Gianluca Grasso (Concezione Restaurant, Catania) tra i professionisti di Emergente Sala 2024

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CATANIA – C’è anche Catania quest’anno a rappresentare il Sud al concorso Emergente Sala 2024, il riconoscimento che premia il migliore professionista di Sala d’Italia. A rappresentarla sarà Gianluca Grasso, maître di Concezione Restaurant a Catania.

Originario di Mascalucia (Catania), 30 anni, di cui più di dieci passati a bottega da pasticcieri in Italia e in Francia e l’ultimo come maître da Concezione Restaurant. Quella di Gianluca per il lavoro in sala è stata una passione scoperta per caso. 

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«Prima immaginavo il mio futuro come pasticciere; da Concezione Restaurant avevo cominciato così. Poi ho sostituito per qualche giorno un maître che era andato via e da lì è stato amore. A darmi la spinta è stata la conoscenza delle lingue straniere che mi ha consentito di scoprire la bellezza della relazione con i nostri ospiti». 

La pandemia aveva già fatto scattare una scintilla nel giovane e aperto uno spiraglio di consapevolezza sul desiderio di lavorare in sala. Lo chef Manuel Tropea ha dato a Gianluca la possibilità di crescere e di sperimentarsi come maître in una metamorfosi professionale. 

«Le persone che incontri e che ti danno fiducia sono quelle che fanno la differenza nel percorso. – afferma Gianluca Grasso – Se non avessi incontrato lo chef Manuel Tropea e Concezione Restaurant probabilmente sarei oggi un pasticciere insoddisfatto. Sono grato per questa opportunità di crescita professionale e la candidatura a Emergente Sala 2024 è il coronamento che arriva dopo tanti sacrifici. Concezione è il posto ideale in cui crescere è la dimensione perfetta per lavorare in armonia con il team, con serietà e dedizione, con commitment, senza dimenticare il lato umano da non confondere con quello personale». 

In sala Gianluca si distingue per uno stile attento alle esigenze dell’ospite, ma allo stesso tempo non troppo formale, per una relazione che passa dal racconto della Sicilia, attraverso aneddoti di storia, folclore, e famiglie. 

«Le storie hanno il potere di far cadere il velo di resistenza iniziale che alcuni commensali hanno, di fronte ad abbinamenti audaci ed estremi, perché parlano di persone e di vita. Questo fa la differenza nel racconto di un piatto e nel rapporto con l’ospite, che si sente non solo accolto, ma soprattutto coinvolto».

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