Buona sera e ben ritrovati nella rubrica di Hashtag Sicilia “Comu Veni Si Cunta“. Anche se penso che la mia opinione conta quanto il due di coppe quanto la briscola è a bastoni, e sono pure convinto che più di qualcuno mi accuserà di velleitarismo, questa sera ritorno sul tema della guerra. Ci ritorno perché nonostante le tante manifestazioni di condanna e i molteplici appelli questa a guerra insensata, barbara e anacronistica continua a seminare distruzioni, morti e miseria.
Fino a qualche settimana fa, dopo due anni di pandemia la speranza di tutti era quella di ritornare rapidamente alla normalità è, invece, ci siamo ritrovati con l’ invasione russa dell’ Ucraina, con una guerra che si combatte a meno di 2 mila chilometri da noi ; una guerra le cui conseguenze sono anche un aumento del prezzo del gas, del petrolio, del grano, del costo dei trasporti che, oltre a incrinare la stessa ripresa economica, colpisce duramente il già debole potere di acquisto delle nostre famiglie.
In questi giorni in uno scenario particolarmente complesso e doloroso le uniche note positive sono rappresentate, da un lato dal ritorno del pacifismo, dall’altro dalla straordinaria ondata di solidarietà degli italiani verso il popolo ucraino.
Addolora il fatto che questo slancio di solidarietà non si sia evidenziato nei confronti dei migranti che vengono dal Sud del mondo. Forse perché non ci giungono immagini dalle tante televisioni italiane delle 34 guerre che si combattono in tanti continenti, delle torture e delle violenze perpetrate dai miliziani libici nei confronti di chi scappa dal proprio paese per sfuggire alla guerra e per cercare un futuro di pace e di benessere.
Certo molti di noi si commuovono quando le televisioni trasmettono le immagini di qualche naufragio, ma dopo un po’ ci abituiamo, ci adattiamo.
Alla guerra che sta devastando l’Ucraina non possiamo abituarci anche perché ad essere sotto attacco sono i familiari di tanti nostri collaboratori domestici, di tanti badanti, di persone che ci aiutano nelle incombenze di casa e nell’assistenza ai nostri familiari fragili, persone cioè che spesso consideriamo come nostri familiari.
È vero la Russia appare isolata ed emarginata, come nel 1853 con la guerra di Crimea, Putin è sottoposto a una gogna mediatica; le sanzioni stanno colpendo duro, ma è vero anche che Mosca ha una potenza di fuoco enorme e non credo che la guerra casa per casa, per quando eroica, possa fronteggiare l’esercito russo, pertanto per evitare altre distruzioni, altri lutti e altre sofferenze auspico che si raggiunga al più presto il cessate il fuoco.
Dico questo perché Illudersi che Putin sia in difficoltà e che i cosiddetti oligarchi possono influenzare le sorti della guerra mi sembra un errore, anche perché la maggioranza dei boiardi sono diventati ricchi lasciando la Russia è in patria contano poco.
Neppure i movimenti di protesta contro la guerra, che si sono registrate n tante città russe potranno indurre Putin a ritirarsi dall’Ucraina senza portare a casa nessun bottino di guerra.
Certo Putin ha già perso la guerra mediatica e probabilmente perderà anche la guerra socioeconomica perché le sanzioni, dopo aver colpito alcuni boiardi, colpiranno prima o poi anche la classe media e le famiglie russe meno abbienti.
Quindi l’unico bottino di guerra che può incassare, se gli va bene questa terribile avventura, sarà un’Ucraina ridotta in macerie. Che fare dunque? Poiché ritengo che nessuna persona sensata si augura una terza guerra mondiale o pensa all’utilizzo di armi nucleari l’unica strada da intraprendere con urgenza mi sembra quella del negoziato.
Un negoziato che purtroppo però nessun leader europeo può portare avanti perché l’Europa- giusto o sbagliato che sia – si è schierata con una parte. Lo stesso tentativo fatto dal leader dello Stato Ebraico che si è recato a Mosca per interloquire con Putin ha avuto il solo merito di rompere il ghiaccio delle trattative, ma è troppo filooccidentale per ottenere risultati diretti.
Quindi oggi se si guarda in faccia la realtà gli unici che possono assolvere a un ruolo di mediazione e portare avanti un negoziato serio in grado di fermare la guerra e le stragi sono la Cina e il Vaticano. Perché il colosso asiatico ha stretto con Mosca un accordo di convenienza e ha la forza per imporre lo stop alle armi e la Chiesa che ha un grande credito perché, oltre ad essere per la pace, è ostile alla corsa agli armamenti.
Ma i mediatori per ottenere il cessate il fuoco e l’avvio di un processo di pace devono disporre di alcune carte da giocare al tavolo delle trattative.
Quali sono queste carte? Scopriamoli insieme. Appuntamento a questa sera alle ore 20.00 in diretta sulla nostra pagina Facebook e sul nostro canale Youtube.
Salvatore Bonura