CANICATTÌ (AG) – Sabato scorso, a Canicattì, si è costituita Fedagricoltura Sicilia alla cui guida è stato nominato Giancarlo Granata.
Era presente il presidente nazionale della federazione, Massimo Fasciana.
Fedagricoltura, aderente alla datoriale CIFA Italia, “ha deciso di strutturarsi sul territorio per rispondere alle sollecitazioni e alle istanze provenienti dal mondo agricolo siciliano che sta vivendo una
profonda crisi” dichiara il presidente di Cifa, Andrea Cafà.
“Siamo partiti da Canicattì e non a caso. Questa cittadina, insieme al suo comprensorio a cavallo fra le provincie di Agrigento e di Caltanissetta, costituisce da sempre un distretto agricolo rilevantissimo per la produzione dell’uva da tavola di circa 22.000 ettari” precisa Massimo Fasciana.
“La crisi economica, anche a seguito della situazione politica internazionale, i costi di produzione e di trasporto altissimi, il lungo periodo di siccità, i problemi di mercato dovuti a un netto calo dei consumi impongono – dichiara Giancarlo Granata – il riconoscimento dello stato di
crisi per il comparto dell’uva da tavola. Facciamo appello alle Istituzioni competenti per definire in tempi brevi l’iter procedurale che consenta di riconoscere una serie di aiuti immediati tra i quali, come avvenuto con Decreto cura Italia e Decreto Liquidità, la sospensione delle segnalazioni di incaglio o sofferenza da parte delle banche alla Centrale rischi e la rinegoziazione-ristrutturazione delle esposizioni bancarie con la garanzia di ISMEA in massimo 25 anni”.
“E’ noto – prosegue Granata – che tutti questi fattori hanno determinato per i produttori il crollo dei prezzi scesi tra 0,30 e 0,50 centesimi, ben al di sotto dei costi di produzione. Questo ha causato un forte indebitamento delle aziende agricole, molte delle quali ora rischiano il fallimento”.
“Abbiamo diverse proposte, per esempio riconoscere un contributo straordinario integrativo di almeno 25 centesimi al Kg di uva, a causa della crisi di mercato nell’annata 2022, o valorizzare lo scarto dell’uva da tavola non idoneo alla commercializzazione (destinato alla trasformazione industriale per la produzione di zuccheri a utilizzo agroindustriale e alla produzione di mosti concentrati rettificati) grazie a un prezzo garantito alle cantine (almeno 25-30 centesimi al Kg. Chiediamo inoltre l’avvio di un’interlocuzione con la grande distribuzione organizzata (GDO) per fissare un equo compenso, per avviare campagne di marketing sui media nazionali che esaltino le proprietà organolettiche dell’Uva da Tavola IGP e per attivare aiuti a valere sui fondi PNNR e del PSR al fine di mitigare la crescita esponenziale dei costi di produzione” conclude Granata. Massimo Fasciana fa presente che “Fedagricoltura, insieme con le altre associazioni di categoria, si farà portavoce delle istanze dei produttori di
Uva da Tavola del comprensorio canicattinese e seguirà la vicenda con attenzione chiedendo un incontro con le istituzioni competenti a livello regionale e nazionale”.
“Oltre alla crisi che colpisce il comparto dell’uva da tavola canicattinese vi è una crisi generale dell’agricoltura siciliana, a cominciare dal comporto degli ortaggi e delle primizie orticole. Ne siamo dolorosamente consapevoli. Per questo diciamo che occorre avviare un controllo sulle frodi alimentari, promuovere campagne pubblicitarie su scala nazionale che evidenzino la qualità dei nostri prodotti e attivare specifici aiuti a valere sui fondi PNNR e sui fondi UE del PSR. Continueremo ad ascoltare i produttori siciliani e saremo una nuova voce a difesa dei loro legittimi interessi” conclude Andrea Cafà.