Numeri drammatici quelli che in Italia parlano dell’incidenza di mortalità e infortuni sul lavoro. A tre mesi dalla fine del 2023 il trend appare chiaro all’Osservatorio per la Sicurezza Ambientale di Vega Engineering.
In Sicilia il bilancio è di 38 vittime e questo colloca l’isola in fascia arancione rispetto alla mappa che è stata realizzata dall’istituto di Mestre.
In Italia, rispetto allo scorso anno, il numero di vittime di incidenti sul lavoro è salito del 3,3%. Motivo di forte preoccupazione per il presidente, Mauro Rossato.
I dati raccolti raccontano che per i giovanissimi, tra i 15 e i 24 anni, l rischio di morire sul lavoro è superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (21,8 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 13,7).
Ma anche nella fascia degli anziani la situazione è particolarmente preoccupante. L’incidenza più elevata è per gli ultrasessantacinquenni (97,5), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (44,1).
Dallo scorso gennaio sono rimasti vittima di incidente mortale sul lavoro 113 stranieri, con un rischio di morte che risulta doppio rispetto agli italiani: 47,6 morti ogni milione di occupati stranieri, contro i 23,2 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.
In tema di morti sul lavoro la maglia nera va alla Lombardia, con 95 vittime, poi Campania (57), Veneto (55), Piemonte (49), Puglia (46), Lazio ed Emilia Romagna (45), appunto Sicilia (38), Toscana (25), Abruzzo (23), Marche e Umbria (17), Calabria (16), Friuli Venezia Giulia (15), Liguria (14), Trentino Alto Adige (13), Sardegna (12), Basilicata e Molise (5) e Valle d’Aosta (1).
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a settembre 2023 sono 34, mentre 20 hanno perso la vita nell’itinerario casa- lavoro.
Passando alle denunce di infortunio, si registra una diminuzione del 20% rispetto a fine settembre 2022. Da 536.002 a 430.829. Un decremento particolarmente rilevante nel settore della Sanità. A fine settembre scorso le denunce erano in questo caso 21.521, contro le 69.874 dell’anno scorso. Di Covid, in questo contesto, non si parla quasi più.
Nel settore manifatturiero resta più elevato, invece, il numero di denunce (54.444). Seguono: Costruzioni (24.555), Trasporto e Magazzinaggio (23.510), Commercio (22.665).
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