“Agata incontra le donne”: confronto al Museo Diocesano

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CATANIA – È stato il magico scenario del Museo Diocesano di Catania a fare da cornice al confronto “Agata incontra le donne” voluto dal Comitato per la Festa di Sant’Agata con in testa la sua presidente Mariella Gennarino insieme al Rotary Club Catania Nord.

Una iniziativa – moderata dal professore Agatino Cariola – che ha permesso di fare una attenta analisi di interesse medico-scientifico curata dal prof. Giuseppe Ettore, direttore Dipartimento materno infantile dell’Arnas Garibaldi Nesima e che ha messo al centro i temi della salute e della prevenzione, a partire dalla figura di Agata.
Il primo punto da cui si è partiti è stato quello della libertà che deve essere conquistata anche attraverso la prevenzione: “voi donne spesso non vi volete bene”, ha detto il professore Ettore evidenziando come sia necessaria la prevenzione per salvare la vita. 
Il professore Ettore durante il suo intervento si è posto delle domande: le donne parlano a loro stesse? E parlano con le altre donne? 
Interrogativi che servono a capire come la donna si approccia alla questione salute: in Europa si vive meglio rispetto ad altri paesi del mondo anche se le donne europee vivono 10 anni in cattiva salute a causa dell’allungamento della vita. E anche perché alcune donne soffrono di alcune patologie molto di più degli uomini.
“Ma essere donna è un vantaggio da difendere”, ha detto il professore Ettore perché il miglioramento della vita della donna permette anche a chi le sta intorno di vivere meglio.
Ci sono poi patologie che sono poco conosciute, come il carcinoma ovarico, di cui si parla poco e per il quale si fa poca prevenzione. Affrontata anche la questione della menopausa e della detanalità.
Il professore Ettore ha concluso evidenziando come “essere donna è un vantaggio da difendere”.
 
 
A intervenire, oltre al professore Giuseppe Ettore, la prof.ssa Lucia Frittitta, endocrinologa, che ha incentrato il proprio intervento sull’importanza dell’alimentazione e di come essa sia cambiata nel tempo con stili di vita non sempre adeguati. Ma ci sono anche esempi positivi che arrivano dalla “blue zones”, 5 aree nel mondo – tra cui una in Sardegna – in cui la speranza di vita è notevolmente superiore rispetto alla media del pianeta. Qui le persone mangiano bene e conducono un ottimo stile di vita. Se ne dovrebbe prendere esempio e i medici dovrebbero avere un approccio olistico con il paziente che è innanzitutto persona di cui occuparsi a 360 gradi. 
 
La dott.ssa Martina Messina, radiologa-senologa, ha illustrato il valore della prevenzione: “parlo prima da donna e poi da medico: se dobbiamo prenderci cura delle donne dobbiamo parlare di prevenzione del tumore al seno, il più diffuso tra le donne. Ma dal cancro alla mammella si può guarire grazie alla diagnosi precoce che riduce la mortalità”. 
Prevenzione che deve essere fatta sin da giovanissime cominciando dall’ecografia per poi passare alla mammografia. “Che andrà fatta fin quando ci vogliamo bene”, conclude la dottoressa sottolineando come la prevenzione vada fatta sempre.  
E ha accennato anche al alcune nuove tecniche mini invasive.
 
La dott.ssa Gabriella Pellegriti, endocrinologa, ha evidenziato cosa succede quando c’è un eccesso di ormoni a causa di un malfunzionamento della tiroide: “la tiroide è al centro di tanti meccanismi biologici ed è una sorta di spia sullo stato di salute della donna”. Anche in questo caso prevenire diventa fondamentale. 
 
La dott.ssa Lucia Randazzo, ostetrica, ha cominciato il suo intervento ponendo una domanda: “la gravidanza di oggi come può essere sorretta e sostenuta?”. Questo perché è cambiato il modo di vivere la gravidanza e il modo in cui anche la medicina si è approcciata a essa. Serve cambiare innanzitutto creando una medicina che deve essere inclusiva e chiarificatrice. 
 
 
La dott.ssa Marisa Scavo, procuratore aggiunto vicario, ha posto l’accento sulla libertà della donna: “Sant’Agata è un esempio di autodeterminazione, che ha saputo imporre la propria volontà nonostante le violenze subite da un uomo. A sottolineare come quello della violenza di genere sia un problema millenario, basti pensare – ha aggiunto la Scavo – al Ratto delle Sabine, al Ratto di Proserpina, fino ad arrivare ai giorni nostri con continui casi di cronaca nera. Ecco perché le donne devono sapere cogliere i primi segnali, soprattutto quelli che indicano un possesso”. 
 
Tra gli invitati anche la presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta Maria Grazia Vagliasindi che in un partecipato intervento ha evidenziato come andrebbero abbattuti gli stereotipi. 
 
 
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