I 391 comuni siciliani sono pronti ad aprire una nuova stagione in Sicilia, insieme al mondo della cooperazione, le istituzioni regionali e la politica sembrano aver compreso come questo dialogo da infittire e rinverdire sia adesso, non più soltanto opportuno, ma necessario per far ripartire la Sicilia e, più in generale, per resiste in un quadro economico soffocato da una serie di congiunture, anche internazionali.
L’Assemblea di Confcooperative Sicilia, sul tema “Comunità al bivio, verso un Nuovo Patto per la Sicilia” ha rappresentato ieri al San Paolo Palace Hotel un momento di confronto reale sul cammino da intraprendere, con premesse nuove, fin da subito.
A parlarne insieme al presidente di Confcooperative Sicilia, Gaetano Mancini, al presidente di Confcooperative Nazionale, Maurizio Gardini ed ai rappresentanti delle cooperative dei diversi comparti nell’isola, c’erano l’assessore regionale dell’Economia, Marco Falcone,l’assessore regionale alle Attività Produttive, Edy Tamajo,esponenti del parlamento siciliano, l’Antimafia con il presidente della relativa commissione Ars, Antonello Cracolici, il sindaco di Palermo,Roberto Lagalla, il mondo dell’impresa e dell’istruzione.
Momento di confronto vero da cui è partito un chiaro segnale da parte di Confcooperative Sicilia . Il presidente Gaetano Mancini ha evidenziato “l’esigenza di un’alleanza fortissima pubblico-privato, che ponga le condizioni per superare le criticità che rendono veramente difficoltoso essere imprenditori in Sicilia, mentre occorre subito creare le condizioni per poter dare una risposta ai tanti giovani che oggi lasciano l’isola. La curva demografica- ha proseguito Mancini- comporta una condizione nella quale si arriverà ad un’impossibilità di equilibrio economico e sociale. Confcooperative ha fatto partire una proposta di collaborazione rivolta alle istituzioni per “dare risposte alle criticità immediate, partendo anche dall’accesso al credito agevolato Irca in Sicilia, su cui occorre intervenire con decisione perché attualmente inadeguato”.
La manifestazione di condivisione del percorso tracciato dalle cooperative è arrivata dal presidente di Anci Sicilia, Paolo Amenta, secondo cui “un nuovo patto è davvero necessario, mettendo fine a questa andatura a tentoni, sedendoci intorno ad un tavolo tutti: istituzioni e terzo settore, visto che gli strumenti normativi adesso ci sono e su può davvero dare vita alla cosiddetta amministrazione condivisa, nel rispetto delle necessità del territorio.
Il presidente della Commissione regionale all’Ars, Antonello Cracolici ha però espresso una certa preoccupazione sul tema della gestione dei beni confiscati alla Mafia. “Una risposta risarcitoria dello Stato alle comunità, attraverso percorsi intelligenti, in grado di dare lavoro e di ottenere una serie di buoni risultati. Purtroppo, tuttavia- ricorda Cracolici- una erie di misure sono state definanziate con il Pnrr come quei 300 milioni finalizzati alla ristrutturazione ed al ripristino di alcuni beni che avrebbero potuto essere restituiti alla collettività in maniera funzionale. Ci sono delle promesse di nuove fonti di finanziamento, ma c’è anche la scelta di destinare buona parte delle somme Fsc in Sicilia al Ponte sullo Stretto. Una maionese impazzita che al momento blocca le opere e le appalti che dovevano partire entro giugno. Questo non può non preoccupare”.
Di cooperazione e del ruolo che Confcooperative è chiamato a svolgere sempre più ha parlato il presidente nazionale, Maurizio Gardini, che ha concluso i lavori.
Siamo davvero ad un bivio- ha detto Gardini, con l’economia che ristagna e risente del contesto , che non cresce. Non è solo un problema di Pil ma di un Paese sempre più in difficoltà e di una manovra di Bilancio insufficiente a dare risposte di sviluppo. Un un tema di speranza è il Pnrr- aggiunge il Presidente di Confcooperative- nonostante la falsa partenza. Sono stati presentati tanti progetti che difficilmente impattano nell’economia dei territori, studiati a Roma, non costruiti dalle comunità per le comunità. Il ruolo di Confcooperative-conclude Gardini- è proprio questo: costruire nuova concertazione e nuovo dialogo nell’interesse delle comunità e della politica. In Italia occorre ripartire dalla Costituzione e dal dialogo sociale per essere protagonisti di una nuova stagione”.
Dal canto suo, la Regione, attraverso l’assessore Marco Falcone assicura una maggiore attenzione ad aspetti come lo “snellimento della macchina amministrativa, un’accelerazione nei pagamenti- prosegue l’esponente della giunta Schifani- come stiamo facendo, anche nei confronti dei comuni. Altri passaggi fondamentali- ha aggiunto l’assessore all’Economia- sono il rafforzamento degli enti locali, a partire dai comuni che sono architrave del Paese Italia ed il sostegno all’impresa nel mercato finanziario, perché a questo si possa accedere in maniera più agevole, riducendo anche i tassi di interesse. A questo si aggiunge un fondo di 300 milioni di euro, che potrà essere utile per assumere 10 mila nuovi lavoratori in Sicilia”.
Nelle interviste realizzate da Hashtag Sicilia, on line questa sera alle 20:00 con la rubrica L’Evento, sulla nostra pagina Facebook, gli approfondimenti e i contributi di diversi protagonisti e ospiti dell’assemblea di Confcooperative Sicilia.
Confcooperative, dall'assemblea regionale parte un nuovo patto per la Sicilia
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