Rincari di luce e gas, cause reali e possibili soluzioni di un disastro che potrebbe essere peggio del Covid – “Comu veni si cunta" #32

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Buonasera e ben ritrovati nella rubrica di Hashtag Sicilia “Comu veni si cunta”.

Sapete sicuramente tutti che in occasione delle campagne elettorali i leader dei partiti fanno a gara a prospettare idee e progetti accattivanti per cercare di catturare quanti più voti possibili.

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Naturalmente anche questa campagna elettorale, arrivata come un fulmine a ciel sereno, non fa eccezione.

Infatti Berlusconi, oltre ad aver rilanciato la realizzazione del Ponte sullo Stretto, si è impegnato a piantare boschi accanto a tutte le città italiane; e in materia energetica richiede interventi per famiglie e imprese e propone il nucleare.
Salvini ha  rispolverato il decreto sicurezza emanato quando era ministro degli interni per frenare gli sbarchi, insiste per l’introduzione della flat tax e per l’eliminazione dell’Iva sui prodotti di prima necessità.

La Meloni propone il presidenzialismo, concepito come una sorta di panacea per tutti i mali; sostiene l’idea di fornire nuovi sostegni a famiglie e imprese per far fronte ai costi energetici; e manifesta l’ intenzione di accelerare sul nucleare e di introdurre il blocco navale per impedire  gli sbarchi.

Letta promette una mensilità in più a tutti i lavoratori dipendenti, bonus di tutti i tipi ai giovani; e relativamente al problema energetico sostiene il contratto di “luce sociale“: vale a dire l’energia a costo zero (fino a 1.350 Kwh annui) e il resto dei consumi a prezzi calmierati. Inoltre propone sostegni economici a famiglie e imprese, e di accelerare sulle rinnovabili.

Conte, il leader pentastellato, rilancia il Reddito di cittadinanza (sostenendo che questo tipo di misure esistono in quasi tutti i Paesi europei), ripropone il Superbonus al centodieci per cento e per quando concerne  i costi energetici chiede di fissare temporaneamente il price cap per il gas.

La coppia Calenda-Renzi o Renzi- Calenda, decidete voi l’ordine di importanza, oltre a richiedere l’adozione dell’agenda Draghi, propone di velocizzare la realizzazione dei rigassificatori e di continuare a sostenere famiglie e imprese. Inoltre propone l’elezione diretta del premier e   insiste su Draghi come capo del nuovo  esecutivo – considerato quasi  come una sorta di talismano.

Gli altri leader dei partiti, cosiddetti “minori”, naturalmente non sono da meno. Non sfigurano in questo festival di illusioni e di vanità.

Nessuno però dice nel concreto con quali soldi fare queste cose, ed entro quali tempi realizzarli.

Nel frattempo famiglie e imprese sono travolte dal caro bollette, dall’aumento del prezzo del gas (arrivato ad oltre 300 euro Megawattore), e dagli aumenti di prodotti alimentari, della scuola ecc.

Ma andiamo con ordine, per quando riguarda i rincari di gas e luce questi rappresentano per le famiglie una sorta di tassa di circa 3.000 euro l’anno in più, attualmente è 2.852 euro di cui 1.121 euro per la luce (+39%) e 1.731 euro per il gas (+27%). A fare questi calcoli non sono io, ma l’Unione Nazionale Consumatori.

Mentre, relativamente alle attività economiche la situazione dei rincari di gas e luce forse è ancora più drammatica.

Infatti un bar di una qualsiasi città italiana, che nel luglio 2021 pagava una bolletta di 1.550 euro, nel luglio del 2022 ha pagato 4.960 euro; un albergo di Roma o dell’Emilia Romagna, della Puglia  ha visto lievitare la bolletta da un estate all’altra da 12 mila a 36 mila euro; una sala eventi in Sicilia che pagava un anno fa 7.858,11 euro ne ha pagato nel luglio scorso 21.748,09.

Ma ad essere colpita duramente è soprattutto tutta la filiera agro-alimentare, a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione critica.

Una filiera, quella agro-alimentare, composta da 740 mila aziende agricole, 70 mila industrie alimentari, 330 mila attività di ristorazione e 230 mila punti vendita che complessivamente occupa qualcosa come  4 milioni di lavoratori.

Pagano un prezzo salatissimo a causa del costo dell’energia anche i settori della ceramica, del tessile abbigliamento e della meccanica.

Semplificando si può affermare che i costi energetici per una azienda della meccanica sono aumentati del 350 per cento, per i ristoranti del 120 per cento, per gli alberghi del 140 per cento, per gli esercizi di vicinato dell’80 per cento.

Rincari pesantissimi che non si possono trasferire interamente sulle spalle dei clienti. Purtroppo però non è esattamente così.

Infatti, per fare un solo esempio, l’Istat ci dice che il carrello della spesa ci costa 564 euro in più l’anno. Per non andare lontano, restando a Catania, si può dire che se prima in un chiosco una bevanda di acqua, limone e sale si  pagava un euro o un euro e venti adesso si  paga 1,20 o 1,40 euro.

Di fronte a questa situazione che penalizza, oltre alle famiglie, tutte le aziende (piccole o grandi che siano), non si può continuare a cincischiare, né si può continuare a raccontare favole come quella sul gas, rispetto alla quale ci viene detto che se aumenta il prezzo del gas la colpa è della guerra in Ucraina. La verità però purtroppo è più complessa.

Provo a riassumerla e ad avanzare qualche proposta.

Non so quanti di voi sanno dell’esistenza del TTF, una sorta di mercato virtuale e del fatto che il prezzo del gas viene deciso ad Amsterdam senza che gli Stati abbiano voce in capitolo, compreso i Paesi produttori di gas. Per dirla in soldoni siamo dentro una gigantesca speculazione internazionale in cui la guerra c’entra pochissimo.

Quindi se si vuole abbassare il prezzo del gas occorre spezzare  questa spirale speculativa e andare alla radice del problema, introducendo il cosiddetto price cap, vale a dire il prezzo più basso, altrimenti non ci resta altro da fare che uno scostamento di bilancio. Perché stanziando altri 10-15 miliardi come viene annunciato da più parti  non si va lontano.

Anzi  si  rischia di perdere  il malato con conseguenze forse più nefaste del Covid per famiglie, imprese e lavoratori.

Di tutto questo, di tanto altro e del che fare parleremo questa sera alle ore 21.00 nella rubrica di Hashtag Sicilia “Comu Veni Si Cunta”.

Appuntamento in prima visione sulla nostra pagina Facebook e sul nostro canale Youtube. Non mancate!

Salvatore Bonura

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