Tra la recessione causata dalla pandemia, la successiva ripresa e gli effetti del guerra in Ucraina, persistono pesanti criticità per il sistema delle imprese. Il rallentamento del commercio internazionale e la frenata senza precedenti dell’economia cinese rallentano le vendite del made in Italy. Sono deragliati i costi dell’energia, spinti dall’escalation del prezzo del gas, generando una maggiore pressione sui costi delle imprese italiane rispetto ai competitor europei, alla quale contribuisce una tassazione dell’energia superiore del 51,1% alla media dell’Ue a 27. Le strozzature delle filiere globali determinano scarsità di materie prime, allungamento dei tempi di consegna e aumento dei costi della logistica; le tensioni si accentuano nei settori dei macchinari, delle apparecchiature elettriche e dell’elettronica dove vi è una maggiore dipendenza dai semiconduttori, comparto colpito da una grave crisi di offerta mondiale. Ostacoli all’attività derivano dalla scarsità di manodopera, con il 49,8% delle assunzioni di operai specializzati previste ad agosto 2022 risultano di difficile reperimento, dieci punti in più del 39,8% di un anno prima.
Incertezze e criticità: key data
47,9% elettricità prodotta con il gas in Italia, 15,1% Germania, 5,7% Francia
+330,2% prezzi ingrosso energia elettrica in Italia a luglio rispetto un anno prima
+27% prezzi commodities no energy a giugno 2022
-2,0% Made in Italy in Cina nei primi 6 mesi del 2022, vs +20,3% paesi extra Ue
22,7% Imprese manifatturiere ostacolate da scarsità materie prime
Difficoltà di reperimento di operai specializzati
49,8% delle entrate ad agosto 2022
+10,0 punti rispetto al 39,8% di agosto 2021
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca Mondiale, Bce, Eurostat, Istat e Unioncamere-Anpal