Buona sera e ben ritrovati nella rubrica di Hashtag Sicilia “Comu veni si cunta”.
Questa sera, in attesa della fumata bianca per il Quirinale, mi occuperò di una delle tre cause che impediscono al Mezzogiorno di attrarre investimenti dall’estero.
Parlerò di questa questione non perché ha fatto capolino in occasione delle celebrazioni dell’anno giudiziario, né perché non mi appassioni il dibattito sulla scelta del nuovo presidente della Repubblica, ma perché mi sono rotto i cosiddetti “cabbasisi” a seguire a tutte le ore del giorno e della notte televisioni e giornali che parlano tutti delle medesime cose, come se nel paese non ci fossero altri problemi di cui occuparsi.
Infatti è assolutamente insopportabile ascoltare da tutto il circo mediatico le stesse ovvietà mentre soffiano venti di guerra sul mondo, a causa della crisi sull’Ucraina, tra Russia e Stati Uniti e i prezzi di luce, gas e delle materie prime schizzano alle stelle. Anche perché oggi le difficoltà a trovare un accordo sul nuovo inquilino del Colle più alto di Roma sono maggiori rispetto al passato, perché per la prima volta gli accordi da trovare contemporaneamente sono due: quello per il Quirinale e quello per Palazzo Chigi.
Quindi per sfuggire a questo assedio ritengo più giusto ritornare sulla questione dei tempi lunghi della giustizia soprattutto civile che secondo gli imprenditori vengono subito dopo la burocrazia e prima della criminalità.
Questo perché nei Tribunali del Sud i tempi di un processo civile oscillano tra i 492 e 674 giorni rispetto ai 282-341 del Nord e ai 383-440 del Centro Italia.
I tempi lunghi della giustizia soprattutto civile pesano come un macigno sulle spalle degli imprenditori, soprattutto se piccoli e rappresenta un ostacolo per chi vuole intraprendere.
Perché purtroppo, piaccia o non piaccia, la direzione che prendono i soldi privati destinati agli investimenti non la decidono i sindaci, i presidenti di Regione o i ministri, la decidono gli investitori che vanno dove la burocrazia e la criminalità sono meno invasivi e meno feroci e dove c’è un ambiente favorevole all’impresa e non dove la politica cerca solo di ricavarne un vantaggio elettorale!
Tornando ai tempi lunghi della giustizia civile è vero che è una patologia antica, visto che Amleto annoverava, tra i dardi dell’oltraggiosa fortuna, anche il ritardo della legge, solo che adesso, a differenza del passato, la nostra giustizia appare sempre più lontana dai cittadini e cresce la sfiducia nel sistema giudiziario.
Ma quali sono le cause dei tempi lunghi della giustizia civile?
Tante sono le cause di questo stato di cose, tra queste ricordo solo:
- la carenza di magistrati negli Uffici Giudiziari meridionali che continua ad essere alta rispetto a dieci anni fa. Infatti in organico nei Tribunali e nelle Corti d’Appello del Sud sono previsti 3.093 magistrati, ma le presenze effettive sono solo 2095. Nello specifico per quando riguarda la Sicilia mancano: 16 magistrati alla Corte d’Appello di Catania, 8 alla Corte d’Appello di Messina e 7 al Tribunale di Termini Imerese.
- l’eccessivo ricorso ai tribunali per risolvere questioni che si potrebbero risolvere diversamente, magari rivolgendosi alle Camere arbitrali delle Camere di Commercio.
Che fare dunque per sciogliere questo nodo che riguarda soprattutto il Mezzogiorno?
Innanzitutto occorre: colmare i vuoti che ci sono negli organici dei Tribunali; garantire incentivi per evitare la fuga dei magistrati dalle sedi disagiate; intervenire sui problemi dell’edilizia giudiziaria.
Quindi se si vogliono risolvere i problemi della giustizia soprattutto civile del Sud le soluzioni ci sono occorre solo la volontà di operare di conseguenza.
Su questo e su altro questa alle ore 20.00 discetterà il nostro editorialista. Seguiteci sui nostri canali social.
Salvatore Bonura