Tante sono le cose sulle quali si potrebbe ricamare: dalla priorità data dal governo Draghi di tenere aperte le scuole e sul confronto fatto con il precedente governo Conte che le ha chiuse in fretta e furia, alla bomba sganciata da Berlusconi, con la quale si candita ufficialmente alla Presidenza della Repubblica. Affermando testualmente: “Se Draghi va al Quirinale Forza Italia esce dalla maggioranza e non sarà disponibile a fare un nuovo governo”.
Ciò equivale a dire o votate per me o si va alle elezioni politiche anticipate. Un messaggio chiaro rivolto a quei parlamentari che non vogliono andare a votare perché perderebbero l’indennità, il diritto alla pensione e la possibilità di ritornare in Parlamento, considerato che si ridurrà il numero dei parlamentari. Su tutto questo non aggiungo altro parlerò, invece, di un fatto dirompente, del fatto che l’Italia nei prossimi sei anni avrà una montagna di soldi da spendere, 370- 380 miliardi di euro (60 miliardi l’anno). Una enorme potenza di fuoco.
Di questi 370 miliardi di euro, circa 186 miliardi dovranno essere spesi nel Mezzogiorno.
Sentendo queste cifre qualcuno dirà che sto dando i numeri. Assolutamente no. E ve lo dimostro.
Infatti se si mettono assieme le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e i 73,5 miliardi di euro del Fondo Sviluppo e Coesione e gli 83 miliardi complessivi previsti per i Fondi Strutturali Europei 2021 – 2027 si arriva appunto a oltre 370miliardi di euro.
Relativamente al Sud il conto è ancora più semplice, basta sommare agli 82 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza che spettano al Mezzogiorno, i 54 miliardi provenienti dal Fondo Sviluppo e Coesione (la ripartizione per questo Fondo prevede di assegnare l’ 80 per cento al Sud e il 20 per cento al Nord) e i 50 miliardi di euro dei Fondi strutturali europei si arriva – se la matematica non è un’opinione – a 186 miliardi di euro.
Una montagna di soldi che fanno venire il capogiro e stimolano l’appetito anche a chi è sazio, anche agli ingordi tant’è che il sindaco di Milano sta già pensando di organizzarsi – come ha dischiarato candidamente nei giorni scorsi – per intercettare i soldi che il Mezzogiorno non sarà in grado di spendere.
È vero nel passato le regioni meridionali, e tra queste la Sicilia, hanno dimostrato di non sapere spendere i soldi dell’Europa, ma è anche vero che la colpa è riconducibile anche agli eccessivi cavilli burocratici che coinvolgono gli organi istituzionali di controllo della spesa pubblica e alla burocrazia di Bruxelles che, talvolta, è più farraginosa di quella italiana.
Quindi per spendere subito e bene i soldi destinati al Sud e alla Sicilia oltre a cambiare passo, occorre aggiustare ed adeguare subito la macchina burocratica della Regione, eliminare i cavilli e gli orpelli inutili e, nel contempo, evitare di accontentare i desideri elettorali dei deputati di turno , come s’è fatto nel passato.
Questi soldi non ci vengono dati per fare clientelismo e assistenzialismo, ma per ridurre i divari territoriali e sociali tra il Sud e il Nord, per creare un nuovo modello di sviluppo ecocompatibile e per garantire alle popolazioni del Mezzogiorno lo stesso livello di servizi, a partire dalla sanità, dalla scuola e dai trasporti, di cui godono le genti del Nord.
Pertanto se non vogliamo rubare il futuro ai nostri figli e ai tanti giovani in cerca di lavoro facciamo in modo di non sprecarli e di utilizzarli bene e subito.
Dobbiamo farlo anche per non dare la soddisfazione al sindaco di Milano, agli ingordi che vorrebbero utilizzare i nostri soldi, dimenticandosi che il peccato di gola nella teologia cristiana è uno dei sette vizi capitale, quei comportamenti anomali, fuori delle regole, che già Aristotele definiva gli abiti del male. Insomma con i nostri soldi non possiamo fare ingrassare chi è già grasso di suo!
Di tutto questo e di altro parleremo questa sera alle ore 20.00 nella rubrica di Hashtag Sicilia “Comu Veni Si Cunta“. Seguiteci sui nostri canali social!
Salvatore Bonura