Il punto su misure e agevolazioni con il webinar delle commissioni Giovani e Donne di Confcooperative Sicilia

Il webinar delle commissioni Giovani e Donne di Confcooperative Sicilia è stato un momento di importanti spunti e confronto,alla presenza dei funzionari delle Attività Produttive della Regione Siciliana. Ecco una sintesi

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Da “Fare Impresa in Sicilia” a “Resto al Sud”: una base di informazioni solida, per scegliere e avviare (o proseguire con maggiore sicurezza) il proprio percorso imprenditoriale.
E’ quella su cui possono adesso contare i numerosi partecipanti al Webinar organizzato dalle commissioni Giovani e Donne di Confcooperative Sicilia,presiedute da Fabio Casamento e Tania Arena, per delineare le opportunità che le imprese dell’isola hanno la possibilità di sfruttare e per illustrare le modalità dell’accesso alle principali misure attive.
Confcooperative Sicilia è pronta a supportare, guidare e accompagnare chi fa impresa verso l’ottenimento delle risorse messe a disposizione dai bandi pubblicati.
Nel caso di Fare Impresa in Sicilia, la piattaforma sarà aperta il 15 gennaio per chiudere il 19 febbraio 2024.
Di questo, in maniera specifica, hanno parlato, in rappresentanza dell’Assessorato delle Attività Produttive della Regione Siciliana, i funzionari Lorenzo Ruisi e Giuseppe Giudice.
La premessa è d’obbligo e sono parole dello stesso Giudice: “La Cooperazione può risolvere tante patologie del mercato”.
Fare Impresa,la misura in sintesi.
Fare Impresa riguarda il cofinanziamento da parte della Regione di progetti fino al 90 per cento. La dotazione ammonta a 26 milioni di euro con ulteriori rimpinguamenti in prospettiva. Secondo le previsioni dell’Assessorato, a scadenza dei termini potrebbero essere circa 2 mila le istanze presentate. Verosimilmente potranno esserne finanziate alcune centinaia in fase. Il bando presenta un’impostazione inusuale. Niente procedure automatiche,nulla che sia legato all’ordine cronologico di presentazione. A fare la differenza sarà il punteggio, che deve raggiungere quantomeno il minimo previsto. Saranno avvantaggiate- dritta lanciata durante l’incontro- le imprese che proporranno un cofinanziamento maggiormente a carico del privato. Necessario, in ogni caso, dimostrare la capacità di sostenere la spesa proposta.
Per accedere alla misura l’impresa deve essere costituita da un periodo fino a 36 mesi di anzianità, iscritta alla Camera di Commercio e attiva. I codici Ateco esclusi vengono specificatamente indicati in un allegato del bando. Curiosità: mentre in precedenza i professionisti di norma venivano ammessi con la sola dimostrazione dell’iscrizione al rispettivo albo, con questa misura occorre che siano, in ogni caso, inseriti in un’impresa attiva.
Per quanto concerne “Resto al Sud”, il tema è stato sviscerato dal presidente della Commissione Giovani Imprenditori di Confcooperative Sicilia, Fabio Casamento.
Resto al Sud, la misura in sintesi
Il requisito anagrafico è variato rispetto alla prima “versione” della misura. L’età massima è oggi di 56 anni. Può avanzare richiesta anche chi lavora come dipendente a tempo indeterminato, purché al momento dell’approvazione del progetto decida se avviare l’impresa, interrompendo quel rapporto di lavoro o, viceversa, proseguire con l’attività lavorativa pregressa. Nessun bivio, invece, per chi lavora con contratti a tempo determinato. In tal caso, si potrà mantenere sia il contratto in essere, sia il riconoscimento dell’incentivo. Può essere molto importante vantare un’esperienza nel settore per il quale si presenta la richiesta di finanziamento. La valutazione spetta a Invitalia. Gli importi che possono essere ottenuti sono di 50 mila euro a socio, per un massimo di 4 soci. Nel nostro caso, parliamo ovviamente di cooperative. Il 50 per cento è a fondo perduto, la restante parte, sotto firma di finanziamento agevolato con rate semestrali, la prima delle quali da pagare entro i 24 mesi successivi. Il 30 per cento può essere usato per la ristrutturazione della sede operativa ma non per l’acquisito di un immobile. Ammesse le spese legate al cosiddetto capitale circolante: affitto, utenze, materie prime, semilavorati. Non è prevista una percentuale massima, invece, per l’acquisto di macchinari e attrezzatura, che non devono essere usati. Non sono incluse, invece, le spese di personale, le consulenze, i costi di costituzione dell’impresa.
Delle modalità di costituzione di una cooperativa ha parlato Luciano Nicosia.
La Cooperativa in sintesi.
Uno strumento antico e molto attuale, che ben si sposa con le esigenze dei giovani , pur avendo tutte le caratteristiche delle società di capitali. Una forma di impresa per chi vuole lavorare in team. Una scelta non a caso compiuta anche da grosse realtà agricole come bancarie presenti a livello nazionale ed internazionale. Occorrono almeno tre soci. Lo scopo è di natura mutualistica: dare lavoro ai soci, non produrre utili (senza escluderli) . Quest’attività è agevolata anche dal punto di vista fiscale.
A proposito di strumenti importanti, si è discusso anche di Certificazione di Genere. Alessandra Brogliatti della Commissione Dirigenti Cooperatrici di Confcooperative Nazionale è entrata nel cuore del tema. Da parte sua l’auspicio che la cooperazione possa sempre più essere la strada scelta, in Sicilia come nel resto d’Italia.
La Certificazione di Genere in sintesi
Sul tema della Parità di Genere la legge 162 del 5 novembre 2021 fa da spartiacque. L’intento è ridurre il divario di genere. Si certifica quindi uno sviluppo di imprese capaci di essere sempre più paritarie. Si ottiene una premialità negli sgravi fiscali, con esoneri per tutte le imprese con certificazione di genere, dal punto di vista contributivo. L’esonero non è particolarmente cospicuo ma ugualmente importante nel suo valore e per le sue conseguenze sul mondo del lavoro.
Significative le parole della presidente della Commissione Dirigenti Donne di Confcooperative Nazionale, Anna Manca, che ha giudicato importantissimi incontri come quello organizzato da Confcooperative Sicilia ed ha auspicato che la cooperazione possa essere sempre più, soprattutto per le donne ed i giovani, la soluzione alla questione occupazionale ed al riconoscimento delle proprie competenze.
Hanno concluso i lavori la presidente della Commissione Dirigenti Cooperatrici,Tania Arena e Fabio Casamento, sempre più convinti che il lavoro sinergico tra le due commissioni possa continuare a produrre ottimi risultati e significative novità, principalmente a vantaggio delle imprese cooperative siciliane (esistenti e che potranno essere costituite) e delle comunità in cui si opera

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