Confcooperative Sicilia, Confcooperative Federsanitàe Uneba Sicilia in campo contro i disservizi dell’Asp di Catania: «Non è possibile che il pensionamento di un funzionario mandi in tilt un ufficio della sanità pubblica»

ASL Catania
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CATANIA – «Non è accettabile che il pensionamento di un funzionario mandi in tilt un intero ufficio della sanità pubblica». A parlare sono i presidenti delle associazioni di categoria Confcooperative Federsanità, Confcooperative Sicilia, Uneba Sicilia, rispettivamente Adolfo Landi, Gaetano Mancini e Santo Nicosia, che rappresentano enti riabilitativi e assistenziali etnei ex art.26 L.833/78, contando una forza lavoro di migliaia di operatori. «L’Asp è il nostro primo e più importante committente. Senza i pagamenti delle fatture, in acconto e a saldo, le cooperative e i centri di riabilitazione non sono in grado di corrispondere gli stipendi ai propri dipendenti. Da molti mesi, tali pagamenti avvengono in ritardo. Il responsabile dell’ufficio delibere è andato in pensione. Al suo posto è stato assegnato un funzionario che ha dato le dimissioni poco dopo. Stessa cosa è avvenuta con l’altro funzionario incaricato. Il risultato è che l’ufficio è scoperto, senza che via stata l’attribuzione transitoria di una delega specifica a un sostituto, e le delibere per il pagamento del secondo acconto sono bloccate», affermano i tre presidenti, ponendo l’accento sulla mancanza di pianificazione e organizzazione di una macchina tanto importante, come l’Unità Operativa Complessa Handicap dell’Asp di Catania. «Le nostre sono realtà che si reggono sul rapporto convenzionale con il Servizio sanitario regionale e rendono un’opera necessaria e indispensabile alle fasce più deboli del territorio. Non è possibile trascurare, in modo così superficiale, la doverosa pianificazione dell’organizzazione interna di ogni pubblica amministrazione. Ci sono servizi e stipendi compromessi dalle disfunzioni che scaturiscono da questa assenza di programmazione. Un ritardo è tollerabile, ma ritardi ciclici e ormai strutturali non sono accettabili. Pertanto, chiediamo alla Direzione generale dell’Asp etnea di intervenire al più presto per sanare questa situazione».

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