Francia al ballottaggio. Macron perde la maggioranza assoluta

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Successo della NUPES (Nouvelle union populaire écologique et sociale) e di Le Pen. Astensione oltre il 53%.

Come previsto l’astensionismo è stato ancora una volta molto forte: su 48.953.748 aventi diritto al voto le astensioni sono state 25.697.541 (53,11) e inoltre sui 23.256.207 (46,89) di votanti ben 1.220.360 (2,59) hanno scelto la scheda bianca e 480.074 (1,02) l’hanno annullata; quindi i voti validi sono stati solo 20.406.163 (43,29).

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Il sistema delle circoscrizioni elettorali francesi -forgiato dalle vecchie maggioranze della destra tradizionale e in parte dal Partito socialista- fa sì che alcuni deputati sono eletti con molti meno voti di altri. Non a caso sono il Partito Socialista e la destra tradizionale che hanno avuto eletti con molti meno voti degli altri, mentre la NUPES ha dovuto “pagare” il più alto numero di voti per seggio. Perciò prima che al numero dei deputati bisogna guardare innanzitutto il totale dei voti ottenuti da ogni coalizione o partito. E’ quindi opportuno calcolare i voti per seggio delle diverse coalizioni o partiti.

Ensemble (la coalizione di Macron) ha ottenuto 7.988.648 (16,48% degli iscritti e 38,6% dei votanti) e 246 eletti (32.410 voti x seggio);

NUPES (la coalizione delle sinistre e gli ecologisti) 6.746.239 (32,60 dei votanti) 142 eletti (47.175 voti x seggio, la coalizione che ha “speso” più voti per ogni seggio conquistato. Se avesse beneficiato della stessa quota di voti per seggio avuta dalla coalizione di Macron avrebbe ottenuto ben 208 deputati);

L’altra sinistra (fuori dalla coalizione NUPES) 279.727 (1,35% dei votanti) 13 eletti (20.149 voti per seggio, il più basso quoziente);

RN (Le Pen) 3.590.174 (7,42% degli iscritti e 17,34% dei votanti) 89 deputati (40.331 voti per seggio)

LR-UDI (destra tradizionale) 1.509.187 (7,29% dei votanti) 64 eletti (23.581 voti per seggio)

Altra Destra 192.910 (0.93% dei votanti) 9 eletti (21.434 voti per seggio)

Regionalisti 188.013 (0.91% dei votanti) 6 eletti (31.335 per seggio)

Centro 132 710 0,64% 5 eletti (26542 voti per seggio)

Estrema destra 45.561 0,22% 2 eletti (22.780 per seggio)

Diversi 11.336 (0,05% dei votanti) 1 eletto

Estrema sinistra: 11.229 (0.05% dei votanti) nessun eletto

(Fonte: https://www.lemonde.fr ore 1,15 del 20 giugno che corregge i dati pubblicati dal min. dell’interno qui: https://www.resultats-elections.interieur.gouv.fr/legislatives-2022/FE.html)

Quindi la NUPES ha ottenuto appena il 4% di voti meno della coalizione di Macron, ma ha avuto 104 eletti in meno!

Fra gli eletti figurano 215 donne, in diminuzione rispetto alla passata legislatura; il partito più maschilista è quello della destra tradizionale e quello con più donne è la NUPES (oltre 43%); 150 hanno meno di 40 anni; 21 più di 70 anni; 275 sono già stati deputati e 302 sono i novizi; 255 sono anche eletti negli enti locali e 4 sono eurodeputati.

Come prevedevano alcuni sondaggi, l’ostilità contro Macron ha raggiunto oltre il 65% degli elettori (di sinistra, ecologisti e delle destre). Con sarcasmo il quotidiano Le Parisien (che è centrista) titola: “Per Macron Jupiter è finito”, alludendo all’atteggiamento da strapotere che questi ha assunto durante la passata legislatura e al dubbio che non sia in grado di gestire la nuova situazione. Anche il quotidiano di destra per eccellenza, Le Figaro, scrive nel suo editoriale : «Macron, lo spettro di un quinquennio nato morto». Libération titola “Caduta della macronia. La sberla”.

Oltre alla débacle relativa della coalizione di Macron, al successo della NUPES e a quello del partito della sig.ra Le Pen, fra le principali sorprese vi sono quelle delle personalità eliminate: l’ex-ministro della pubblica istruzione, noto per i suoi propositi razzisti (sconfitto già al 1° turno), Castaner, ex-ministro degli interni durante la crisi dei gilets gialli e presidente dei parlamentari della maggioranza, Ferrand, presidente del Parlamento e ben tre ministre/i in carica dell’attuale governo che quindi daranno le dimissioni. Fra i successi la NUPES vanta di aver fatto eleggere il più giovane deputato della storia, il 21enne Tematai Le Gayic, eletto in Polinesia e Rachel Kéké, la leader del lungo sciopero delle lavoratrici degli hotel Ibis Batignolles, che ha battuto l’ex ministra Maracineanu. La NUPES vanta anche di aver fatto eleggere tanti giovani e tante donne e di essere prima in tutte le grandi città. Nella passata legislatura il partito di Mélenchon -La France Insoumise- aveva solo 17 deputati e ora ne ha 75, gli ecologisti nessun seggio e ora ne hanno 16; i socialisti hanno conquistato ben 26 seggi e i comunisti 12. Tuttavia la NUPES è stata penalizzata da un ostracismo esasperato con anche toni da crociata anticomunista e antisocialista stile anni ’50. Macron e le destre hanno demonizzato Mélenchon e la NUPES dicendo che il voto per loro avrebbe portato al disastro, se non alla morte della Francia.

La più contenta di tutti è certamente la sig.ra Le Pen, che da 5 passa a 89 deputati. Di fatto questo è il risultato più eclatante; come scrive Ellen Salvi per Médiapart è l’esito alimentato da Macron, che ha favorito il partito di Le Pen per trovarsi di fronte a lei al 2° turno delle presidenziali. Inoltre, mentre i macronisti e tutte le destre hanno fatto fronte unico contro la NUPES, il partito di Le Pen è stato favorito nei casi di contesa con la NUPES.

Nel campo di Macron le prime reazioni sono state segnate dalla costernazione: “E’ la paralisi totale, fra massimo un anno si dovranno fare elezioni anticipate”. In realtà la coalizione di Macron potrebbe avere facilmente la maggioranza alleandosi con la destra tradizionale, ma questo partito ha cominciato a fare la voce grossa dicendo che starà all’opposizione e non sarà mai disposto a fare da banale sostegno. In realtà sta giocando ad alzare il prezzo della sua adesione al governo.

Intanto la sinistra ecologista si prepara a sostenere un’opposizione attenta e forte, a cominciare dalla sua occupazione della presidenza della Commissione finanze che per legge spetta all’opposizione. Certo, la NUPES dovrà formare tanti nuovi deputati e dovrà scongiurare il rischio di rotture della coalizione.

Nelle prossime settimane si capirà come Macron intenda comporre la sua maggioranza allargata alla destra tradizionale e forse talvolta -caso per caso- anche al partito della sig.ra Le Pen.

NB: in Francia L’indennità parlamentare di base dei deputati è 5.623,23 euro netti; vi si aggiunge l’indennità di residenza di 168,70 euro; quella di funzione è di 1.447,98 euro; per l’esercizio del loro mandato i deputati dispongono di rimborsi di trasporto e alloggio: per l’insieme delle spese di mandato ricevono una somma mensile di 5.373 euro; infine ottengono 10.581 euro mensili (lordi) per pagare un collaboratore.

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