Buona sera e ben ritrovati nella rubrica di Hashtag Sicilia “Comu Veni Si Cunta“.
Questa sera mi occuperò di una questione vergognosa che discrimina i disabili e le persone non autosufficienti che vivono nel Sud Italia.
Una questione che scaturisce da una regola che – lo dico subito a scanso di equivoci – non è stata scritta dal governo Meloni; ma è contenuta in un decreto esitato dal governo Draghi e firmato dal precedente ministro del lavoro.
Una regola che non vale solo per l’anno in corso, ma anche per il prossimo biennio, a meno che il nuovo governo non decida di modificarla.
Una regola che discrimina le persone che non sono in grado, o non sono mai state in grado, di sedersi o alzarsi da una sedia, che non riescono a vestirsi e spogliarsi da soli, che non sono nelle condizioni di usare i servizi igienici da soli, nonché gli anziani che non sono autosufficienti.
Ma questa regola obbrobriosa, oltre a penalizzare i disabili e gli anziani non autosufficienti che vivono nel Mezzogiorno e soprattutto in Sicilia e in Sardegna, penalizza pesantemente le famiglie, in particolare le donne, sulle quali spesso grava il peso di assistere un disabile o una persona anziana vittima da questo tipo di problema.
Una questione, quella di cui scrivo, che non è frutto della mia fantasia, ma di un esame attento delle carte relative alla ripartizione dei soldi del Fondo nazionale non autosufficienze.
Un esame fatto dalla Commissione Tecnica Fabbisogni Standard, che ha avuto il compito di valutare il riparto dei fondi, grazie a una norma voluta dall’ex ministro Daniele Franco.
È successo, scrive l’anzidetta Commissione, che nel ripartire questi soldi alle regioni, invece di utilizzare i rapporti sullo stato di salute degli italiani, elaborati dall’Istat (non cervelloticamente, ma in base a parametri europei), si è fatta una scelta nei criteri di riparto che non individua in modo corretto il perimetro dei beneficiari del Fondo nazionale.
Detto in parole povere: alcune persone non autosufficienti finiscono fuori dal perimetro e di conseguenza vengono quasi ignorate dal governo, e a cascata dalle regioni, mentre altre entrano tra i beneficiari anche se godono di buona salute.
Semplificando al massimo si può dire: se in Lombardia ci sono 12 persone non autosufficienti vengono assegnati soldi per 16 persone, mentre in Sicilia se ci sono 11 persone non autosufficienti vengono assegnati soldi per 8 persone.
Ma perché accade tutto questo? Quali criteri di ripartizione vengono utilizzati? Quali sono le altre regioni danneggiate o privilegiate? E soprattutto, quale auspicio si potrebbe fare per risolvere questa ingiustizia?
Scopriamolo insieme questa sera. Vi diamo appuntamento alle ore 21.00 in prima visione assoluta sulla nostra pagina Facebook e sul nostro canale Youtube. Non mancate!