E’ una forte sollecitazione alla politica a investire sulla produzione culturale e artistica dell’isola garantendo risorse e finanziamenti stabili, quella emersa ieri nel corso di un convegno della Cgil Sicilia dal titolo “Abitare i monumenti. La cultura nei luoghi della bellezza”. Gli artisti e i rappresentanti delle istituzioni culturali dell’isola intervenuti hanno rimarcato la necessità di “certezza delle risorse per garantire una programmazione di qualità”.
“Una esigenza che riguarda in primo luogo i teatri”, ha detto Maurizio Rosso, responsabile del dipartimento cultura della Cgil Sicilia, “per i quali auspichiamo a livello nazionale che si passi alla triennalità del Fus, per consentire la programmazione delle attività in condizioni di certezza, cosa che attualmente non accade”. Ma sono anche le istituzioni locali e regionali, è stato sottolineato, a dovere garantire finanziamenti e risorse sicure al settore.
Per la Cgil arte e cultura oltre che fattori di crescita sociale e civile sono anche propulsori di sviluppo e occupazione. Da qui l’idea di un progetto che valorizzi luoghi, saperi e mestieri. “Il settore vive uno stato di precarietà che va superato – ha detto Rosso con fondi e una progettualità che coinvolga le istituzioni culturali, le università, i musei, le accademie, i parchi archeologici. Noi- ha sottolineato- chiediamo la costruzione di una cabina di regia con gli assessori regionali alla cultura, al turismo, al lavoro e alla formazione, i sindaci delle città metropolitane”.
Come primo passo la Cgil propone un censimento di siti archeologici, musei, teatri di pietra, conventi, chiese, monasteri, teatri, palazzi d’epoca. “Di quell’immenso patrimonio architettonico e artistico che la
Sicilia possiede- ha rilevato Rosso- , il 40% del 60% del patrimonio dell’Italia in rapporto a mondiale, e che può e deve essere ristrutturato se necessario, valorizzato, rilanciato ospitando eventi culturali e artistici.
Immaginiamo ad esempio anche – ha osservato- tutte le attività dei conservatori e delle accademie giovanili di danza e canto in una vasta programmazione di spettacoli in giro per i monumenti della Sicilia”. Accademie, che assieme a laboratori di sartoria e scenografia, alle botteghe d’arte in realtà non esistono oggi in Sicilia e che per la Cgil “vanno assolutamente fondate”. “La bellezza e la cultura- ha detto Rosso- produrrebbero la crescita sociale, economica, occupazionale della nostra regione”. Si metterebbe in moto il
lavoro oltre che nella produzione culturale nei settori delle costruzioni e dei restauri, del turismo, del commercio, della ristorazione, dell’artigianato.
Va pure gestita la grande mole di risorse in arrivo per il digitale “che non è un problema – ha osservato Rosso-ma è la soluzione per superare molti dei problemi che rendono difficile e inefficiente il nostro oggi”.
“La cultura è anche economia e lavoro, noi chiediamo un impegno straordinario e strutturale della regione – ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino- capace di mettere in moto processi di sapere, sviluppo, civiltà e lavoro”.
Sandro del Fattore, della Cgil nazionale, ha sottolineato la necessità di un piano nazionale per la cultura ridefinendo priorità, programmi e interventi. E insieme quella di “fare sistema per ottimizzare le risorse”. Un nuovo sviluppo del settore, ha detto Del Fattore, “deve fondarsi sul rispetto delle persone che ci lavorano alle quali vanno garantite tutele reali”.
Sono intervenuti al convegno i soprintendenti del teatro Massimo di Palermo, Marco Betta, del Brass Group Ignazio Garsia, la direttrice del teatro Biondo Pamela Villoresi. Inoltre gli artisti Claudio Collovà (regista), , Consuelo Lupo (attrice); la presidente Agt di Palermo Marina Di Gristina, il sindaco di Palermo, Roberto La Galla.