Palermo, 26 nov- “La Sicilia non guarda ai giovani. Il mercato del lavoro offre poche opportunità, carenti sono le infrastrutturazioni sociali, in tanti scelgono di andare via. Da ora al 2030 ci saranno almeno 100 mila persone in meno nell’isola e non solo per effetto della denatalità, ma anche dell’immigrazione”.
Lo sostiene la Cgil Sicilia che sull’argomento propone un pomeriggio di approfondimento e riflessione nel corso dell’assemblea regionale delle delegate e dei delegati under 35 che si terrà martedì 29 novembre a Palermo con la partecipazione del segretario generale nazionale Maurizio Landini. L’appuntamento è alle 15.30 presso il teatro Santa Cecilia. Coordinerà il dibattito il capo redattore del quotidiano “La Repubblica” Marco Patucchi.
Dopo l’introduzione del segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, Interverranno delegati di vari settori e in conclusione Landini. Seguirà un concerto di Mario Incudine, che esegui brani anche in apertura dell’iniziativa.
La giornata palermitana di Landini comincerà alle 10.30 con l’inaugurazione di una sede della Flc, in via Arimondi 11. Alle 12 Landini sarà all’anello ferroviario di Palermo e infine alle 15.30 al teatro Santa Cecilia per l’assemblea con i giovani delegati
“E’ un dato di fatto- dice- Alfio Mannino- che quello siciliano non sia un mercato del lavoro a misura di giovani. Tra difficoltà a trovare occupazione, precarietà, bassi salari, diritti negati, i giovani e le giovani dell’isola spesso sono costretti a guardare altrove per trovare
lavoro o finiscono col rimpinguare le fila dei Neet, di coloro cioè che né studiano, né lavorano, né seguono percorsi di formazione”.
Le assunzioni di giovani tra i 16 e i 29 anni in Sicilia, secondo i dati Istat tra il 2021 e il 2022 sono calate di 3.105 unità. Quelle complessive hanno registrato un + 5.700 assunzioni a tempo indeterminato ma un – 5.779 dei tempi determinati. “Le nuove assunzioni spiegano alla Cgil sono in realtà trasformazioni di rapporti di lavoro in un di
mercato del lavoro statico”. Nell’isola complessivamente meno di un contratto su 7 è a tempo indeterminato.
Tra i giovani prevalgono i contratti precari, a somministrazione, di apprendistato, i tempi
determinati. C’è anche una sacca di lavoro nero e senza diritti. Secondo i dati Istat relativi al 2021, la disoccupazione giovanile si attesta in Sicilia al 24%, in pratica. Molti giovani finiscono tra le file dei Neet che nell’Isola si attestano a quota 40,1% (nel Nord- Est sono il 18%), percentuale che sale al 56% se si guarda alla sola componente femminile (studio della Cgil).
“Sono necessari interventi strutturali per lo sviluppo, creando un’apposita agenzia- dice Alfio Mannino- guardando alle vocazioni dell’isola e ai percorsi di transizione ecologica. Noi chiediamo anche un piano straordinario di assunzioni nella pubblica amministrazione che
sconta oggi un vuoto di organico di oltre 40 mila unità. Bisogna contemporaneamente investire per una istruzione e formazione di qualità, puntando sui settori innovativi. I primi passi del governo nazionale – rileva Mannino- mi pare tuttavia che non vadano direzione di
una politica di sviluppo del Mezzogiorno. Al governo regionale tocca fare la sua parte per quanto di competenza ma anche – conclude – sviluppare un confronto con Roma che tenga conto delle esigenze della Sicilia.