“Nelle carceri siciliane mancano infermieri e agenti di polizia penitenziaria, e i temi della salute mentale e della giusta cura sono sottovalutati, mettendo a dura prova il sistema, che non è più in grado di assicurare la tutela per i lavoratori e livelli di assistenza sanitaria adeguata ai detenuti”.
Lo sostiene la Fp Cgil Sicilia che ha tenuto ieri a Catania un convegno sui temi della salute e della sicurezza negli istituti penitenziari. Negli ultimi mesi sono aumentate le aggressioni al personale nelle carceri e i suicidi di detenuti. “La sanità penitenziaria – ha detto il segretario della Fp Cgil Sicilia, Gaetano Agliozzo – necessita di grande attenzione e di decisioni e azioni da intraprendere in fretta”. “Chiediamo protocolli che attivino servizi di salute mentale per i detenuti che presentano disturbi psichici – ha sottolineato Agliozzo – e l’istituzione di osservatori di cui parte integrante siano anche le organizzazioni sindacali. Occorrono assunzioni – ha aggiunto – e trattamenti sanitari adeguati”. Oggi la Sicilia conta oltre 6.200 detenuti, di cui 1.000 stranieri, molti i reclusi per mafia e molti i detenuti con problemi psichiatrici. La Fp chiede una riorganizzazione, che attraverso nuovo personale e percorsi sanitari adeguati, assicuri diritti e sicurezza per gli operatori.