Buonasera e ben ritrovati nella rubrica di Hashtag Sicilia “Comu Veni Si Cunta“. Anche in questa settimana le prime pagine dei giornali e i titoli dei notiziari dei telegiornali sono piene di notizie sulla guerra e sulla crisi del grano bloccato nel porto di Odessa.
Sulla guerra la signora Ursula von der Leyen dice che l’Ucraina deve vincere (senza dire naturalmente come e quanto), il che lascia intuire che la presidente della Commissione europea pensa che dobbiamo impegnarci in una lunga guerra di logoramento della Russia; Joe Biden dichiara che l’America interverrà militarmente se Pechino invade Taiwan facendo pensare a tutti che il suo l’obiettivo finale sia la Cina.
Dichiarazioni agghiaccianti (che hanno stupito il suo stesso entourage e allarmato molte Cancellerie), se si pensa cosa possa succedere al mondo da uno scontro tra America e Cina.
Sul grano bloccato nei porti del Mar Nero che con il passar del tempo si deteriora e perde valore nutritivo ed economico si è pensato e si pensa come farlo arrivare a destinazione aggirando i blocchi di Russia e Bielorussia, non considerando che pesano, nel contempo, anche la mancanza di fertilizzanti, e il fatto che il 49 per cento dei terreni coltivati a grano e il 38 per cento di quelli coltivati ad avena sono in zone dove si combatte attivamente la guerra.
Su queste questioni questa sera non aggiungo altro, né mi occuperò dello scontro tra i partiti che sostengono il governo Draghi che rischia di non farci fare passi avanti sulle riforme che occorre varare entro giugno, pena l’impossibilità a riscuotere l’altra trance di finanziamento europeo.
Vi parlerò, invece, della carenza di personale, del fatto che le imprese di alcuni settori (turismo e ristorazione soprattutto) non riescono a trovare manodopera.
Sembra un paradosso, un controsenso considerato che l’Italia ha il più alto indice di disoccupazione rispetto agli altri Paesi europei e che quella giovanile con tre milioni di giovani che non lavorano, non studiano e non cercano lavoro segna un record assoluto.
Il fatto che ci sia offerta di lavoro e assenza di domanda è paradossale perché dovrebbe essere il contrario!
Eppure è così. E questo fenomeno non è circoscritto a qualche Regione, ma riguarda tutto il territorio nazionale.
Un fenomeno facilmente constatabile da parte di ciascuno di noi, basta recarsi a Venezia, Roma, Palermo e in qualsiasi località turistica per notare centinaia di cartelli appesi agli ingressi di bar, ristoranti, alberghi che annunciano la ricerca di personale.
Un fenomeno che si manifesta purtroppo all’inizio di una stagione turistica da tutto esaurito, che per assurdo potrebbe andare male per carenza di manodopera, determinando un danno enorme per tutta l’industria turistica.
Su questa questione leggendo le dichiarazioni dei datori di lavoro, in particolare quelle di alcuni personaggi famosi che fanno impresa, come Briatore, Albano, Santanchè, (gente con la pancia piena) la colpa sarebbe del Reddito di cittadinanza.
Dello stesso parere sono anche alcuni personaggi politici come il ministro Garavaglia e il senatore Renzi, per fare solo due esempi. Quest’ultimo addirittura (nonostante i referendum non gli abbiano portato fortuna) ha annunciato la raccolta ufficiale delle firme occorrenti per promuovere il Referendum abrogativo della legge istitutiva del Reddito di cittadinanza.
Una mossa quella del senatore fiorentino prettamente propagandistica, in quanto legge alla mano visto che la legislatura scade a marzo 2023 il primo periodo utile per una consultazione sarà tra aprile e giugno 2025.
Ma tornando al reddito di cittadinanza stanno davvero così le cose? La colpa è del Reddito di cittadinanza se non si trovano camerieri, baristi, cuochi, bagnini, persone da impiegare nelle pulizie e figure professionali da impegnare nell’accoglienza e nello svago degli ospiti?
Che una parte della responsabilità sia riconducibile al reddito di cittadinanza è certamente vero, perché c’è una fetta di percettori del reddito che ha o può avere convenienza a non cercare lavoro considerato che mettendo assieme l’assegno dello Stato con qualche lavoretto in nero può raggiungere e superare facilmente il salario che gli può garantire il datore di lavoro di uno dei settori maggiormente interessati alla ricerca di personale. Se a questo si aggiunge che spesso i lavori offerti sono di natura stagionale la frittata è fatta.
Il Reddito di cittadinanza dunque è certamente diventato un problema letto all’interno di questo contesto, il tutto con l’aggravante che la sua concessione è scarsamente controllata e non vi sono conseguenze reali per coloro che tuffano lo Stato. Ma insieme a questo problema incidono altre questioni.
Quali sono? E cosa fare per risolvere il problema della mancanza di manodopera? Scopriamolo insieme! Appuntamento a questa sera alle ore 20.00 in diretta sulla nostra pagina Facebook e sul nostro canale Youtube.