Taobuk, un contenitore di cultura e bellezza: la masterclass “Verità Nascoste” e i beauty look firmati da Orazio Tomarchio

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Il make up artist internazionale da XII edizioni a fianco di Antonella Ferrara per curare l’immagine degli ospiti del festival lancia una riflessione fuori dagli schemi.


TAORMINA – A Taobuk non solo cultura, ma anche bellezzae armonia con grande attenzione ai dettagli. Il make up artist internazionale Orazio Tomarchio con il suo team ha curato i beauty look dei personaggi presenti alla XII edizione del festival.
Un grande messaggio di forza e di inclusività ha messo al centro la Sicilia, cerniera tra mondi e culture,amplificandone la sua bellezza. Mostre, spettacoli teatrali, concerti e retrospettive cinematografiche hanno sottolineato uno degli aspetti più belli di questa manifestazione che ha coinvolto più di 170 ospiti tra scrittori, filosofi, giornalisti, cantautori, giuristi, politici ed economisti. Un perfetto equilibrio tra diverse voci ha evidenziato le mille sfaccettature della “verità”, il tema scelto per il 2022.

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Attenzione, ascolto e creatività sono stati gli elementi caratterizzanti di un grande lavoro di squadra portato avanti da La Truccheria Cherie che per cinque giorni ha curato il make-up dei partecipanti. Elegante e sobrio il beauty look di Malika Ayane giunta a Taormina il 18 giugno per presenziare alla cerimonia dell’inaugurazione dell’opera di Emilio Isgrò “La farfalla dei Malavoglia” in Piazza IX Aprile, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Per la cantautrice il make up artist Tomarchio ha scelto uno stile anni ’50 con base naturale e opaca, eyeliner nero e gloss lucido.
L’estro creativo di Orazio Tomarchio ha trasformato il lookdi Malika per la serata di Gala al Teatro Antico aperta alle 21:30 sulle note di “Over the rainbow” con bellissime labbra scarlatte effetto velluto e luce sul viso.

Non solo bellezza, ma anche dialogo e riflessione con la Masterclass di domenica 19 giugno a Palazzo dei Duchi di Santo Stefano dal titolo Verità nascoste”.
Attraverso un approccio multidisciplinare Orazio Tomarchio ha coinvolto il pubblico presente affrontando il tema della verità e raccontando la propria visione. I cinque sensi sono stati i protagonisti del percorso per affrontare la parabola di trasformazione della sua verità: vista, udito, gusto, olfatto, tatto. «Il make up è una bella bugia che nasconde tante veritàha affermato il make up artistattraverso questo percorso ho voluto dimostrare come la verità sia il più delle volte relativa. Una stessa realtà può assumere aspetti, forme e colori diversi a seconda dell’osservatore, dello stato d’animo, dello strumento di conoscenza. Eppure– continua il make up artist non dire la verità può essere una carezza a sé stessi e non fa soffrire nessuno. Celarsi delicatamente dietro a un velo di trucco ci aiuta a stare meglio, allontana il dolore e la tristezza, ci consente di diventare l’autentica copia di ciò che vogliamo essere. Il make up è l’arte di saper ricreare l’armonia nel proprio volto, la capacità di rappresentare la propria visione di sé, quel ponte che ci consente di raggiungere ciò che vogliamo finalmente diventare».
Grande partecipazione all’appuntamento che ha coinvolto esperti del settore e mondo del beauty dimostrandointeresse per un argomento che tocca anche la sfera emotiva e psicologica di ogni persona. «Sono grato per questo Festival e grato alla direttrice Antonella Ferrara per la fiducia che da 12 anni ripone in me– conclude Orazio Tomarchio-un ringraziamento particolare va al mio insostituibile staff per la forza, la grinta e la passione che hanno messo in questi giorni ricchi di emozione. Dietro aun grande evento c’è sempre una grande squadra e lavorare insieme significa vincere insieme».
«La ricchezza e la forza dirompente di Taobuk è rappresentata dall’intersezione delle discipline che ne fanno una grande manifestazione con uno sguardo aperto sul mondo». Con queste bellissime parole Antonella Ferrara presidente e direttore artistico di Taobuk, ha salutato questa XII edizione dimostrando quanto il festival sia in grado di intersecare altri campi, arti e scienze, contemplando punti di vista allargati sul mondo.

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