Operazione Aspide, bufera nella sanità pubblica dopo i 13 arresti della Gdf

- Pubblicità -

Trapani- Una nuova bufera si è abbattuta sulla sanità pubblica siciliana.
Numerose le prese di posizione dopo l’operazione Aspide, nell’ambito della quale la Guardia di Finanza ha eseguito 13 misure cautelari, due delle quali in carcere, otto ai domiciliari e tre misure interdettive e obblighi di dimora.
Le indagini hanno riguardano strutture sanitarie del Trapanese e sono state coordinate dai pubblici ministeri Sara Morri e Francesca Urbani. L’inchiesta coinvolge 17 persone in tutto accusate a vario titolo di corruzione, induzione indebita a dare utilità, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, truffa ai danni di ente pubblico, frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale, rivelazione di segreti d’ufficio, favoreggiamento personale e false attestazioni di presenza in servizio.
Quello che è emerso, secondo le forze dell’ordine, è un consolidato meccanismo di manipolazione delle procedure di gara degli appalti, come dei concorsi pubblici, come degli affidamenti di incarichi dirigenziali nelle strutture sanitarie trapanesi.
Logica clientelare quella seguita, secondo la Gdf, che si sarebbe avvalsa della connivenza di funzionari di pubblici ufficiali, anche in occasione della fornitura di attrezzature e materiale per fronteggiare l’emergenza Covid.
Dura la reazione del Pd, che parla attraverso il segretario regionale Anthony Barbagallo ed il segretario provinciale Domenico Venuti.
“Le accuse dovranno reggere al vaglio di un tribunale- spiegano Barbagallo e Venuti – ma la politica deve dare risposte immediate – aggiungono Barbagallo e Venuti . La sanità pubblica trapanese, infatti, continua a essere terra di conquista. Davanti a questa situazione il governo regionale dovrebbe invertire la rotta e invece si blocca sulle nomine dei manager. A pagare le spese di questo sistema malato sono i cittadini, che subiscono il peso di una gestione dissennata di risorse che invece dovrebbero servire a rafforzare la sanità pubblica sul territorio con mezzi moderni e personale numericamente adeguato. Un quadro difficile anche per i tanti medici e lavoratori del settore che ogni giorno danno prova di grande abnegazione”.
Barbagallo e Venuti poi aggiungono: “I risultati dell’indagine Aspide arrivano a poco più di un mese dalla denuncia pubblica fatta dal commissario dell’Asp di Trapani, Vincenzo Spera, che denunciò continue pressioni da parte di deputati regionali. A questo punto – evidenziano i segretari regionale e provinciale del Pd – sarebbe bene dare risposte anche rispetto agli inquietanti interrogativi che sorgono a seguito di quelle dichiarazioni”. Barbagallo e Venuti poi concludono: “Bisogna tenere alta l’attenzione e vigilare su un settore delicato come la sanità, che è e deve restare pubblica. La politica – concludono – non ceda alla tentazione di affidarsi in toto ai privati: ne verrebbe fuori un sistema soltanto per ricchi e questo il Pd non può e non potrà mai accettarlo”.

- Pubblicità -