Tanti sono i dossier sul tavolo del governo legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza da approvare entro il primo semestre di quest’anno. Per la precisione 45 sono i traguardi da raggiungere ai quali è collegato il pagamento della prossima rata da 24,13 miliardi di euro. Entro la fine del 2022 inoltre dovranno essere raggiunti altri 55 obiettivi per ottenere da parte dell’Europa altri 21,83 miliardi di euro. Dei 45 obiettivi da centrare per la metà di quest’anno, al momento soltanto tre sono già stati conseguiti. Come spesso capita nel Belpaese le difficoltà non sono certo mancate. Basti pensare che il presidente del Consiglio dei ministri ha dovuto promettere uno stanziamento aggiuntivo di 900 milioni per arginare le iniziative dei sindaci del Nord, che protestavano per essere stati esclusi dai bandi dei borghi storici, a causa – a loro dire – di requisiti troppo favorevoli al Sud.
Comunque stando alle notizie che filtrano dalle stanze del governo al 31 gennaio sono stati pubblicati 113 bandi per un importo complessivo di 27,86 miliardi di euro. Risulta inoltre che sono aperti 48 bandi per un ammontare di 23,17 miliardi di euro da assegnare.
I passaggi più delicati e difficili in questa fase di realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza riguardano la transizione ecologica e le infrastrutture. Entro i primi sei mesi di quest’anno è prevista l’aggiudicazione di tutti gli appalti per la connettività veloce. Entro il 30 giugno il ministero della transizione ecologica dovrà realizzare 11 diversi obiettivi che sono parte integrante della missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica “del Pnrr e riguardano l’energia rinnovabile, l’idrogeno, la rete e la mobilità sostenibile e la tutela del territorio e della risorsa idrica. Con riferimento al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sociale c’è il problema della firma per la riqualificazione e l’incremento dell’edilizia sociale da parte delle regioni, delle province autonome, dei comuni e delle aree metropolitane situati dentro tali territori.
Sempre nel primo semestre di quest’anno saranno impegnativi anche gli obiettivi fissati per la lotta all’evasione fiscale. Questo perché il Pnrr prevede nei primi sei mesi dell’anno l’adozione di diverse misure, per incoraggiare l’adempimento degli obblighi fiscali, a partire dalla creazione della banca dati e dell’infrastruttura informatica volta al rilascio della dichiarazione precompilata Iva.
Sono inoltre previste : il miglioramento della qualità della banca dati riguardante la comunicazione per l’adempimento spontaneo; il completamento del processo finalizzato a rendere più efficace l’analisi del rischio inerente alle selezioni dei contribuenti da sottoporre a controllo e a partire da quest’anno e per i prossimi tre anni, il Ministero dell’economia dovrà presentare un piano annuale di riduzione della spesa pubblica.
Per capirci se si guarda alle scadenze e agli obiettivi connessi alle rate del Pnrr da incassare si comprende meglio il perché occorre stare concentrati e correre. Infatti dopo aver incamerato il prefinanziamento di 24,9 miliardi di euro e la prima rata di 24,1 miliardi di euro occorre incassare altre nove rate con cadenza semestrale e fare altri tantissimi passaggi. Specificatamente entro il prossimo 30 giugno occorre raggiungere 47 obiettivi o risultati, altri 56 entro l’anno in corso, 27 entro il primo semestre del 2023 e altri 69 entro il 31-12-2023. Infine per incamerare le risorse delle restanti cinque rate è necessario raggiungere dall’inizio del 2024 al 30-6-2026 altri 271 obiettivi o risultati.
Considerato che per incassare i restanti 145,6 miliardi di euro dobbiamo raggiungere ancora altri 469 obiettivi o risultati dobbiamo augurarci, se non vogliamo perdere questo treno di opportunità, che non vi siano crisi di governo o elezioni politiche anticipate e che tutto proceda speditamente.
Poiché manca meno di un anno e mezzo alle elezioni politiche generali è legittimo che i partiti per affermare le proprie esigenze elettorali cerchino di tirare la coperta ciascuno dalla sua parte. È importante però non menar il can per l’aia e non deviare dalle finalità del Piano nazionale di ripresa e resilienza, altrimenti si rischia di mandare tutto all’aria compresa la possibilità di annullare o ridurre le distanze economiche e sociali che separano il Sud dal Nord e bruciare il futuro dei giovani.
Salvatore Bonura