Genius Loci: artigianato e bellezza per vincere la povertà educativa

- Pubblicità -

CATANIA – Presentato a Catania Genius Loci Artigianato e Bellezza per vincere la povertà educativa, una ricerca azione realizzata da ON Impresa Sociale con i partner lAssociazione Cappuccini e lIstituto Madonna della Provvidenza e parte del Progetto quadriennale Di Bellezza Si Vive, sostenuto da Con i Bambini nellambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il progetto intende creare, con un percorso di ricerca-azione un metodo educativo originale che dimostri come la bellezza, nel campo dellarte visiva, della musica, del teatro, della danza, del paesaggio, della cura dei luoghi, rappresenti lunica esperienza capace di estendere il potenziale degli individui da un punto di vista emozionale, cognitivo e comportamentale, contrastando lapovertà educativa, migliorando le condizioni di vita e, in ultima analisi, riducendo i costi sociali.

Grazie alla ricerca – azione i ragazzi e le ragazze dei quartieriCappuccini e Tondicello della Playa e dell’Istituto Madonna della Provvidenza di Catania hanno potuto esplorare e scoprire le bellezze della loro città. Dopo una prima fase, che gli ha consentito di conoscere meglio il proprio territorio, sono stati accompagnati, grazie ad Officine Culturali, a visitare tre luoghi simbolo della città: la Cava Daniele, il Castello Ursino e il Monastero dei Benedettini, esplorando la dimensione del desiderio, immaginando e rappresentando la piazza deipropri sogni, grazie allausilio dellarchitetto Marco Terranova di Senzastudio. Da questa esperienza si è dato vita al laboratorio di falegnameria, mentre parallelamente si sono tenuti cinque incontri per definire il Patto Educativo, in modo che si potesse dar seguito alla istituzione della Comunità Educante a Catania.

- Pubblicità -

Il punto sulla bellezza di questa azione è laver attivato unopportunità educativa per questi ragazzi di lavorare per davvero: hanno esplorato i luoghi del loro quotidiano, che spesso per loro resta un mondo sommerso, sconosciuto, spesso per colpa dei vincoli che i contestiimpongono. La scoperta della bellezza è generativa perché consente lattivazione di risorse interne individuali e collettive capaci di trasformare i luoghi del quotidiano dei ragazzi, ha messo in evidenzaGiorgia Turchetto, responsabile del progetto di Di Bellezza Si Vive. La bellezza è unastrazione, prosegue Giorgia Turchetto e per renderla concreta, palpabile è necessario, tradurla, come è accaduto in questa sperimentazione in un lavoro concreto, fatto con le mani. I ragazzi si sono misurati nella realizzazione di oggetti che sono diventati gli arredi di questo luogo in cui loro passano il loro tempo. Con il loro lavoro, hanno sperimentato i loro talenti e le loro frustrazioni, si sono confrontati con creativi, artigiani, hanno risignificato un luogo del loro quotidiano, hanno sperimentato un modello di educazione e apprendimento che abbandona la trasmissione della nozione in favore di una sperimentazione dei saperi, favorendo un apprendimentocollaborativo, laboratoriale, concreto, vero

L’accesso ai luoghi della bellezza è il modo di riappropriarsi anche dello spazio pubblico, infrangendo le barriere psicologiche che spesso maturano proprio in una scuola disabituata a riconoscere limportanza del protagonismo. Tutto ciò si applica soprattutto ai contesti sociali violenti, periferici e escludenti. È per questi giovani che i linguaggi artistici e le esperienze estetiche offrono una possibilità di trasformazione e di esperienza esistenziale di bellezza e di piacere. Quando il Sindaco di New York Giuliani volle affrontare la situazione di violenza di Harlem, vinse la sfida solamente dando ai giovani del quartiere una possibilità e le risorse necessarie perché i giovani potessero realizzare i linguaggi artistici di loro preferenza.


Abbiamo visto la bellezza incarnata in questo progetto in due cose. ha sottolineato Graziella Biondi, fondatrice dellAssociazione Cappuccini – In primo luogo eravamo appena usciti dal COVID 19, i ragazzi che erano stati con noi per tanti anni si erano dileguati, dispersi, non sapevamo come far in modo che potessero essere di nuovo coinvolti e riportarli a stare tutti insieme. Questo progetto ci ha dato un aiuto inaspettato, si sono aggregati nuovamente, ma grazie a questo hanno ritrovato un nuovo senso di appartenenza! E soprattutto è vedere, ed è il secondo motivo per il quale sono grata a questo progetto, nei loro occhi stupiti e interessati quando si facevano insieme le visite guidate, gli incontri, i laboratori, fino alla produzione dei manufatti in legno, laprirsi per loro di un’ipotesi positiva per la vita.

La ricerca azione si è svolta in due quartieri critici di Catania, molto vicini al centro storico e ad alcuni dei luoghi emblematici della città, nei quali i ragazzi e le ragazze che vi abitano non sono soliti accedere ai luoghi della bellezza, ostacolati da barriere psicologiche e dal senso di inadeguatezza. Il progetto è stata la chiave per scardinare queste dinamiche e liberare la dimensione del desiderio e del possibile. Dopo le prime esplorazioni urbane i ragazzi e le ragazze hanno potuto mappare i luoghi di aggregazione, re-immaginandoli alla luce dei loro bisogni e desideri. Al termine la bellezza non è più stata semplicemente un’esperienza da fruire, ma è divenuta uno stimolo perprogettare e produrre grazie al laboratorio di falegnameria e all’intervento in due spazi: l’Istituto Madonna della Provvidenza e la sede dell’Associazione Cappuccini.

Sicuramente queste azioni non sono risolutive sono semi che poi vanno curati e vanno curati dalla Comunità educante che è fatta da tante persone e da tante visioni. ha continuato Giorgia Turchetto – Laltro valore aggiunto è proprio questo: i ragazzi per realizzare gli oggetti nonhanno lavorato semplicemente a scuola, con i loro insegnanti, ma si sono dovuti misurare con dei professionisti: un architetto, un artigiano, un narratore che racconta il territorio e sono entrati in contatto con le associazioni nel loro territorio Ciò significa averli immessi in un sistema di educazione areale. Ecco il punto della bellezza, che èestetica. La bellezza, in questo progetto, ha una valenza educativa, in quanto ha la capacidi far emergere nelle persone la capacità diriconoscere la bellezza stessa, che intrinsecamente avrebbe un potenziale, ma che senza quelle specifiche esperienze estetiche, probabilmente non emergerebbe. È il caso di questi ragazzi che, nel momento nel quale hanno esplorato il loro territorio, si sono stupiti nello scoprire cose che esistono vicino a loro e che loro non riconoscevano come proprie.

- Pubblicità -