Vicari, gli scavi al Teatro Libertà portano alla luce resti dell’ex Chiesa di San Leonardo

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Palermo, 23 dicembre 2021 – Interessanti testimonianze archeologiche di età antica e medievale sono emerse a Vicari (PA) nel corso dei lavori di restauro e riqualificazione del Teatro Libertà che prevedevano anche il risanamento e il consolidamento delle fondazioni.

Gli scavi, realizzati dal Comune e progettati da Livia Realmuto sotto la direzione tecnico-scientifica della Soprintendenza dei Beni culturali di Palermo, diretta da Selima Giorgia Giuliano e in particolare della Sezione Archeologica, diretta da Maria Rosaria Marrone, hanno permesso di individuare parti delle strutture che appartenevano all’ex Chiesa di San Leonardo.

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“L’attività di vigilanza esercitata dalle Soprintendenze della Sicilia – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – continua a dare interessanti frutti. Si tratta di un’azione costante e puntuale che scruta il territorio e permette di recuperare testimonianze storiche importanti durante le normali attività di cantiere consentendo che non vadano persi elementi importanti che contribuiscono a meglio definire l’atlante storico della nostra regione”.

Ad essere messi in luce sono stati, in particolare: una cripta, i resti dell’antico ingresso (acciottolato e gradino di accesso) e, all’esterno, parte di una delle absidi laterali costituita dai tipici blocchetti di calcarenite biancastra che caratterizza le architetture più antiche e tipiche del paese.
Al di sotto di queste strutture, lo scavo ha rivelato la presenza di sepolture infantili, costituite da contenitori in ceramica (spesso anfore) che custodivano i resti dei piccoli inumati secondo un rito (detto enchytrismòs) noto nelle necropoli di tradizione greca nel VI e V secolo a.C..

I contenitori ceramici in alcuni casi erano situati in fosse foderate e coperte da lastre di pietra, al di sopra delle quali piccoli cumuli di pietre costituivano i semplici segnacoli. All’interno di queste povere deposizioni si è trovato, in alcuni casi, anche qualche elemento di corredo, quali brocchette decorate a immersione.

“Secondo quanto riferiscono gli archeologi della Soprintendenza, Monica Chiovaro e Laura Riolo -precisa la Soprintendente Selima Giorgia Giuliano – il dato è interessante poiché conferma l’estensione dell’ampia necropoli di età classica; inoltre, per la prima volta, lo scavo è stato realizzato con metodo stratigrafico e ciò ha consentito una raccolta attenta e puntuale dei dati della preziose testimonianze archeologiche messe in luce”.

L’area urbana di Vicari, situata ai piedi della possente rocca sulla quale si trovano oggi i ruderi del castello medievale, più volte nel passato ha restituito rinvenimenti fortuiti, costituiti per lo più da vasellame di età arcaica e classica (VI-V secolo a.C.). L’area era, infatti, occupata da una vasta necropoli, relativa a un centro posto in posizione strategica tra le vallate del Fiume Torto e del fiume San Leonardo; il sito fu fortemente influenzato dalla cultura greca e rimase in vita fino al III secolo a.C. quando, anche in questi territori, si assiste all’affermazione politica di Roma.
Poco sappiamo di Vicari in età tardo-antica e alto-medievale; è noto, invece, che il centro ebbe il suo sviluppo in età medievale, di cui conserva ancora oggi i tipici caratteri urbanistici, con la disposizione tortuosa delle strette vie che si dispongono alle pendici dell’antico castello.

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