I passi avanti che sono stati registrati negli ultimi 5 anni, non si sono realizzati nei precedenti 30. Un concetto che, forse, rappresenta la sintesi dei numerosi spunti di interesse che sono usciti dagli interventi e dal dibattito del congresso, che si è svolto a Palazzo Libertini a Caltagirone, e che è stato dedicato alla Donazione e Trapianto della cornea. Confermate le premesse della vigilia: il congresso ha rappresentato un confronto costruttivo tra chi si occupa in Sicilia di trapianti di cornee e, più in generale, delle patologie della superficie oculare. I maggiori esperti italiani del settore si sono susseguiti sul podio della splendida salta di palazzo Libertini per fare il punto sulla donazione delle cornee, del cordone ombelicale e della membrana amniotica in Sicilia.
I lavori del congresso sono stati preceduti dai saluti istituzionali del presidente dell’Ars, on. Gaetano Galvagno, del deputato regionale Mpa e componente della commissione Sanità, on. Giuseppe Lombardo, e dal padrone di casa, il sindaco di Caltagirone Fabio Roccuzzo.
“Una bellissima giornata – ha detto l’on. Giuseppe Lombardo – dedicata ad un tema di grande attualità come quello della donazione, un tema che la regione siciliana deve avere a cuore. Nonostante I dati post pandemici siano incoraggianti, viaggiamo a due velocità: il centro nord evidenzia una sensibilità particolare che purtroppo non riscontriamo nel centro sud. Dobbiamo farci carico di questa problematica e agire per risolverla”.
“La sanità siciliana – ha detto il sindaco di Caltagirone – ha due volti: quello pessimo dei disservizi e uno bellissimo che è quello dell’eccellenza. Quella di cui si parla oggi al convegno è un’eccellenza. Io come sindaco ho dato subito la disponibilità per organizzare questo congresso. Il tema poi è di fondamentale importante, perché si parla di ricerca, ma si parla soprattutto di donazione”.
Una giornata di lavoro intenso e proficuo quella del congresso in cui sono emersi numerosi spunti di grande interesse. Il tema della donazione, infatti, come ribadito nei saluti istituzionali è di assoluta attualità. In questo senso in Italia qualcosa sta cambiando, se è vero che la Banca dell’Occhio di Mestre si è attestata ai primi posti a livello europeo, come spiega il suo responsabile Diego Ponzin. “Abbiamo ancora del lavoro da fare, ma l’Italia ha recuperato le posizioni che aveva qualche decade fa. Adesso qualcosa è cambiato, se è vero che la Banca dell’Occhio di Mestre è la prima a livello europeo. Siamo ai primi posti per tipologie di trapianto e qualità dei tessuti. Noi lavoriamo con i chirurghi che hanno bisogno di tessuti per i trapianti. In sostanza facciamo da ponte tra la donazione e il trapianto, perché servono tutta una serie di attività che preparino al trapianto e facciano si che tutto vada bene”.
Il bilancio del congresso è affidato al coordinatore scientifico Salvo Sileci. “Bilancio positivo e al di sopra di ogni aspettativa. Avevamo voglia di stimolare questo dibattito in Sicilia. Qui, infatti, abbiamo numeri ancora troppo bassi di donazione rispetto al resto d’Italia e siamo costretti a rivolgerci alle banche di altre regioni, come quella di Mestre. Proprio per questo abbiamo voluto stimolare la sensibilità degli operatori sanitari, perché sono tutti coinvolti nel trapianto. La cornea non è qualcosa che si costruisce in laboratorio o che si può comprare: serve un atto di generosità. Anche per questo tra i nostri relatori ci sono stati importanti rappresentanti ecclesiastici. C’è molto da fare in Sicilia e dobbiamo intraprendere un percorso, ma dobbiamo farlo senza sprecare risorse. Dobbiamo partire dal basso. C’è chi consiglia di aprire la banca così come in Veneto: io penso che per adesso questo non serve. Bisogna invece creare una rete che consenta le donazioni, i prelievi di cornea. Cresciamo e quando avremo un numero sufficiente di tessuti, potremo creare la nostra banca e magari farla diventare importante come quella di Mestre”.
Lo stesso Sileci, poi, si sofferma su un altro dei temi principali del congresso, l’innovazione tecnologica e quanto quest’ultima abbia influito sul benessere dei pazienti: “Già nel ’94, quando mi sono specializzato, l’oculista era cambiata. Ma adesso c’è stata una vera e propria rivoluzione. Ci sono tecniche chirurgiche nuove, micro chirurgia, operazioni effettuate con microscopi in 3D. Tutto è evoluto in maniera esponenziale. Anche i trapianti, grazie alle nuove tecnologie, riusciamo a farli in modo davvero poco invasivo, se è vero che in alcuni casi è possibile dimettere il paziente lo stesso giorno dell’operazione”