemente nel 2020  solo Nuoro, Ferrara, Siena, Sassari, Forlì, Firenze, Trento, Lecco, Rovigo, Bergamo e Padova che stanno tutti su percentuali superiori al 50 per cento.

Seguono Bologna, Roma, Pisa e Udine che si attestano su percentuali del 49 per cento, mentre non raggiungono i 10 posti disponibili ogni 100 residenti al di sotto dei 3 anni: Barletta (8,6), Catania (8,4), Messina (7,3).

Poco sopra si attestano con percentuali che oscillano, tra il 10-15 per cento, Napoli, Palermo, Ragusa e Isernia.

Con riferimento alle Regioni, invece, si può affermare con nettezza, vale a dire senza il timore di essere smentiti, che nessuna Regione raggiunge il 45 per cento, solo l’ Umbria si avvicina a questo obiettivo con una percentuale del 43,7 per cento.

C’è da dire inoltre che nessuna delle regioni del Sud, ad eccezione della Sardegna, si trova ad una percentuale superiore alla media nazionale, che come abbiamo detto si attesta al 28 per cento.

Tre Regioni addirittura si collocano sotto i 15 posti ogni 100 bambini al di sotto dei 3 anni, la Sicilia è penultima in questa particolare graduatoria con il 13 per cento, seguita dalla Campania che si ferma all’ 11,7 per cento.

Tutto questo nonostante la Costituzione a questo proposito è assolutamente chiara: i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) riguardanti i diritti civili e sociali “una volta definiti“ devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale.

Che fare dunque rispetto a questa drammatica realtà che penalizza i nostri figli e i nostri nipoti; e quelle coppie che non hanno genitori che si possono prendere cura dei nipoti, nè possono permettersi il lusso di ricorrere agli asili privati?

Lo scopriremo insieme questa sera!

Non ci resta che darvi appuntamento alle ore 20.00 con la nostra prima visione trasmessa sulla nostra pagina Facebook, sul nostro canale Youtube, e sui nostri altri canali social. Non mancate!

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