Orchestra e Coro dell’ente lirico etneo. Sul podio Eckehard Stier, maestro del coro Luigi Petrozziello.
In programma musiche di Bellini, Bernstein, Chabrier, Chačaturjan, Mascagni, Massenet, Rossini/Respighi, Smetana, Strauss padre e figlio, Suppé, Verdi.
CATANIA – È sold out ormai da settimane il tradizionale Concerto di Capodanno che il Teatro Massimo Bellini programmerà il primo gennaio alle ore 19:00 per accogliere il 2023 nel segno della grande musica. Un rito di aggregazione che in questi tempi difficili vuole tradursi in un “Inno alla gioia”ce alla fratellanza, proprio come il celeberrimo finale corale che suggella la Nona Sinfonia di Beethoven, aspirazione alla pace tra i popoli esaltata nei versi schilleriani musicali dal Titano di Bonn. Ed è con questo spirito che il concerto catanese propone un tale vertice del magistero beethoveniano, quale augurio e messaggio di speranza, all’interno di un programma festoso che trascorrerà dal turbinio dei valzer e delle polke a celebri pagine sinfoniche e corali del repertorio operistico e non solo. Un itinerario ideale nello spazio e nel tempo, tra Ottocento e Novecento, attraverso autori e paesi europei e d’oltreoceano.
Sul podio l’autorevole bacchetta di Eckehard Stier, alla guida delle pluripremiate formazioni dell’ente, che schiera la propria Orchestra e il proprio Coro, quest’ultimo istruito dal maestro Luigi Petrozziello.
Ad aprire la sequenza dei brani sarà come di consueto il manifesto del genius loci Vincenzo Bellini, ovvero la maestosa Sinfonia di “Norma”. Sempre al melodramma italiano attingono pagine che non hanno bisogno di presentazione come il Coro di zingarelle e mattadori dalla verdiana “Traviata” e il Coro d’introduzione della “Cavalleria rusticana” di Mascagni. Al teatro musicale d’oltralpe attiene la mistica e sublime “Méditation” da “Thais” di Massenet, mentre ad un fiabesco idillio rurale invitano la polka e il coro tratti da ‘La sposa venduta” di Smetana, considerato a ragione il più grande musicista boemo, capace di porre le basi di un linguaggio musicale nazionale al fine di valorizzare il patrimonio etnico e conquistare alla propria patria un ruolo di primo piano nel panorama della musica europea. Smetana si fece così promotore di un’opera nazionale ceca che affondasse le sue radici nella cultura e nelle tradizioni della Boemia, di cui l’esempio più alto è proprio “La sposa venduta”.
Dal repertorio sinfonico provengono la “Tarantella” di Rossini rielaborata da Ottorino Respighi per “La bottega fantastica”, la colorita rapsodia “España” di Chabrier e la suite “Masquerade” di Chačaturjan.
Non classificabile entro alcun genere è invece “Candide” di Bernstein – creazione ispirata al capolavoro di Voltaire – di cui ascolteremo la celebre ouverture: nell’ambizioso progetto di trasporre in musica due secoli dopo un caposaldo della letteratura polemica illuministica, il compositore accosta infatti una varietà di stili e generi, dalla leggerezza dell’operetta alla spettacolarità del musical al lirismo del teatro musicale classico.
Irrinunciabili e quasi rituali per ogni Concerto di Capodanno appaiono naturalmente le melodie e i ritmi trascinanti della dinastia degli Strauss, in particolare Johann figlio, di cui non può mancare il valzer “Sul bel Danubio blu”, che la locandina catanese propone insieme alle frizzanti Pizzicato Polka e Tritsch–Tratsch Polka. Al Leitmotiv dell’Austria Felix si allinea altresì l’effervescente ouverture dall’operetta “Cavalleria leggera” di Franz von Suppé. E tra i bis a sorpresa, per la gioia del pubblico, c’è da scommettere che farà capolino anche Johann Strauss padre con la Radetzky-Marsch.
A concertare questa variegata antologia sarà il maestro tedesco Eckehard Stier, originario di Dresda e applaudito come direttore ospite di prestigiose formazioni orchestrali, quali London Symphony e London Philharmonic Orchestra, Tokyo Philharmonic, Melbourne Symphony Orchestra, Dresdner Philharmonie. Con un vasto repertorio di oltre 80 titoli, Stier è rinomato anche come direttore d’opera. Le sue interpretazioni del teatro musicale di Richard
Strauss e in particolare di Richard Wagner hanno ricevuto eccellenti consensi di pubblico e di critica.
Accanto all’attività di direttore d’orchestra, svolge un’importante carriera come pianista che accompagna film muti e coltiva anche il jazz, mentre il suo approccio innovativo alla musica si riflette in progetti che coinvolgono stili etnici e cross-over.