Troppe donne, soprattutto in Sicilia, diventano mamme in età adolescenziale e non sempre si tratta di scelte consapevoli ma spesso affidate al caso o alla mancanza d’informazione. Secondo AIDOS (associazione italiana donne per lo sviluppo), la Sicilia è all’ultimo posto nell’accesso alle informazioni sulla contraccezione. Le Regioni che occupano i primi tre posti sono: Emilia Romagna, Toscana e Puglia. Le ultime tre sono: Abruzzo, Molise e Sicilia. La legge italiana prevede che i mezzi per il controllo delle nascite vengano distribuiti gratuitamente nei consultori ma tutte le regioni, come previsto dalla norma, approvano leggi attuative che demandano tale disposizione direttamente ai consultori. Le Regioni che attualmente permettono ad alcune categorie di accedere alla contraccezione gratuita sono: Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Lazio insieme alla Provincia autonoma di Trento. Ma in Italia, le pillole contraccettive sono tra le più care d’Europa, fino a 20€ al mese.
“Purtroppo, ancora oggi la contraccezione viene considerata un lusso – come ci spiega la dott.ssa Elisa Caruso che negli ultimi mesi ha avviato un percorso di conoscenza e diffusione di informazioni sulla contraccezione nelle scuole del comprensorio etneo. A richiedere questi incontri nella maggior parte dei casi sono stati proprio gli studenti tramite i loro rappresentanti. Nonostante i social network le ragazze si scontrano quotidianamente con tutta una serie di tabù e di preconcetti basati proprio sulla vita ginecologica di ogni donna. Le mestruazioni non vengono definite con il loro giusto nome, si ha imbarazzo ad acquistare i preservativi in farmacia, poche ragazze tendono a spiegare ciò che provano nella propria intimità nemmeno al proprio partner e si evidenzia una scarsa, se non assente, conoscenza dei metodi contraccettivi. Poter esprimere liberamente se stesse, raccontare dei propri bisogni, ascoltare il proprio corpo e vivere la sessualità con consapevolezza e conoscenza è un diritto che le donne hanno conquistato, duramente peraltro. E mi sembra giusto ricordarlo proprio oggi”.
La mancanza di percorsi di conoscenza e sensibilizzazione su questi temi è ormai considerata un emergenza. “Credo sia opportuno ricordare alle istituzioni – ricorda la dott.ssa Caruso – che non si è donne solo in alcuni giorni del mese o dell’anno e garantire una parità ed un libero accesso a strumenti ed informazioni è anche uno dei modi per sostenere attività di politiche pubbliche condivise e partecipate”.
Donne, riusciamo a garantire accesso alla contraccezione?
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