La realizzazione delle nuove linee del tram a Palermo allarma i commercianti.
A farlo presente è la presidente di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio, che esprime forti preoccupazioni soprattutto per la tempistica di interventi che determinano l’apertura di nuovi cantieri in città.
“Non vogliamo vivere altri calvari come quelli dell’ultimo decennio-spiega Di Dio- contrassegnato da cantieri stradali infiniti che hanno provocato danni incalcolabili alle attività commerciali della città”.
La presidente di Confcommercio ha, pertanto, inviato una nota ai vertici dell’amministrazione comunale di Palermo. I timori scaturiscono dal recente giudizio dell’Anac (l’autorità nazionale anticorruzione) secondo cui il progetto per il tram “è carente e insufficiente” e vengono alimentati dalla sentenza del Cga la quale stabilisce che sarà il Comune di Palermo a doversi fare carico dei costi – almeno otto milioni di euro – per lo spostamento dei sottoservizi”.
“Abbiamo già espresso in passato più di una perplessità sulla effettiva utilità e sostenibilità di queste linee tramviarie- prosegue Patrizia Di Dio- soprattutto quella che attraverserà via Libertà, ma in questo momento c’è il dovere di garantire il minore impatto possibile per le aziende commerciali della città che hanno già pagato un prezzo troppo alto per le inefficienze amministrative nell’ambito dei lavori pubblici: anello ferroviario, collettore fognario e passante ferroviario sono solo alcuni esempi di come la approssimativa pianificazione e realizzazione dei lavori hanno determinato la chiusura di diverse attività commerciali ed enormi disagi alla cittadinanza. Il paradosso è che nonostante questi danni, le opere non siano state ancora consegnate alla città a causa di gravi ritardi nella esecuzione delle opere”.
La nota di Confcommercio Palermo termina con l’auspicio “che con provvedimenti specifici, il Comune di Palermo possa prevedere e adottare sin da subito le necessarie misure in sostegno delle aziende e un sollecito confronto con tutte le parti sociali coinvolte”.