Ciao Laura. E scusaci per tutte le volte che ci siamo lamentati delle nostre vite

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“Questa vita non è tanto semplice da vivere però cerco di affrontarla con tutta la mia forza”.

Era il 9 giugno di quest’anno quando Laura Salafia, con un filo di voce, pronunciava queste parole intervistata dai giornalisti in occasione del conferimento della laurea honoris causa in Filologia Moderna da parte dell’Università degli studi di Catania.

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Una vita che per Laura è diventata difficile in pochissimi secondi il primo luglio del 2010 quando un proiettile vagante la raggiunse mentre camminava in piazza Dante dopo aver sostenuto un esame universitario. A sparare fu un ex impiegato comunale – Andrea Rizzotti – che aveva aperto il fuoco contro un pregiudicato che lo aveva insultato: Rizzotti è stato condannato a 16 anni e mezzo di carcere.

Laura oggi ci ha lasciato ma nella testa di chi scrive riecheggiano quelle parole che ancora una volta hanno sottolineato come Laura ha sempre combattuto, ha sempre lottato nonostante la sua vita fosse confinata a una sedia a rotelle visto che il proiettile le si conficcò tra le seconda e la terza vertebra cervicale condannandola a una vita di sofferenze, a una paralisi dal collo in giù che però non bloccarono mai la sua voglia di scrivere, conoscere, scrutare.

Non era la prima volta che Laura pronunciava parole belle nei confronti della vita, seppur la sua fosse una vita piena di ostacoli: le sue parole uno sprone a non arrendersi, a guardare oltre, ad apprezzare ogni piccolo istante perché in un istante tutto può cambiare.

E penso a tutte le volte che ognuno di noi, che vive una vita libera da ostacoli o blocchi, si lamenta comunque per ciò che non ha, perché non tutto va come immaginato, perché non si riesce ad avere questo o quell’oggetto. In un’epoca in cui le persone le usiamo e gli oggetti li amiamo. Maledetto consumismo.

Laura andava all’essenza delle cose, cogliendone gli aspetti più belli e disperandosi forse alcune volte, così come è giusto che si faccia. Ma anche quel 9 giugno, nonostante le sofferenze, Laura ha regalato a tutti un sorriso.

“Una forza di vita” la sua, prendendo a prestito proprio il titolo del suo libro/diario.

Voglio ricordarla così, con il suo sorriso che dobbiamo custodire dentro ognuno di noi per capire quanto sia bella la vita. E magari scusarci con lei per tutte le volte che della vita ci lamentiamo non capendo il valore enorme che essa ha.

Buon viaggio Laura.

 

 

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