1° Maggio: ad Acate (Rg) manifestazione di Cgil, Flai e Libera sui temi della legalità e del contrasto al lavoro nero. Ci saranno Don Ciotti,Bruno Giordano e Giovanni Mininni.
Lavoro e legalità: è questo il tema del Primo Maggio ad Acate (Ragusa), dove su iniziativa della Cgil, della Flai e di Libera si terrà una manifestazione (concentramento alle 10 in piazza Indipendenza e corteo fino a piazza Matteotti) che vedrà gli interventi di Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, Bruno Giordano, magistrato e Giovanni Mininni, segretario generale della Flai Cgil nazionale. Non solo Portella della Ginestra dunque in Sicilia, dove anche quest’anno, nel 76° anniversario della strage mafiosa che fece 12 vittime e decine
di feriti, si terrà la tradizionale manifestazione, ma anche la città della provincia di Ragusa sarà teatro di un’iniziativa che, celebrando la festa dei lavoratori, rilancia il tema del contrasto al lavoro nero, allo sfruttamento, della legalità. La città di Acate scelta come emblema perché proprio da qui nel luglio del 2022 è scomparso il mediatore culturale ivoriano Dauda Diane, un caso su cui la Cgil non ha mai smesso di chiedere che sia fatta luce. Dove il lavoro agricolo fa spesso il paio con lo sfruttamento, con un lavoro irregolare e nero che è comunque diffuso in tutta la Sicilia e in tutti i settori: non solo in agricoltura ma anche nell’edilizia, nel commercio, nei servizi. “Non è mai troppo parlare di legalità- scrivono in una nota il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino e il segretario della Cgil di Ragusa Peppe Scifo- in una terra dove le illegalità nel lavoro sono purtroppo ancora diffuse e sono terreno di coltura e conseguenza anche dell’insistere nel tessuto produttivo di mafia e criminalità organizzata”.
Il mancato gettito in Sicilia a causa del lavoro nero è di 3 miliardi l’anno, rileva la Cgil. Dal 2013 al 2022 si registrano 51.509 occupati in meno e il lavoro irregolare è cresciuto dal 19,5% al 21,2% (Italia al 13,3% al 13,4%). I settori a più alta incidenza di lavoro irregolare: sono agricoltura, edilizia , ristorazione, commercio, ambiti in cui i tassi stimati di lavoro irregolare (2021) sono rispettivamente 37,3%,( 23,8 nazionale), 25%, 21,5% per il complesso dei servizi a cui si aggiunge l’11,9% del manifatturiero. Alla crescita del lavoro irregolare si accompagna l’aumento degli infortuni sul lavoro, con un +0,5% tra il 2021 e il 2022. Guardando a tutti i settori nell’ultima l’ultima massiccia ispezione degli enti preposti al controllo è stato accertato che in 8.900 aziende in cui sono state fatte le verifiche son saltati fuori qualcosa come 6.000 lavoratori irregolari. “Questo dà la misura della guerra che si sta combattendo”, osserva Mannino e Scifo. Nella maggior parte dei casi la violazione dei diritti dei lavoratori si sviluppa nei settori poveri, dove il lavoro è spesso non pagato secondo quanto previsto dai CCNL, e dove la manodopera ha un tasso d’istruzione basso.
Spesso lo sfruttamento riguarda i migranti ed in generale tutto coloro i quali vivono una condizione di estremo bisogno. Sacche di sfruttamento le troviamo nei settori delle ristorazione, migliaia di lavoratrici e lavoratori che lavorano presso bar o ristoranti anche 10-12 ore al giorno per un salario mensile che non supera le 700-800 euro al mese. Nel settore edile, le ditte spesso reclutano manodopera straniera, sia immigrati con regolare permesso di soggiorno, sia irregolari, tenendoli in condizioni di sfruttamento rispetto alle norme sul diritto del lavoro. Manovali e muratori assunti totalmente “a nero” o assunti con contratti per un orario inferiore al lavoro effettivamente svolto. Per quanto riguarda il settore agricolo “ il 56% delle retribuzioni non è conforme alle norme contrattuali e 29.000 lavoratori sono a rischio sfruttamento movimentati dai caporali. Il fenomeno riguarda sia i
lavoratori italiani che gli stranieri. “Ecco perché- concludono Mannino e Scifo- nell’occasione della festa dei lavoratori abbiamo scelto di fare questa manifestazioni, per rimarcare che ‘ il lavoro senza dignità non è lavoro’ e che senza legalità non può esserci sviluppo”.