Etna, il rifiuto della normalità La scelta di un Ente unico per risolvere presto e bene il problema delle microdiscariche

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NICOLOSI (CT) – Serve un Ente unico che si occupi della gestione e dello smaltimento dei rifiuti sull’Etna che si accumulano in microdiscariche nonché del controllo del territorio. Un Ente che abbia la capacità amministrativa ed economica di superare la frammentazione delle competenze che potrebbe essere identificato nella Città metropolitana di Catania. La Regione è pronta a sposare la richiesta dei rappresentanti dei territorio e a contribuire economicamente al risultato. Ѐ quanto emerso dalla conferenza dal titolo “Etna, il rifiuto della normalità” che si è svolta questa mattina nella sede del Parco dell’Etna. Organizzata dal giornale FocuSicilia.it in collaborazione con il Parco dell’Etna, il Consorzio di tutela dei vini Etna Doc e la Strada del vino e dei sapori dell’Etna ha visto la partecipazione oltre che del governatore, del presidente del Parco dell’Etna Carlo Caputo, del presidente della Srr Catania Metropolitana Francesco Laudani, del direttore del Consorzio di tutela dei vini Etna Doc Maurizio Lunetta, del vicepresidente della Srr Catania provincia nord Ignazio Puglisi e del consigliere della Strada del vino Marco Nicolosi. Presenti anche numerosi sindaci dei Comuni del Parco – Angelo Pulvirenti (Nicolosi), Antonio Camarda (Castiglione di Sicilia), Alfio Cosentino (Milo), Salvo Russo (Zafferana), Alfio Cristaudo (Pedara), Salvatore Puglisi (Linguaglossa) – e rappresentanti delle associazioni – Rosaria Milone (Fai Catania), Renato Maugeri (Consorzio Limone dell’Etna IGP), Francesco Favata (Cia Sicilia Orientale), Francesca Laganà (guida ambientale), Marinella Motta (Plastic free), Umberto Marino e Giambattista Condorelli (Cai Catania). Realtà diverse, con un obiettivo condiviso: la gestione attuale non è efficiente e va riformata, anche affidando il servizio a un Ente autonomo.

“Le microdiscariche possono essere combattute investendo in cultura e nella velocità di intervento. La Regione è disponibile ad attuare qualunque azione che sia espressione del territorio, mettendo delle risorse a disposizione per trovare una soluzione adeguata. Non possiamo giocarci questo patrimonio per negligenza o responsabilità di qualcuno”, ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. Il governatore ha anche precisato l’importanza della raccolta differenziata per cui è necessario “intervenire sui ragazzi delle scuole elementari, che possono essere anche stimolo per i genitori” e la decisione del governo regionale di puntare sui termovalorizzatori per smaltire la parte indifferenziabile. Per il governatore c’è un tema culturale che va approfondito, ma nell’immediato servono interventi concreti, dalle sanzioni alla creazione di nuovi impianti e in prospettiva dei termoutilizzatori. “In Sicilia si producono circa 900 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati l’anno, servono due termoutilizzatori, uno a est e uno a ovest. Creano reddito producendo energia, come avviene in tutte le grandi città europee”, ha spiegato Musumeci. La procedura è in corso, ma i tempi sono ancora lunghi”, ha detto.

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Le microdiscariche sono un problema annoso e per risolverlo occorre superare il problema delle competenze come ha sottolineato il presidente del Parco dell’Etna, Carlo Caputo. “I cittadini immaginano che noi abbiamo il mandato di occuparci dei rifiuti. Invece la competenza è dei singoli Comuni del Parco che incassano la Tari”, ha detto Caputo. Il presidente del Parco, già sindaco del Comune di Belpasso, conosce bene le difficoltà a cui devono fare fronte i sindaci e sa che è complicato occuparsi della zona del Parco con tutti i problemi che già crea la gestione del centro cittadino. Ecco perché è lo stesso Caputo che propone un unico soggetto gestore che individua nella Città Metropolitana. Oltre ai Comuni buona parte delle strade è di sua competenza. C’è però da superare il protocollo “Strade pulite” che in un comma specifica che le strade provinciali le puliscono i Comuni, mentre la Provincia si occupa soltanto della rimozione dell’amianto. “Una furberia” la definisce Caputo “con la quale la Città metropolitana scaricò la competenza sulla questione rifiuti”.

La proposta di un unico Ente di gestione è stata accolta da quasi tutti i presenti. Qualcuno ha espresso perplessità sulla mancanza di sensibilità per il tema da parte dell’ex provincia come il sindaco di Castiglione Antonio Camarda. “L’importante è che si risolva il problema – ha comunque detto – anche perché avremo nei prossimi giorni degli eventi vetrina come il Giro di Sicilia e non siamo in grado di pulire tutto”.

“Lo smaltimento delle microdiscariche sull’Etna rischia di incidere negativamente sulle performance dei Comuni. In un eventuale nuovo protocollo d’intesa, bisognerebbe dare la possibilità di scorporare questi rifiuti, in modo che non incidano sulle percentuali di differenziata” ha affermato il presidente della Srr di Catania Francesco Laudani.

Per il vicepresidente della Srr Catania provincia Nord Ignazio Puglisi occorre partire dalla questione normativa, che attribuisce un ruolo importante alle Srr. “Le competenze non sono sufficienti, non va trascurato il ruolo delle aziende incaricate di gestire i servizi”. Puglisi non manca di sottolineare il tema economico: “Quando c’è una microdiscarica un sindaco si fa il segno della croce perché non sa con quali risorse pagare l’intervento”. Un aspetto evidenziato anche dal sindaco di Nicolosi Angelo Pulvirenti quando ha detto che si tratta di “una lotta a mani nude in un parco fortemente antropizzato”.

Il tema delle microdiscariche non impegna solo i primi cittadini, tutti concordi nel dovere intervenire subito, “anche i privati possono dare il loro contributo nella tutela e in nuove opportunità per il territorio”, come ha affermato il sindaco di Milo, Alfio Cosentino. Non solo. Le microdiscariche creano anche un danno ambientale “ecco perché ognuno deve fare la propria parte”, ha insistito Marinella Motta di Plastic free, nonché economico. Lo hanno ribadito anche il direttore del Consorzio vini Etna Doc, Maurizio Lunetta, che ha annunciato che il 56 per cento della produzione è certificata come biologica e Marco Nicolosi, rappresentante della Strada del vino. Entrambi hanno sottolineato l’importanza di un territorio che si sappia presentare perché i prodotti possano essere venduti bene e a una platea più ampia possibile, soprattutto alla luce dell’alta qualità dei prodotti.

Vendere il territorio significa anche guardare all’agricoltura e ai turisti. Temi ribaditi dalla guida ambientale Francesca Laganà nonché dal presidente del Consorzio Limone dell’Etna Igp e esponente di Confagricoltura, Renato Maugeri, dal rappresentante del Cai Catania, Giambattista Condorelli e dalla rappresentante del Fai Catania, Rosaria Milone. “Noi stessi siamo custodi del territorio” hanno detto sia Milone che il presidente Cia Sicilia orientale Francesco Favata il quale ha anche suggerito l’uso di telecamere. Tesi sostenuta da Laganà che ha dunque aggiunto “che in quanto parte di un luogo dobbiamo prendercene cura”. La stessa cura che mettono gli agricoltori nei loro terreni “anche perché agricoltura e turismo sono facce della stessa attività”, ha detto Maugeri.

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