Francesco Lodi lascia il calcio: "E' stato un viaggio fantastico dalla prima all'ultima punizione"

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Una bandiera, un idolo, la storia di Catania. Francesco Lodi all’età di 39 anni lascia definitivamente il calcio giocato. Per tantissimi anni ha vestito la maglia rossazzurra in quasi tutte le categorie dalla Serie A ai campi polverosi dalla Serie D. Ha chiuso trionfalmente una carriera ricca di successi, suggellando un grande amore verso la città e la squadra etnea.

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Catania, Ciccio Lodi saluta il calcio: la lettera d’addio del capitano rossazzurro

Catania sei da 10 e…Lodi“. Quante volte è capitato di leggere titoli di giornale o di articoli che riportavano una vittoria del Catania grazie ad una punizione di Francesco Lodi? Una bandiera e un simbolo della squadra rossazzurra che ieri ha definitivamente chiuso con il calcio giocato all’età di 39 anni. Una carriera lunghissima tra Serie A, B, C e D con tantissime maglie. L’ultima avventura proprio sotto l’Etna nei dilettanti, riportando il Catania nel calcio professionistico da capitano. Per l’occasione Lodi ha aperto il suo nuovo account su Instagram e ha scritto una lettera per il suo addio:

Oggi mi rivolgo a te, bambino di Frattamaggiore. Ti vedo sorridere mentre osservi le giocate di Diego: speri tanto che quel pallone possa rivelarsi il tuo futuro. Ci credi, lo vuoi contro tutti, per l’orgoglio di mamma, papà e i tuoi fratelli. Pezzi di te per l’eternità. L’Empoli azzurra ti lancia: i timori scompaiono in vista di profonde e radicate responsabilità. Lontano dal tuo mondo soffri ma il tuo pezzo di prato profumato d’investitura ti inorgoglisce: se il ragazzo d’oro per tutti ma tu non ci pensi: parola al campo e gratitudine. Anche perché proprio qui, l’altro azzurro, quello dell’Italia che sa di storia ti vedrà brillare per l’Europa. 

Frosinone invece è ebrezza pura: il calore arrivare dritto al cervello. La rete che si gonfia sarà pian piano una dolce ossessione. Un trampolino furioso verso la A in quella Udine sognatrice che non manchi mai di ricordare con affetto smisurato. E’ gennaio, Ciccio, il telefono squilla: Catania ha bisogno di te. Quella maglia è diversa, unica, più di qualsiasi attrazione probabile. Lo senti già dal debutto in casa con il Lecce, lì la testa è confusa, il cuore già traballa fortissimo. 

Seguono notti d’Europa sfiorata, addii tra le lacrime, ritorni inaspettati. Una moglie incredibile e delle figlie bellissime. Un amore profondo e totale che nulla ha a che vedere con le solite storie che si leggono in giro. Rifiuti ogni big, ogni offerta roboante per quello stemma lì. Senza rimpianti, di roboante c’è solo lui. Lo servi lealmente, sputando sangue per i suoi colori, standogli vicino nella sofferenza, anche da lontano. Con l’assenza che sa di rispetto. Sei ormai figlio dell’Etna, debitore eterno verso le esperienze con Vicenza, Genoa, Parma, Triestina, Messina ed Acireale, certo. 

Ma sai che quella corrente poderosa che irrompe dall’Australia aspetta solo che tu possa accoglierla. Perché il destino ricorda sempre. Ed il cuore per quanto maturo sente solo il barrito dell’Elefante e l’urlo del Massimino: la tua vita. Sai che ti dico Ciccio? Può bastare. Sarà quel riscatto dalle ceneri l’ultimo istante della tua carriera da calciatore. Perché nulla vale più di un ultimo bacio che tocca l’anima e darsi tutto fino in fondo è l’unico modo per amarsi davvero ed essere insieme felici per sempre“.

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