Continuano gli appuntamenti con la nostra rubrica: “Appunti di Viaggio”, grazie alla quale vi portiamo nel cuore della Sicilia e del suo tessuto imprenditoriale e sociale.
Oggi siamo a Piazza Armerina, un comune siciliano situato su un’altura dei monti Erei meridionali dell’entroterra del golfo di Gela.
La città conta poco più di 20mila abitanti ed è famosa nel mondo per i mosaici della Villa Romana del casale e per il centro storico barocco.
Il centro urbano è circondata dalle foreste del Parco della Ronza e da tantissime zone d’interesse paesaggistico come il sito archeologico di Montagna di marzo, immerso anch’esso nel verde.
Il nome della città deriva dal latino medioevale “Platea” (piazza del mercato) e solo nel 1862 fu aggiunto “Armerina” (Costrum Armonium) per via del centro fortificato dai normanni come castello delle Armi, edificato nell’undicesimo secolo.
Piazza Armerina fu fondata nel 1163, acquisì una certa importanza con la conferma di demanialità sotto il re di Sicilia Federico 2, il quale vi insediò nel 1234 la sede della corte nazionale (un tribunale per accogliere le querele dei cittadini siciliani contro il malcostume e gli abusi della cattiva amministrazione).
Nel 1689 diventa sede universitaria, con 7 diverse facoltà. L’università visse fino al 1817, ma con il riassetto del neonato regno delle Due Sicilie fu chiusa. Piazza Armerina perde in quel periodo anche il suo ruolo di capoluogo di “Comarca” a vantaggio di Caltanissetta.
I fiori all’occhiello di piazza armerina sono, oltre alla villa imperiale del casale che custodisce più di 3mila metri quadri di incantevoli mosaici – considerati i più belli e i meglio conservati del mondo – anche il Palio dei Normanni (una rappresentazione storica della liberazione della Sicilia dai saraceni per opera dei normanni), la cattedrale, il castello aragonese, palazzo trigona, il museo diocesano, la Commanda dei cavalieri di Malta, la fontana dei canali da cui esce acqua di sorgente in ogni momento del giorno e della notte, un abbeveratoio e un lavatoio con 20 postazioni, nonché il museo dei solfatari e il museo contadino.
Fanno da contraltare a cotante bellezze i numerosi cartelli “Vendesi” appesi ai balconi di tante abitazioni del centro storico.
Sembra di trovarsi in uno dei tanti borghi dell’entroterra dell’isola che, a causa dell’assenza di lavoro e di servizi, hanno subito un processo di spopolamento. A sentire però chi la abita, chi vi opera e chi la amministra, sembrerebbe che le cose non siano come appaiono a primo acchito… Scopriamolo insieme!
Appuntamento a questa sera in prima visione assoluta alle ore 20.00 sulla nostra WebTv, ovvero sui canali social Facebook e Youtube. Non mancate!