Nel 2022 in Italia sono stati accertati 5.207 reati per incendi colposi, dolosi e generici. Di questi 544 sono avvenuti in Sicilia e hanno distrutto boschi, uliveti, frutteti; devastato interi territori e provocato la morte di animali e di persone innocenti.
Non so, allo stato attuale, quanti incendi siano stati accertati dall’inizio di quest’anno ad oggi. Quello che so con certezza è che dal 2018 al 2022, solo in Sicilia, ne sono stati conteggiati quasi 3.000, esattamente 2.938.
So anche, grazie a quello che ci hanno detto gli studiosi di questo fenomeno, che l’incendio di un bosco, di un uliveto, di un mandorleto o comunque di un terreno, coltivato o meno che sia, nasce da una fonte di calore che può essere una scintilla, un fulmine o un’eruzione vulcanica.
Scartate le prime due cause, poiché sono eventi assolutamente rari, resta l’ultima causa: quella riconducibile all’azione umana, che può essere colposa o dolosa.
È colposa e involontaria quando si butta un mozzicone di sigaretta ancora acceso, un barbecue non spento, si sparano petardi o si bruciano sterpaglie in prossimità di boschi e di terreni.
Invece l’incendio viene considerato doloso quando si provoca volontariamente per trarne un profitto dall’area bruciata. Un beneficio che può essere di tipo edilizio o addirittura, più miseramente, per ottenere abbondante selvaggina.
Comunque, colposo o doloso che sia, questo tipo di incendi si configurano tutti come veri e propri reati che purtroppo però spesso restano impuniti.
Chi appicca il fuoco in un’area boschiva deve sapere, lo ricordo a me stesso, che devasta il bosco e il suo ecosistema: muoiono alberi, vegetazione e animali e il suolo resta arido, privo di microrganismi e di sostanze nutritive assolutamente necessarie per la vita vegetale e animale, determina una minore compattezza del terreno e di conseguenza favorisce il dissesto idrogeologico.
Commette quindi un reato gravissimo, un vero e proprio crimine contro la natura e il futuro dell’uomo.
Chi brucia un uliveto, un frutteto o comunque un terreno coltivato commette un reato non meno grave perché distrugge il reddito di una famiglia che ha lavorato un anno, ha investito e si ritrova senza reddito, per dirlo papale papale “con il culo per terra”.
Se poi a causa di un incendio perde la vita una ragazza che tentava di salvare un cavallo, come è accaduto nelle campagne di Cefalù, il reato assume i contorni di una tragedia per la quale non ci sono indennizzi che tengono.
Anche perché negli anni si può recuperare un bosco, si può indennizzare un agricoltore, come è auspicabile, ma non si può restituire la vita ad un essere umano.
Pertanto, in attesa che vengano individuati i colpevoli di questi atti criminali e che si predispongano da parte della Regione quelle azioni necessarie per prevenire gli incendi, la Cna di Palermo, insieme a quella regionale, ha deciso di incontrare le comunità interessate e le loro rappresentanze e di compiere un gesto d’amore per la propria terra e per sostenere la ripartenza.
Un gesto nobile che consiste nel dare un voucher ad ognuno dei comuni i cui territori sono stati devastati dagli Incendi del 22 e del 23 settembre e specificatamente a Cefalù, Lascari e Gratteri per la piantumazione di 1.000 piante di ulivo.
Un gesto, quello della Cna, che ha un forte valore simbolico perché da sempre l’ulivo rappresenta la volontà di pace, di amore, di rinascita e di tenacia.
Pertanto oggi pomeriggio il segretario e il presidente provinciale della Cna di Palermo, Pippo Glorioso e Peppino La Vecchia, il segretario regionale Piero Giglione e il Presidente nazionale Dario Costantini (che è ritornato in Sicilia, a dieci giorni di distanza dall’ultima visita, per esprimere direttamente vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite dagli incendi e testimoniare così anche il suo legame con la Sicilia e con il gruppo dirigente della Cna siciliana), in occasione degli incontri che avranno con le comunità, con la Giunta di Cefalù e con i Consigli comunali di Lascari e Gratteri, consegneranno ai sindaci i voucher per l’acquisto degli alberi d’ulivo procedere rapidamente alla piantumazione.
Pensando alla tempestività del gesto della Cna il mio auspicio è che la Regione e le forze politiche, di governo e di opposizione, davanti a certi eventi come quelli raccontati – che hanno causato due vittime innocenti -, piuttosto che dividersi o beccarsi come i capponi di Renzo, facciano prevalere il senso di responsabilità e agiscono di comune accordo con la stessa tempestività dimostrata dalla Cna, predisponendo per tempo misure di prevenzione degli incendi adeguate e indennizzi a chi è stato danneggiato per aiutarlo a rialzarsi.