La Cgil siciliana e la Gwu, la maltese Unione generale dei lavoratori, collaboreranno per assicurare la promozione e la tutela di chi lavora nell’area Sicilia- Malta. Ne hanno discusso i vertici delle due organizzazioni nel corso di un incontro. Primo step l’attivazione del Consiglio Interregionale sindacale (Irtuc) Malta-Sicilia, istituito nel 2017. E’ seguito, nel 2019, un accordo tra le due sigle, ma tutte le azioni sono state rallentate dall’emergenza sanitaria. Adesso si riparte. Saranno attivati nelle prossime settimane i due Contact Point Italo-Maltesi, a Pozzallo , presso la Camera del Lavoro e a La Valletta, per un ruolo operativo delle due organizzazioni sindacali “che – dice una nota- metteranno in campo il sistema delle tutele individuali, impegnando anche le categorie che fanno riferimento ai settori del turismo, dell’edilizia, dei trasporti, dell’industria e dell’artigianato”. Malta è diventata negli ultimi anni uno dei principali mercati di sbocco per i lavoratori delle regioni meridionali. Secondo un recente sondaggio i lavoratori italiani ufficialmente a Malta sono più di 12.000, tra residenti, lavoratori transfrontalieri e distaccati, di cui circa 10.000 iscritti all’ Aire (l’anagrafe italiani residenti all’estero), impegnati in tutti i settori dell’economia del Paese, principalmente in quelli dell’accoglienza e dell’edilizia.
“Siamo quindi di fronte a un fenomeno,-commentano Alfio Mannino e Peppe Scifo, che hanno partecipato all’incontro con Josef Bugeja segretario generale nazionale GWU, vice Kevin Camilleri e con Felice Stanislao delegato, a Bruxelles per i rapporti Malta–Italia
che, influenzato dallo scenario economico, ha progressivamente acquisito le caratteristiche strutturali , sia in termini di qualità che di dimensioni, dei mercati del lavoro nelle regioni di confine. E questa dimensione richiede una nuova e più forte alleanza tra i nostri sindacati. Alla luce dell’analisi quantitativa e del contesto sociale e politico di questi Paesi – aggiungono – assume un’importanza fondamentale la questione transfrontaliera, che richiede un salto di qualità da parte delle nostre organizzazioni sindacali nell’elaborazione di strategie comuni. Il nostro obiettivo è quello di sostenere la costruzione di una Europa sociale – sottolineano Mannino e Scifo – attraverso un’azione sindacale sinergica, in modo da frenare la deregolamentazione e l’insicurezza sul lavoro, e favorire lo sviluppo e l’occupazione attraverso la standardizzazione dei sistemi previdenziali, assistenziali e fiscali, definendo uno spazio comune di contrattazione e strumenti contrattuali comuni”.