Buona sera e ben ritrovati nella rubrica di Hashtag Sicilia “ Comu Veni Si Cunta “.
Questa sera vi parlerò del caro bollette e dell’aumento dei prezzi di tantissimi prodotti, da cosa sono generati e, naturalmente, del che fare e delle proteste di cittadini e imprese.
E a proposito di proteste debbo dirvi che dopo le manifestazioni spontanee dei giorni scorsi si preannunciano altre e più poderose manifestazioni, programmate in diverse province, compreso quella etnea, dalle organizzazioni dell’artigianato, del commercio e della cooperazione che raggiungeranno l’apice il 7 novembre a Palermo.
Proteste che annunciano un autunno caldo a cui il governo che nascerà tra qualche giorno deve dare con urgenza risposte concrete ed efficaci. Risposte che sono assolutamente necessarie visto:
● che i prodotti alimentari sono aumentati dell’11,5 per cento;
- che le bollette della luce nell’ultimo trimestre sono cresciute del 122 per cento, rispetto a un anno fa ;
- che il gas è destinato ad aumentare ulteriormente con altri rincari del 70 per cento.
Una situazione, dunque quella che si è venuta a creare che, è la conseguenza di due anni di pandemia e della guerra energetica che hanno già prodotto – dice il Censis:
- oltre 10 milioni di persone costrette a vivere in condizione di povertà assoluta o relativa;
- oltre 300 mila imprese in procinto di abbassare definitivamente le saracinesche perché schiacciate dal peso dei debiti. Una condizione quella delle imprese che colpisce in particolare le microimprese sia quelli con meno di 10 dipendenti, c1he quelli aventi 10-50 addetti.
A causa della situazione in cui versano queste 300 mila imprese (default e vulnerabilità) rischiano il posto di lavoro quasi 3 milioni di lavoratori.
Non sono io a dirlo ma il Censis, un prestigioso istituto di ricerca socio economico italiano!
Ma a pagare un prezzo salatissimo sono anche i Pensionati, il 40 per cento dei quali vive con una pensione pari o inferiore a 12 mila euro l’anno, nonché quasi 9 milioni di lavoratori che vivono di lavori intermittenti o precari i cui salari non superano i 12 mila euro l’anno.
Ad essere maggiormente colpiti dal lavoro a intermittenza e dal precariato sono soprattutto i giovani (38,7 per cento) con un’età tra 15-34 anni; chi ha un basso livello di istruzione e chi risiede nelle regioni del Sud.
Una situazione quella nella quale ci troviamo a dir poco drammatica che è figlia della crisi energetica conseguente alla guerra, delle sanzioni, comminate alla Russia come ritorsione per l’invasione dell’Ucraina.
A queste si aggiungono: la speculazione, l’inflazione che è arrivata al 9 per cento, le difficoltà di reperimento delle risorse e delle materie prime.
Poiché gran parte di questi problemi sono legati al pacchetto di sanzioni e alla guerra occorre da un lato chiedersi se le sanzioni stanno funzionando o meno, dall’altro fermare al più presto questa guerra folle che continua a seminare morti e disperazione.
Riguardo alle sanzioni il Fondo monetario internazionale ci dice che la Russia ha subito solo un leggero calo, il PIL infatti calerà del 3,4 per cento e non dell’8,5 come previsto nello scorso mese di aprile o del 6 per cento come previsto a luglio.
Insomma, le sanzioni non stanno funzionando visto che la Russia non si indebolisce più di tanto.
Di contro le economie di alcuni paesi occidentali, con in testa l’Italia, stanno subendo danni incalcolabili che vengono pagate dalle famiglie e dalle imprese.
Di tutto questo, di molto altro, e soprattutto del che fare rispetto a questa situazione ne parleremo questa sera.
Appuntamento in prima visione alle ore 21.00 sulla nostra pagina Facebook e sul nostro canale Youtube. Non mancate!
Salvatore Bonura