Prima della cena della fratellanza, dell’amicizia e del rispetto – che ha riunito, per iniziativa della CNA di Palermo, nello stesso tavolo soggetti fragili, privi di un tetto, di un lavoro e di una famiglia dove trovare conforto, una miriade di persone che qualcuno, sbagliando, si ostina a considerare gli ultimi -, si è svolto al teatro Garibaldi un importante convegno sul tema “Un Natale per i Diritti di Tutti“.
L’incontro, svoltosi nel teatro che porta il nome del generale simbolo del Risorgimento italiano, e che si affaccia sulla piazza dove da ragazzi giocavano a calcio i giudici Falcone e Borsellino, è stato condotto dalla giornalista Daniela Tornatore e concluso dal Presidente della CNA nazionale Dario Costantini. Presenti gli assessori alle Politiche Sociali e Migratorie, Antonella Tirrito e Rosalia Pennino, titolare alle Politiche di Genere e Pari Opportunità (il sindaco Roberto Lagalla ha inviato un messaggio), nonché tutti i rappresentanti delle associazioni di volontariato impegnati nell’assistenza ai bisognosi, alle persone più povere, nella distribuzione dei pasti ai clochard e nel sostegno ai più deboli. Per le associazioni di volontariato hanno parlato: Don Sergio Ciresi (Caritas), Agnese Ciulla (Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora), Laura Nocilla (Unità Organizzativa Casa dei Diritti), Anna Provenzano (Responsabile Unione Operativa marginalità adulta), Marco Guttilla (Coordinatore POC dimora, Istituto Don Calabria), Anna Ponente (Centro Diaconale La Noce-Istituto Valdese), Lina Trimarchi (Associazione Io sono l’altro) e Patrizia Oddo in rappresentanza dell’Associazione onlus “Gli Angeli della notte”. Tutti i protagonisti del confronto hanno parlato delle difficoltà con cui si cimentano quotidianamente – quando i pasti da distribuire aumentano e il cibo non basta, dell’aumento dei prezzi che incide sulla generosità dei benefattori (perché la crisi è crisi per tutti), del taglio del reddito di cittadinanza, che ha contribuito ad allungare la lista dei poveri e di chi non riesce ad arrivare alla fine del mese.
Infine hanno auspicato, quasi all’unisono, la necessità di avere una dispensa sempre più ricca per poter far fronte alle esigenze di chi non ha niente, o troppo poco, e di quelle di tante giovani coppie con prole e senza lavoro che non sanno come sbarcare il lunario.
Particolarmente toccante la testimonianza del musicista Chris Obheni, il quale prima di esibirsi cantando due brani musicali – uno di Rosa Balistreri (Cu ti lu dissi) e l’altro di sua composizione dedicato alla madre -, ha raccontato la sua terribile odissea.
Il lungo viaggio di un ragazzo nigeriano in mare su un barcone insieme a donne e bambini che prima di approdare definitivamente a Palermo, dopo essere passato per diversi centri di accoglienza, è stato vittima insieme a tanti altri di violenze di ogni genere e di sofferenze inimmaginabili, precedute e accompagnare da tanta rabbia mista a lacrime, preghiere e speranza.
Molto coinvolgente è stata anche la testimonianza di Andrea, un giovane palermitano rimasto solo con la madre all’età di 16 anni, sfrattati dalla casa che abitavano e senza nessun reddito. Ha parlato dei mille lavori fatti per sopravvivere insieme alla madre, raccontato le tante tribolazioni, i tanti dormitori nei quali ha passato le notti, gli incontri con le persone che vivevano i suoi stessi problemi che, grazie alla loro umanità, l’hanno arricchito. Infine ha concluso dicendo che lui non ha perso mai la speranza, grazie alla sua fede incrollabile in Cristo, e non ha mai smesso di sorridere, così come gli ha insegnato sua madre.
Molto significative sono state sia la proiezione del cortometraggio “Mon Cochard” di Gian Marco Pezzoli, produzione articulture, sia la presentazione del libro “Aldo ed Helios“ – Un Sogno di libertà fatta dallo stesso autore, il giornalista Massimo Brizzi.
Questi, nella sua prolusione, ha parlato del messaggio di libertà, aggregazione, civiltà ed amore per gli animali di Aldo (Aid Abdallah, il mimo e musicista parigino che amava girare il mondo e non avendo soldi per soddisfare questo suo desiderio aveva scelto la vita del clochard), ucciso a Palermo in piazzale Ungheria nel 2018, “vittima – come ha scritto Leoluca Orlando nella prefazione – di un sistema che produce marginalità ed egoismo sino al crimine, e di altre marginalità comunque da recuperare“.
Il Presidente nazionale della CNA, che ha concluso la prima parte della Kermesse, ha ricordato lo stretto rapporto che ha con la Sicilia, le sue frequenti incursioni nell’Isola (ultime tappe prima dell’ennesimo ritorno a Palermo, Noto e Ispica per partecipare alle assemblee delle associazioni provinciali ed Enna, dove è stato presentato il calendario ideato dall’associazione).
Ha ribadito la proposta al governo nazionale, avanzata dagli imprenditori e della CNA, i quali per sopperire alla mancanza di tante figure professionali indispensabili al nostro sistema imprenditoriale si sono detti disponibili ad andare nei paesi africani per insegnare ai ragazzi/e un mestiere che possa loro tornare utile qualora decidano di venire in Italia. Una proposta di concreta solidarietà quella della CNA nazionale, che ovviamente dovrà essere accompagnata da politiche di integrazione, che purtroppo ancora non è stata accolta dal governo. Infine, il presidente Dario Costantini ha accennato ai tanti gesti di solidarietà messi in campo dalla associazione di Palermo, dal Comitato regionale e da tante altre organizzazioni territoriali.
Il momento clou della serata, curata anche nei minimi dettagli dal direttore artistico Carmelo Galati, è stato ovviamente la cena della fratellanza, dell’amicizia e del rispetto svoltasi in un clima di grande partecipazione emotiva e di autentico spirito di solidarietà espresse anche con il gesto dei dirigenti della CNA, con in testa il segretario regionale Pietro Giglione, Pippo Glorioso, Mauro Crimi e Peppino La Vecchia e di tanti funzionari e impiegati/e di servire loro la cena.
Il senso di accoglienza e di inclusione è andato ben oltre il menù curato nei dettagli, dai primi a base di anelletti al forno, allo sfincione bagherese, ai tradizionali cannolicchi di ricotta e cassatelle siciliane, per far sentire a casa i clochard.
“Il Natale è il periodo dell’anno dove la solitudine pesa di più e per i nostri amici che vivono in strada e dormono spesso sui cartoni è importante sentirsi in compagnia“ ha detto Pippo Glorioso. “Il segnale che vogliamo lanciare con questa cena di Natale – ha concluso il segretario provinciale della CNA – vuole essere il preludio di un impegno ancora maggiore che si concretizzerà con l’invito alle nostre imprese di destinare una quota di lavoro ai più bisognosi e a chi versa in condizione di indigenza, di difficoltà. Questo, per noi, è il senso etico di fare impresa che non si ferma ad una cena ma proseguirà con iniziative ancora più incisive“.
La serata si è conclusa con la distribuzione del tradizionale panettone a tutti gli ospiti presenti.