Buonasera e ben ritrovati nella rubrica di Hashtag Sicilia: “Comu Veni Si Cunta”.
Anche se mi ero impegnato con voi a tornare alla fine di agosto non posso esimermi dall’intrattenervi su due novità degli ultimi giorni: le dimissioni del Presidente della Regione Musumeci e l’approvazione da parte del governo nazionale del cosiddetto Decreto Aiuti bis.
Vi parlo delle dimissioni di Musumeci non come pretesto per giudicare l’operato del suo governo, non solo perché il fatto che gran parte del centrodestra non voglia ricandidarlo alla guida della Sicilia suona come una sonora bocciatura; ma anche perché a due mesi dalle elezioni regionali è opportuno che giudicare il governo Musumeci siano i siciliani.
Quello che posso dire, pensando a quello che hanno dichiarato ripetutamente sindacati, mondo delle imprese, rappresentanti delle istituzioni locali, è che il governo Musumeci è stato certamente avaro, molto avaro di risultati, sia per le imprese che per le famiglie, al pari del governo precedente guidato da Crocetta.
Infatti se si mettessero a confronto le due esperienze di governo della nostra regione credo che si farebbe fatica a capire chi ha fatto peggio.
Ma se non mi soffermo nello specifico sull’operato del governatore Musumeci vi chiederete: di che cosa posso parlarvi?
Certamente non della persona, perché sulla persona non c’è nulla da dire.
Ecco, vi parlo delle motivazioni, visto che l’onorevole Musumeci ha giustificato le sue dimissioni sostenendo che le ha presentate per far risparmiare 20 milioni di euro, evitare che le scuole chiudessero due volte nell’arco di tre mesi, scongiurare l’aumento dei contagi per Covid e, dulcis in fundo, per evitare una campagna elettorale troppo lunga per i partiti.
Tranne il risparmio derivante dalla possibilità di svolgere le due elezioni in un’unica data (25 settembre) il resto delle motivazioni mi sembrano infondate o comunque discutibili.
Infatti il rischio di un’eventuale aumento dei contagi è smentito dai fatti di questi giorni, che ci dicono che sono in diminuzione, che la doppia chiusura della scuola a distanza di due mesi non sembra una tragedia, anzi per i ragazzi sarebbe una manna dal cielo.
Per quando riguarda infine l’argomento di una campagna elettorale troppo lunga mi sembra veramente una “boutade”, come se gli aspiranti parlamentari non potessero reggere la “fatica“ di 60 giorni di lavoro supplementare.
Che Musumeci abbia lasciato in anticipo rispetto alla scadenza naturale per le scuole e per i contagi può crederci solo lui, o chi pende dalle sue labbra.
La ragione vera è che l’abbia fatto per obbedire a un diktat dell’onorevole Meloni e dello stesso centrodestra, convinti (in base ai sondaggi che li danno con il vento in poppa) che accorpando le elezioni regionali alle nazionali queste possono fare da trascinamento e, di conseguenza, nascondere anche o attutire il giudizio negativo sull’operato del governo regionale.
Adesso passiamo a parlare del cosiddetto Decreto Aiuti, approvato dal Consiglio dei ministri qualche giorno fa.
In merito a questo debbo dire che anche a me ha fatto piacere apprendere che le risorse occorrenti, circa 15 miliardi di euro, siano state trovate da parte del professore Mario Draghi, senza ricorrere ad un ulteriore deficit, se non altro perché i debiti che fa lo Stato sono debiti che vanno pagati da chi viene dopo, dalle nuove generazioni.
Non ho sopportato e non sopporto però l’enfasi con la quale è stato presentato il provvedimento sia dal governo che dalla grande stampa, perché hanno fatto credere che con questo decreto ci guadagneranno tutti: pensionati, lavoratori, famiglie, imprese.
Ma le cose stanno davvero così?
“Luvannici i pampaneddi” al decreto, a me pare proprio di no.
Questo perché, per quando riguarda le pensioni, la rivalutazione anticipata da ottobre a dicembre del 2023 (2%) e il conguaglio della rivalutazione del 2022 (0,2%) si traduce in un aumento:
- per chi prende 524 euro al mese (lordi) ➡️ da ottobre prenderà 536 euro;
- per chi prende 800 euro al mese (lordi)➡️ da ottobre prenderà 818 euro;
- per chi prende 1.000 euro al mese (lordi) ➡️ da ottobre prenderà 1.022 euro
- per chi ne prende 2.000 euro al mese (lordi) ➡️ da ottobre prenderà 2.044 euro
- per chi ne prende 3.000 euro al mese (lordi) ➡️ da ottobre prenderà 3.066 euro.
Mentre relativamente agli stipendi, da luglio a dicembre l’esonero contributivo (1,2%) che si aggiunge a quello in vigore da gennaio (0,8%) si traduce in:
- 67 euro in più per chi guadagna 800 euro al mese;
- 80 euro in più per chi guadagna 1.000 euro al mese;
- 126 euro in più per chi ne guadagna 1.500
- 226 euro per chi ne guadagna 2.692.
Chi guadagna un euro in più oltre 3 mila euro lordi non ottiene nulla. Quindi è considerato ricco!
Naturalmente sia per quanto riguarda sia le pensioni che gli stipendi, gli importi indicati sono al lordo.
Stringi, stringi il beneficio complessivo è meno generoso rispetto al bonus di 200 euro concesso con il primo Decreto Aiuti.
Quindi se è vero che come diceva mia madre : “ogni fichiteddu di musca è sustanza“, ė anche vero che non è il caso di suonare la grancassa!
Altre misure contenute nel Decreto Aiuti bis sono: il bonus sociale rafforzato, esteso al quarto trimestre dell’anno; il bonus luce e gas destinato alle famiglie economicamente svantaggiate e in gravi condizioni di salute con ISEE fino a 12 mila euro l’anno; il taglio delle accise sulla benzina viene prorogato dal 20 agosto al 20 settembre con un taglio di 30 centesimi alle accise applicate su benzina e gasolio; il credito di imposta su gas ed elettricità previsto per le imprese energivore è prorogato ed esteso anche alle imprese agricoli, ecc…
Di fronte a queste risposte molto parziali ai problemi che vive il Paese cosa dovrebbero fare i partiti per incontrarsi con le esigenze di cittadini e imprese? Scopriamolo insieme questa sera alle ore 21.00.
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Salvatore Bonura