Le nozze non si fanno con i fichi secchi, ma almeno si intervenga sui record negativi collezionati dal paese

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Buona sera e ben ritrovati nella rubrica di Hasthag Sicilia “ Comu veni si cunta “.
Archiviato il generale agosto e le vacanze, per chi le ha fatte, si torna al lavoro.
Ritornano al lavoro i governi, almeno così si spera, ritornano al lavoro quelli che hanno un’occupazione e tornano a contare le mattonelle o i sanpietrini delle piazze Siciliane i giovani
disoccupati.
Poiché a Roma siamo ancora agli annunci su quello che vuole fare il governo nazionale con la manovra di Bilancio e,a Palermo l’esecutivo regionale diserta la prima seduta del Parlamento siciliano,come se non ci fosse nulla di cui occuparsi,su queste questioni non dico niente, mi chiudo la bocca.
Questa sera preferisco intrattenervi su un primato conquistato,recentemente dal nostro paese;Un’ascesa alla vetta che colloca l’ Italia al primo posto nel mondo per numero di persone tatuate.
Pensate il Bel paese con il 48 per cento della popolazione che sfoggia sulla pelle un disegno o una citazione in bianco e nero o a colori precede addirittura gli Stati Uniti e la Svezia che in questa particolare classifica si collocano al secondo e al terzo posto.
Naturalmente avrei preferito, credo anche molti di voi,che l’ Italia guidasse ben altre classifiche come,ad esempio,quella della congiura dei salari,del numero dei giovani laureati,della spesa per l’istruzione,per la sanità e per l’assistenza degli ammalati e delle persone fragili, che invece,vedono il nostro Paese fanalino di coda delle classifiche in Europa.
Non so se il Governo Meloni nella manovra di Bilancio rinuncerà, come viene annunciato urbi et orbi, alle misure spot che i partiti sollecitano per appuntarsi una medaglia sul petto da mostrare alle prossime elezioni europee per conquistare qualche voto in piu’, quello che si intuisce è che sarà rinviato sine die il capitolo pensioni,sia l’aumento a mille euro delle pensioni minime caldeggiato da Forza Italia sia l’uscita anticipata dal lavoro con 41 anni di versamenti e 62 anni di età.
Stando alle dichiarazioni del presidente del consiglio, Giorgia Meloni le poche risorse disponibili saranno concentrate per aiutare quei soggetti e quelle categorie che hanno sofferto di più la crisi tagliando il cuneo fiscale e detassando le tredicesime.
Al momento non sembra ci siano le risorse per il rinnovo dei contratti degli statali, scaduti da 20 mesi; non ci sono i soldi neppure per l’aumento delle paghe dei professori e per mettere a terra la misura principe della riforma fiscale, vale a dire per la riduzione delle aliquote Irpef.
Sappiamo che la coperta di cui dispone il governo è troppo corta per coprire tutte le esigenze sulle quali sarebbe necessario intervenire, ma sappiamo anche che ci sono alcune questioni sulle quali è assolutamente urgente intervenire.
Tra le tante urgenze non rinviabili metto al primo posto la spesa sanitaria anche perché l’Italia è soltanto sedicesima tra i Paesi europei dell’ OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) per la spesa pro-capite e fanalino di coda nel G7, che è il forum intergovernativo composto dai sette maggiori Stati economicamente avanzati del pianeta.
Pensate per curarci spendiamo il 6,8 per cento del PIL, meno dello 0,3 punti percentuali sia rispetto alla media OCSE ( Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ),per la spesa pro-capite e fanalino di coda del G7 (il forum intergovernativo composto dai sette magiori stati economicamente avanzatidel pianeta).Pensate per curarci spendiamo solo 6,8% del PIL,meno 0,3 punti percentuali sia rispetto alla media OCSE che è del 7,1 per cento,che alla media europea anch’essa attestata al 7,1 per cento.
Ecco perché la Sanità fa acqua da tutte le parti.
I medici, oltre ad essere pochi sono meno pagati dei loro colleghi europei e scappano all’estero o preferiscono lavorare per le strutture private.
A questo proposito mi sembra utile precisare che i medici devono ancora chiudere le trattative per il rinnovo del contratto 2019-2021 e dovranno ancora negoziare gli aumenti che coprono il periodo che và dal 2022 al 2024, che sono gli anni dell’impennata dell’inflazione.
Gli ospedali si stanno progressivamente svuotando anche perché non mancano solo medici ma anche gli infermieri (di infermieri addirittura ne mancano 150.000 e il caro vita li fa emigrare dal Nord dove hanno trovato lavoro al Sud ); e le liste di attesa piuttosto che ridursi diventano sempre più lunghe.
A scoraggiare gli infermieri a lavorare al Nord,fino a spingerli alle dimissioni,non è solo un problema economico,ma anche lo stress lavorativo e il continuo ricorso ai doppi turni che non lascia più spazio e tempo da dedicare alla propria famiglia.
A guadagnarci rispetto a questa situazione diventata ormai insopportabile per i cittadini è solo la sanità privata che continua ad ingrassarsi.
La logica degli interventi tampone,dei pannicelli caldi praticata sinora dai governi che si sono succeduti alla guida dell’Italia per curare la sanità pubblica e farla diventare un’eccellenza com’era un tempo non basta più.
Per mettere in piedi un’assistenza medica e infermieristica adeguate e garantire la sicurezza delle cure a tutti gli italiani, sopratutto ai malati cronici, alle persone fragili e agli anziani e, nel contempo, cancellare la vergogna delle liste di attesa, servono risorse importanti.Risorse da destinare al personale medico e infermieristico,alle spesa farmaceutica e nuovi stanziamenti per azzerare o almeno ridure le liste d’attesaper garantire a che ne ha bisogno gli esami e le cure ospedaliere.
È auspicabile quindi che il governo, oltre a trovare i soldi per coloro i quali sono stati maggiormente colpiti dalla crisi e dagli aumenti devastanti dei prezzi dei prodotti di prima necessità e dei carburanti, trovi i soldi per la scuola e soprattutto per la sanità pubblica.
Sappiamo che la coperta è corta e che da qualsiasi parte la si tiri,si rischia di lasciare scoperti la testa o i piedi. L’importante è, comunque,che almeno non si lasci scoperta quella parte del corpo che è opportuno tener ben coperta.
Di questo e di altro parleremo nel video di questa sera.
Appuntamento alle ore 20.00 in prima visione assoluta sulla nostra pagina facebook, sul nostro canale youtube su X e su Linkedin.
Non mancate!

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