Il nostro resoconto completo del rapporto sulla nuova emigrazione presentato venerdì scorso a Palermo.
È stato presentato a Palermo il Rapporto sulla nuova emigrazione, una ricerca effettuata e curata da Pietro Lunetto e Marco Crispigni, con la collaborazione di associazioni e sindacati operanti in Italia e all’estero.
L’evento, organizzato da Usef mondo, Filef, Carse, Usef Palermo e Assessorato regionale alla famiglia, alle politiche sociale e lavoro, è stato l’occasione per denunciare le inadempienze della politica regionale in tema di emigrazione e per presentare la piattaforma rivendicativa delle associazioni.
Salvatore Augello, segretario generale dell’Usef, ha ricordato che i giovani siciliani continuano a lasciare la Sicilia a causa dell’impossibilità di trovare un’occupazione e della precarizzazione del lavoro che non garantisce loro nessuna sicurezza. Inoltre ha richiamato l’attenzione sul fatto che neanche i migranti che arrivano dall’Africa e da altre parti del mondo scelgono di restare in Sicilia, preferendo andare altrove. In aggiunta, si è soffermato anche sul fenomeno dello svuotamento di tanti paesi dell’entroterra siciliano.
Il segretario generale dell’Usef infine si è soffermato su alcune differenze che caratterizzano la nuova emigrazione, in particolare sul fatto che gli emigrati che lasciavano la Sicilia agli inizi degli anni cinquanta mandavano le loro rimesse nell’isola per sostenere le famiglie, per acquistare terreni e per edificare nuove abitazioni, mentre i nuovi emigrati prima di sistemarsi nei Paesi dove decidono di costruirsi un futuro spesso devono ricorrere all’aiuto delle famiglie.
Poi è intervento Pietro Lunetto, uno degli autori della pubblicazione, che prima di addentrarsi sui risultati della ricerca ha ricordato la necessità che l’emigrazione torni a raccontarsi da sè, che si capisca meglio chi sono i nuovi emigrati e che si esplicitino con chiarezza le difficoltà che incontrano gli emigrati, e su chi li aiuta all’estero.
La ricerca, ha sostenuto Pietro Lunetto, ci dice:
* che l’80 per cento degli emigrati siciliani trova un lavoro stabile;
* che non è completamente vero che i cervelli in fuga trovano l’Eldorado appena varcano i confini, anzi spesso devono fare tanta gavetta;
* che il 40 per cento di chi va via non intende più avere a che fare con l’Italia, perché profondamente delusi e sfiduciati
* che ad aiutare gli emigrati non sono più come una volta solo le associazioni, i sindacati e la chiesa, ma anche e spesso soprattutto i social network.
La ricerca infine ha anche evidenziato che sono ancora tanti i siciliani che vorrebbero ritornare scommettendo magari sulle proprie capacità e sul proprio talento, ma vengono fermati dalla paura della burocrazia e dall’assenza di un ecosistema in grado di aiutarli.
Dopo l’intervento della dottoressa Rosanna Signorino, capo di gabinetto dell’assessore Antonio Scavone, che ha ricordato i tentativi fatti per innovare la legislazione in materia di emigrazione e annunciato che a breve sarà esitato il decreto di nomina della Consulta regionale dell’emigrazione, ferma al palo dal 2010; è intervenuta la dottoressa Daniela Segreto, dirigente dell’ufficio speciale comunicazione per la salute della Regione Siciliana che si è soffermata sulle iniziative e sull’impegno profuso dalle strutture sanitarie nell’accoglienza dei migranti che – ha ricordato – spesso hanno bisogno di cure e di sostegno anche di tipo psicologico.
Il senatore Fabio Porta intervenuto con un messaggio vocale inviato dal Brasile, oltre a scusarsi per non aver potuto presenziare all’iniziativa perché impegnato in un’importante missione politica tra le comunità di nostri connazionali presenti in alcuni Paesi del Sud America, si è soffermato su alcuni aspetti messi in evidenza dalla ricerca e ha ribadito il suo impegno a sostegno della piattaforma rivendicativa delle associazioni degli emigrati e per il riconoscimento dei diritti dei migranti che devono essere – ha affermato con forza – “gli stessi di cui godono nei loro Paesi d’origine”.
Pino Apprendi, segretario dell’Usef di Palermo, dopo aver richiesto alla politica regionale un segnale di attenzione concreto verso i nostri emigrati, ha introdotto gli interventi di due giovanissimi: Gabriele Contino, laureato alla Bocconi ed emigrato a Dublino, assunto con contratto a tempo indeterminato da LinkedIn e Stefano Edward, palermitano, figlio di immigrati Tamil, anch’egli laureato desideroso di continuare a vivere e lavorare nella sua amata Palermo. Prima delle conclusioni è stata ascoltata anche la testimonianza di un vigile del fuoco che ha raccontato di essere figlio di emigrati in Svizzera, di essere stato emigrato lui stesso e di avere un figlio che lavora a Milano.
Angelo Lauricella, presidente di Usef mondo, nelle sue conclusioni, oltre ad aver condannato l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia e le drammatiche conseguenze della guerra ha richiesto, nel contempo, una vigorosa iniziativa degli organismi internazionali per la pace.
Poi tornando ai temi del convegno, ha denunciato con forza le gravi dimenticanze degli ultimi quattro presidenti della Regione Siciliana che hanno cancellato sia gli effetti positivi della legislazione regionale sull’emigrazione, varata a partire dagli anni settanta, sia il sostegno alle associazioni e alle loro iniziative all’estero, anche di quelli marcatamente culturali.
Il presidente dell’Usef ha ricordato altresì il contributo dato dagli emigrati a far conoscere l’isola in tutto il mondo, il suo patrimonio culturale, monumentale, paesaggistico, la sua enogastronomia, il suo essere una grande risorsa economica. Infine ha chiesto:
- al governo nazionale una nuova politica meridionale che faccia leva sul turismo, sulla valorizzazione del settore primario e su uno sviluppo ecosostenibile
- alla politica regionale di far seguire, al decreto di nomina della Consulta regionale dell’emigrazione, la convocazione della stessa e, soprattutto nuove iniziative e nuove norme in grado di ricostruire il cordone ombelicale tra i 20 milioni di siciliani sparsi nei cinque continenti e quelli residenti nell’isola.
Operando con politiche finalizzate ad utilizzare i terreni non più coltivati, a salvaguardare e riutilizzare gli immobili abbandonati che rischiano di crollare o di diventare ricettacolo di rifiuti di ogni tipo, a sostenere concretamente chi ha voglia di ritornare nella terra d’origine scommettendo sulle esperienze di lavoro acquisite, sulle proprie capacità professionali, sul proprio talento.Infine ha auspicato un rafforzamento delle associazioni, con adeguate risorse finanziare, per potenziare il loro ruolo e sostenere le loro iniziative all’estero.
In conclusione invitiamo a seguire l’intera conferenza sui nostri canali in prima visione questa sera alle ore 20.00! Non mancate!
Salvatore Bonura