“Ho deciso di passare al narcotraffico. Non ho mai fatto una canna in vita mia, ma adesso mi sono fatta una gran cultura”. Scherza simpaticamente con il pubblico Veronica Pivetti e parla all’ ultima serata di Catania Book Festival diretto da Simone Dei Pieri, del suo giallo tecnicamente ineccepibile montato su luoghi molto diversi tra loro come Marsiglia, il Messico e l’Italia, ma anche uno scritto divertente con protagoniste tre donne, un ex marito, i narcos messicani, i tacchi 12. E come in tutti i gialli non può mancare un cadavere, in questo caso senza testa.
È stato presentato ieri sera in anteprima nazionale a Le Ciminiere di Catania, il nuovo libro di Veronica Pivetti “Tequila Bang Bang” (Mondadori). L’attrice, doppiatrice e conduttrice televisiva e radiofonica, è stata affiancata dalla libraia Maria Carmela Sciacca e ha raccontato al pubblico del Festival di avere “desiderio di scrivere qualcosa di diverso. Questo libro mi ha preso la mano, ha fatto tutto lui, in ritardo. I personaggi venivamo veramente da soli e la storia man mano si complicava. C’è voluto ovviamente il suo tempo”.
Se poi ci si chiede come mai Pivetti punti sull’ ironia e sulla risata pur accostandosi al sacro canone del giallo, lei risponde che “il comico è la costante di quello che io faccio. Vivo nelle commedie e quindi la chiave comica è quello che uso per dire cose, anche spiacevoli. Di tutto parlo in maniera comica. Si può volgere tutto in commedia”.
L’autrice ama il cinema e ne prende ispirazione; i suoi modelli sono Tarantino, Scorsese, Almodovar. Ma, sostiene, in “Tequila Bang Bang “ c’è dentro moltissimo anche della commedia italiana.
“Tutti vogliono scrivere un libro da capolavoro. Io no. Io voglio scrivere un libro da ombrellone. – confessa al pubblico siciliano- Lo scopo è quello di intrattenere. Il mio scopo è il grande numero per parlare a più gente possibile.. La comunicazione è quello che a me piace. E da quando ho cominciato a scrivere ho scoperto un nuovo modo di comunicare”.