Buona sera e ben ritrovati nell’ottava puntata della rubrica di Hashtag Sicilia “Comu Veni Si Cunta“.
Questa sera mi occuperò di un argomento del quale si è parlato moltissimo. Difatti in queste settimane quasi tutti i media hanno discusso dei progetti presentati dalla Regione Siciliana per accedere ai fondi del PNRR; progetti che sono stati bocciati in blocco dal ministero dell’agricoltura.
Alcuni giornali ne hanno parlato ne hanno parlato con toni particolarmente aspri, mettendo sul banco degli imputati il governo della regione e la burocrazia regionale.
Altri, timorosi di toccare i fili della politica, in particolare di quella che governa l’isola, ne hanno parlato con toni più soft.
Io scelgo di trattare la questione – anche sollecitato dalla curiosità di diversi nostri lettori – in maniera razionale, ricostruendo l’intera vicenda.
Partendo da principio bisogna specificare che il bando per il quale la Regione Siciliana ha presentato i suoi 31 progetti – per un valore complessivo di 423 milioni di euro – è quello relativo agli “investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo finalizzato a una
migliore gestione delle risorse idriche”. I progetti, come purtroppo sappiamo, sono stati bocciati in blocco.
Di fronte a questo evento, il presidente Musumeci ed altri esponenti del governo hanno tuonato contro il ministro dell’Agricoltura, accusandolo di avere utilizzato criteri di valutazione non condivisi con le regioni, e comunque penalizzanti per le regioni del Mezzogiorno.
Un’accusa grave, che se fosse vera dovrebbe indurre il capo del governo a censurare l’operato del ministro, e ad indurlo a rassegnare le dimissioni.
Poiché non è accaduto niente di tutto questo, vediamo di capire dove sta il torto e dove sta la ragione. Approfondendo la questione risulta:
1. Che i 23 criteri adottati per valutare i progetti sono stati discussi e condivisi da tutte le regioni, quindi anche dalla Sicilia – tranne che alla riunione non abbia partecipato nessun rappresentante dell’isola, ma in questo caso, come si sa, la colpa è sempre degli assenti!
2. Relativamente ai progetti presentati dalle altre regioni del sud risulta che sono stati ritenuti ammissibili 20 per un importo di 259 milioni di euro alla Calabria; 11 per un importo di 168 milioni di euro alla Campania; 3 per un importo di 43 milioni di euro alla Basilicata ; 2 alla Sardegna e 1 alla Puglia. Solo la Sicilia è rimasta a bocca asciutta, quindi la tesi secondo la quale l’inghippo starebbe nei criteri adottati per la valutazione non regge, anzi appare assolutamente campata in aria. Altrimenti non si capisce perché quelli delle altre regioni del sud siano stati approvati, e quelli della Sicilia no.
3. L’unica cosa che mi ha lasciato con l’amaro in bocca riguarda la percentuale dei progetti approvati alle regioni del sud, che è pari al 59%; mentre quella dei progetti delle regioni del nord raggiunge l’80%. Quindi la bocciatura dei progetti presentati dalla Sicilia sembra dovuta alla debolezza dei progetti, all’incapacità cioè del governo e dei tecnici di presentare progetti in grado di essere ammessi, e non ai criteri adottati.
Quindi, di fronte a questi risultati, piuttosto che inseguire fantasmi, il governo regionale avrebbe fatto bene a fare mea culpa, e soprattutto a risalire alle cause di questo disastro.
Cause che approfondiremo nel corso del nostro video di questa sera, ma che volendo qui riassumere ci rimandano, a mio giudizio, a due amare considerazioni:
- La prima, per dirla in parole crude, è che nelle posizioni apicali degli uffici regionali spesso il personale tecnico non viene scelto per merito, ma per appartenenza politica.
- La seconda, è che le assunzioni in questi anni non sempre sono avvenute per concorso, ma spesso in modo avventizio; e poi attraverso sanatorie e regolarizzazioni varie, queste persone sono state stabilizzate; col risultato però che in certi uffici non c’è personale qualificato adeguatamente.
Quindi se mi è consentito dare qualche suggerimento vorrei dire a chi governa la Sicilia di abbandonare subito queste pratiche clientelari e di chiedere al governo nazionale di procedere nell’assegnazione dei fondi del PNRR non più per bandi, ma attraverso sistemi che permettano di correggere eventuali errori prima di adottare qualsiasi decisione.
Solo muovendosi in queste direzioni sarà possibile evitare altri danni alla Sicilia e utilizzare al meglio le opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Per approfondire ulteriormente la questione vi rimando a questa sera, ore 20.00 in prima visione sui nostri canali social. Non mancate!
Salvatore Bonura