Salve a tutti e ben ritrovati nella rubrica di Hashtag Sicilia “Comu Veni Si Cunta“. Questa sera vi parlerò della crisi demografica, cioè del fatto che gli italiani fanno sempre meno figli.
Una questione, quella del calo della popolazione, che se non affrontata e risolta avrà ripercussioni anche sul quadro economico; con un crollo della ricchezza, nel lontano (ma non troppo) 2070, di 560 miliardi di euro.
L’Italia, dobbiamo dirlo senza infingimenti, sta vivendo un vero e proprio inverno demografico che non accenna ad arrestarsi.
Da questo punto di vista i dati Istat ci dicono che nel 2021 i bambini nati nel nostro Paese sono stati 399.400 (-1,3 per cento sul 2020).
Nel 2022 le previsioni dicono che le nascite non supereranno le 385 mila unità, un dato peggiore del 2021.
Ma i record negativi del tasso di natalità non sono una novità, né sono legati alla pandemia o alla crisi economica (probabilmente c’è anche questo, certo, ma non solo); ma si susseguono ormai da decenni.
Si potrebbe dire, senza timore di essere smentiti, che l’Italia non è un Paese per giovani. E anche per questo motivo non funziona quasi niente, ma non è neppure un Paese per vecchi.
Questo perché oggi i giovani rischiano di invecchiare senza avere uno straccio di prospettiva e perché con il nostro debito pubblico e il nostro trend demografico avremo sempre più anziani, ma sempre meno soldi per loro dal Welfare pubblico.
Fanno meglio di noi sul tasso di natalità, per fare qualche esempio, la Francia, la Svezia e la Germania. In questi Paesi, infatti, a partire dal 1997 si contano 1,8 figli per donna in Francia, 1 7 in Svezia e 1,6 in Germania.
Ma perché questi Paesi fanno meglio dell’Italia?
- In Germania fanno meglio di noi perché gli assegni familiari sono uguali per tutti: 220 euro al mese, e aumentano di importo al terzo figlio; e perché il sistema fiscale prevede una deduzione di 8.400 euro a figlio.
- In Francia gli assegni familiari sono di 130 euro al mese solo dal secondo figlio in poi, ma il fisco va in soccorso delle coppie intervenendo ulteriormente con il cosiddetto “quoziente familiare“, abbattendo le aliquote sul reddito familiare anche sotto il 10 per cento.
- In Svezia, infine, il Welfare è universale sia dal punto di vista dei servizi che dei contributi economici. Di conseguenza tutte le famiglie ottengono un assegno di 1.480 euro l’anno per un figlio, di 3.132 euro per due figli, di 5.300 euro l’anno per tre figli e così via.
Considerato quindi che il problema della denatalità, del fatto che facciamo sempre meno figli, non potrà essere controbilanciato – lo dicono i massimi esperti – dai flussi migratori; ecco che occorre che il nuovo governo affronti di petto questa questione.
Ritengo urgente e indispensabile una iniziativa del nuovo esecutivo perché fare un figlio è sempre più una scelta non scontata, una scelta che per essere realizzata deve incontrare condizioni adeguate.
Il che equivale a dire che per decidere di fare un figlio occorre guardare con meno incertezze al futuro. Quindi bisogna creare le condizioni per incrementare l’offerta di lavoro a tempo indeterminato e garantire salari e stipendi dignitosi
Ecco perché attorno a chi aspira a mettere al mondo un figlio deve esserci un sistema pubblico che dia valore a questa aspirazione, con politiche e misure adeguate ed efficaci, come è stato fatto dagli altri Paesi prima menzionati.
Che fare dunque concretamente per fermare questo continuo calo della popolazione?
Scopriamolo insieme questa sera! Appuntamento alle ore 21.00 in prima visione assoluta sulla nostra pagina Facebook e sul nostro canale Youtube. Non mancate!