Riproduzione di guerre permanenti e rischio di guerra atomica

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Una sintetica lettura di alcuni aspetti della congiuntura economica, sociale, militare e politica contemporanea, di Salvatore Palidda.

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1) Gli Usa sono in declino come prima potenza economica mondiale e da tempo anche politica. Perciò puntano i piedi giocando sulla loro indiscussa supremazia militare (nel Fiscal Year 2022 si prescrive: “ensuring a strong national defense while restoring America’s place in the world” -cfr.). Ricordiamoci che la strategia delle guerre a bassa intensità e quindi delle guerre permanenti comincia dopo il Fiscal Year di Weimberger dal 1983 e mirava a rintuzzare o annullare le autonomizzazioni dei paesi dominati dagli USA in parte con la scusa di colpire il narcotraffico, le mafie ecc. … lo fecero anche a Granada). In questa strategia è emerso anche un vecchio gioco dei dominanti ossia mestare sul disordine per meglio imporre il dominio del più forte (a inizio 2002 Alain Joxe pubblicò L’Empire du chaos, in italiano x Sansoni nel 2003). Da allora le guerre permanenti imposte o provocate dagli Stati Uniti (anche le guerre locali dette etniche o tribali) si inscrivono nel registro del disordine voluto per imporre il dominio USA che ne accordano o ne subappaltano una parte ai loro alleati-subordinati cioè gli Europei ma che altri. Basta vedere la concessione statunitense a joint ventures nella produzione e commercio di armamenti, o di spazi per attività economiche in giro per il mondo in cambio del coinvolgimento europeo e di altre alleati-subordinati nelle missioni militari all’estero … È così che le imprese italiane si proteggono o mantengono i loro spazi di manovra in diversi paesi altrimenti scattano -vedi caso- sequestri di dirigenti ecc.). Questo vuol dire che gli USA sono ancora lungi dall’effettivo declino e anche quando la Cina diventerà la 1a potenza economica mondiale gli USA resteranno secondi … ma certo “vogliono vendere cara la pelle” cioè il primato economico. Le guerre permanenti e la potente pervasività delle comunicazioni per il consenso confermano che non è la guerra la continuazione della politica (come teorizzava Clausewitz) ma il contrario (come suggerisce Foucault[1]); in realtà è così quantomeno da due secoli: come osserva qualche storico, in particolare in Europa i periodi di pace sono sempre stati brevi e il premio Nobel per la pace all’Europa è una vergogna tanto quanto quello che fu dato a Kissinger perché si ignorano non solo le guerre che gli stati europei hanno continuato a praticare in particolare in Africa e poi in Medio Oriente e altrove ma le stesse guerre nei Balcani. E a ciò si aggiunge l’irretimento delle società dei paesi dominanti nella logica della guerra sino a promuoverne la continuità, per esempio fra guerre neo-coloniali e guerra per la sicurezza urbana e guerra ai migranti, ai poveri, ai marginali, come nuova tanatopolitica del capitalismo liberista (vedi Umanita a perdere. Sindemia e resistenze).

2) La guerra russa contro l’Ucraina è il tentativo di imporsi come potenza mondiale che tiene testa agli USA e alla Cina oltre che all’Europa. La scelta di Putin appare però non solo maldestra anche dal solo punto di vista militare ma disastrosa e fallimentare dal punto di vista politico anche se tantissimi paesi non hanno votato la condanna della Russia all’ONU. Comunque si tratta di un gigantesco massacro di civili e anche di soldati, la distruzione della vita di milioni di persone e la fame più grossi problemi anche per una buona parte della popolazione russa e anche di quella di altri paesi a causa delle sanzioni. Come sempre nelle guerre chi paga in vite umane e distruzioni sono i meno abbienti.

3) L’Europa s’è subito arruolata nel processo di militarizzazione con immediato beneficio di imprese quali Leonardo in Italia e simili in Francia e Germania. Ma ricordiamolo si tratta sempre di imprese alquanto subalterne a quelle statunitensi! Non c’è alcuna reale chance di ambire a diventare una UE potenza economica e militare autonoma!!! E gli stati europei si fanno concorrenza per essere i migliori alleati degli USA e quindi ricavarne più benefici. L’utopia di una unica Europa dall’Atlantico agli Urali e quella del manifesto di Ventotene restano miraggi. I dominanti europei sono sovente in competizione fra loro e spesso prediligono alleanze con loro pari statunitensi o comunque extra-UE. Sinora l’Europa finanziaria ha retto ma evitando la competizione con la finanza USA con la quale di fatto rispetta gli accordi e rimanendo lontana da ambizioni di autonomia militare e politica rispetto alla NATO. La subordinazione europea rispetto all’imperativo USA di sabotare la strategia economica cinese è stata immediata. E così pure quella alla direttiva di aumentare la spesa militare di ogni paese NATO.

4) La prima causa delle guerre permanenti che si riproducono da oltre 20 anni è il trionfo dell’intreccio della lobby militare-poliziesca, della lobby finanziaria e di quella delle nuove tecnologie -peraltro legate anche ad altre lobby e un po’ a tutte le attività economiche fra le quali le comunicazioni. La conseguenza di tutto ciò è che i leader politici di tutti i paesi potenze militari a cominciare da Biden, Putin ma anche gli europei, Israele ecc., sono di fatto delle pedine di turno di questo intreccio di lobby che impone la perpetuazione delle guerre permanenti. Questa è non solo la perfetta modalità per consumare i prodotti dell’apparato industriale militare-poliziesco ma anche la scommessa di puntare sulla supremazia militare per limitare o sabotare o annullare l’avanzata dell’egemonia economica di altre potenze fra le quali innanzitutto la Cina e la Russia. Così anche mister Draghi s’è scoperto militarista e il Parlamento italiano ha votato alla quasi unanimità l’aumento della spesa militare … e vedi caso fra i primi a guadagnarci c’è Leonardo che insieme ad altre quattro grandi imprese europee beneficerà del gigantesco budget UE per l’Ucraina …

Ricordiamo che l’Italia continua a violare l’art.11 della Costituzione dotandosi di armamenti offensivi, ospitando sul suo territorio armi nucleari e dispositivi impiegati in guerre e rilanciando missioni militari all’estero che di fatto sono partecipazioni alle guerre permanenti

L’art. 11 della Costituzione prevede solo una difesa-difensiva e quindi esclude qualsiasi dotazione di armamenti offensivi e di operazioni militari all’estero (tranne ONU) ed esclude anche partecipazione ad alleanze militari con dispositivi offensivi … quindi di fatto prescrive la neutralità.

5) Sembra del tutto vero che sia fra i resistenti ucraini, sia nei ranghi russi ci siano nazisti e contractors carnefici. E sembra anche vero che fra i resistenti ucraini ci sono anche tanti anarchici e compagni di sinistra mentre i nazisti sarebbero alquanto isolati (fra altro si veda anche l’articolo: “Une guerre gênante: que faire lorsque la russie attaque l’ukraine mais que tu es de gauche?” di Denys Gorbach, su lundimatin#331, le 21 mars 2022 https://lundi.am/Une-guerre-genante-que-faire-lorsque-la-Russie-attaque-l-Ukraine-mais-que-tu-es)

6) Il rischio di un’ulteriore escalation dell’attuale guerra russa contro l’Ucraina resta alto e nulla può escludere che diventi un rischio di guerra atomica (anche se l’eventualità di bombe nucleari di raggio relativamente limitato -200 kmq?- è più verosimile). Come dicono alcuni esperti militari di vari paesi, è evidente che la Russia non si ferma senza la garanzia di aver conquistato obiettivi validi (Crimea, Donbass, Mariupol, Odessa ??? più che il resto). Intanto la carneficina aumenterà.

7) L’ONU è ormai un’istituzione quasi del tutto svuotata da ogni possibilità di agire sulla scena che le compete innanzitutto perché la maggioranza del consiglio di sicurezza la sabota costantemente. È perciò illusorio pensare che possa essere accettata una pace con una forza ONU di interposizione fra la Russia e l’Ucraina (cosa che forse sarebbe stata possibile che i paesi europei avessero sostenuta un accordo di pace accettabile per entrambi le parti ma è evidente che gli USA non vogliono e gli europei stanno dallo loro parte).

8) Appare più che mai evidente che solo una grande mobilitazione popolare internazionale per la pace (come ci fu per il Vietnam), contro tutte le forze che alimentano i conflitti, per il disarmo, per il neutralismo, potrà fermare questa carneficina in Ucraina come negli altri paesi fra i quali la Palestina.

Salvatore Palidda – già docente di sociologia generale presso l’Università di Genova, fra altro, autore di Polizie, sicurezza e insicurezze, Meltemi, 2021, e co-curatore del volume Conflict, Security and the Reshaping of Society: The Civilisation of War, Routledge, 2010: http://www.oapen.org/search?identifier=391032

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