Dal premio Wolf per la fisica 2020 al Nobel 2021. Il Giorgio Parisi scienziato e uomo nelle parole di Marco Cattaneo, direttore di “Le Scienze”
Why believe in Science? Era il titolo del dialogo che il 1° giugno ha visto protagonisti Giorgio Parisi, fisico teorico della Sapienza Università di Roma, e Daniel Shechtman, premio Nobel per la chimica nel 2011 per la scoperta dei quasicristalli, strani materiali in cui gli atomi sono disposti in una struttura deterministica ma non ripetitiva. Quella conversazione avveniva in occasione del conferimento del premio Wolf per la fisica a Giorgio Parisi. In realtà, gli era stato assegnato nel 2020, ma le restrizioni dovute alla pandemia hanno costretto a rinviare la consegna a quest’anno.
Il premio Wolf per la fisica si è guadagnato una notevole fama, tra l’altro, perché sui 26 premi assegnati tra il 1978 – anno della sua istituzione – e il 2010, a 14 vincitori è stato assegnato il Nobel, cinque dei quali l’anno successivo. E oggi fanno sei.
Settantatré anni, allievo di Nicola Cabibbo alla Sapienza e oggi vice presidente dell’Accademia dei Lincei, Parisi è un fisico teorico che ha dato contributi nei campi più disparati, dalla fisica statistica alla teoria dei campi, dalla fisica della materia condensata (fondamentali i suoi lavori sui vetri di spin) alle applicazioni in teoria dell’ottimizzazione. “Le sue scoperte – recita il comunicato del comitato Nobel – sono tra i contributi più importanti alla teoria dei sistemi complessi. Rendono possibile comprendere e descrivere molti materiali e fenomeni diversi e apparentemente del tutto casuali, non solo in fisica ma anche in altre aree molto diverse, come la matematica, la biologia, le neuroscienze e l’apprendimento automatico”.
Tra i lavori di ricerca più singolari che ha coordinato, il progetto europeo Starflag, all’inizio di questo secolo, ha studiato la dinamica del volo degli storni, che affollano in gran numero i cieli di Roma sul finire dell’autunno. Una produzione monumentale, dunque, ed eclettica.
Insieme al Giorgio Parisi scienziato, però, non si può trascurare l’uomo. La sua straordinaria disponibilità, l’umiltà, la modestia, l’umanità. Per chi lo conosce, Parisi è una persona sempre disponibile a prestare ascolto, è uno di quelli che non sottovalutano mai il pensiero degli altri, ma anzi lo accolgono, lo rielaborano. E poi è quello che si vede su Facebook mentre balla il sirtaki in Grecia. O allo Scicafè di Martignano, in Salento, mentre balla la pizzica con i ragazzi della scuola media. Che hanno avuto l’ardire di invitarlo a raccontare la passione per la scienza. E lui ci è andato, perché ogni occasione è buona per avvicinare le persone alla cultura scientifica. Anche questo è Giorgio Parisi